” La Ragazza di Bube”:…Cinema e Narrativa romanzati…univocate subliminalmente e da storicsmo assoluto nella poesia del Racconto Essenziale di Carlo Cassola” –
Nota essenziale di Gianfranco Purpi
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Scritto nel 1960, premio Strega nello stesso anno,… “La ragazza di Bube” segna il momento più alto dell’ispirazione di Carlo Cassola e nel 1963 diventa un film epocale e meraviglioso, per la regia di Luigi Comencini.
“Pagine di stupenda purezza”, quelle dedicate all’amore di Mara e Bube – scrisse Geno Pampaloni sul “Giornale” …
…Carlo Cassola era un perfezionista della semplificazione: la materia del racconto naturalistico, la ‘tranche de vie’, …era assunta in uno spazio indiviso, assoluto, come assoluti sono la sua purezza lirica ed il mistero metafisico dell’esistenziale prospettiva dell’entusiasmo di vivere per il proprio Uomo.
… La forza del romanzo risiede nella poesia con cui l’autore tratteggia le figure d’una generazione (quella dell’immediato dopoguerra, tra il ’44 e il ’48, vinta dalla guerra, dalla povertà e dalla violenza), che diventa paradigma per una riflessione sul significato della vita, del sacrificio e del dolore, al di là del contesto storico. Ambientato nella Toscana della campagna, della gente umile, tra i compagni della Resistenza…
… “La ragazza di Bube” narra la storia di MARA , sedicenne inconsapevole, istintiva e indipendente, curiosa frenetica ed etica della vita che stupisce sempre,… che si ritrova, senza nemmeno aver espresso una precisa opinione in merito, …fidanzata con Bube, compagno del fratello Sante ucciso dai tedeschi.
…Il giovane, …partigiano che non conosce paura per il pericolo e che ha il soprannome di “vendicatore” di tutte le ingiustizie nazifasciste e dei “loro vigliacchi”,… è in realtà un ragazzo timido che s’innamora di lei a prima vista e che…vuole fare “le cose per bene” secondo i crismi della famiglia patriarcale e dell’educazione ai sentimenti gigliari…
… La delicatezza del suo sentimento contrasta, però, con la passione politica e con la sua fama di “duro partigiano”,… che gli farà uccidere “deontologicamente”…il figlio del maresciallo Cecora.
…Amareggiato, sconfitto e deluso, …Bube finirà in carcere …e Mara, nel frattempo maturata esistenzialmente e in quanto donna incantevole,… capirà di essere legata a lui totalmente e per la vita ,…al punto di rinunciare a “tutto e per sempre”!!
…Anche a Stefano, un giovane sensibile che potrebbe amarla, persino dandole il suo nome…
…Ma Mara sa e vuole soltanto per tutta la vita pietosa e sofferente…ed esaltante di vibrazioni pulsionali immediatistiche espressive,…che deve stare accanto al suo Bube , con il pensiero monistico/immanentistico di identificazione realistica e idealistica con Lui ,nello stesso tempo,…o in quelle rare visite in carcere;…mentre Lui stesso è in prigione (…perché quello è il suo destino fatalisticamente rinvenuto e rischiato , allo stesso tempo…,nella sua esistenza idealistica di lottatore nato contro la Mala Storia di Prepotenti e Ingiustizie …e sempre al servizio della Giustizia e della Cristianità più autentiche,…anche se tinte dell’ ideologico rosso colore ignaro …dell’Umanesimo marxiano!)…
…E questo sarà anche il parallelo e biunivoco ineluttabile (…e mai messo in discussione nè nell’anima e nemmeno nei sentimenti!) …destino …di scelta consapevole inflessibile …di vita …di Mara,…santamente voluto e bramato…dalla stessa “ragazza di Bube”…;di un Bube che era stato e sarà sempre protagonista carismatico unico…oroginario …e…totemico …della vera maturazione della bella donna …da ragazzina in donna subliminalmente indistruttibile e dal carattere d’acciaio per il suo amore e per il suo Uomo vero:
“Stefano … -Lei gli sussurra quando il destino del carcere lungo e fortuito di Lui si profila disumano!-… io non so se amo te o Bube; ma i miei sentimenti non c’entrano nella decisione che ho preso: …io… sono la ragazza di Bube”.
La consapevolezza della scelta di sofferenza di Mara è racchiusa nella semplicità di queste sue parole e di queste altre seguenti considerazioni incantevolmente dolci e e profondamente mature di amore sovrano di perdono religioso:
…“E’ cattiva la gente che non ha provato dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno…”””!!
… Personaggio energico che conosce la passione e l’affetto, la rinuncia ed un antico senso del dovere, Mara è una delle figure femminili più intense della narrativa italiana del Novecento…e di un neorealismo italiano cinematografico del Dopoguerra …ancora davvero da Grande Bellezza dei valori puri e sacralizzati di Persona e di Amore per la vita …che si incarnano immediatamente e per sempre nelle viscere umane e di Dio…
…Senza ipocrisia e senza vanità di grandezze e opulenze di cartapesta e di viltà d’animo…
…E con una vera donna forte e coraggiosa…e un Uomo idealmente sempre gramsciano e dalla Etica Intellettuale dell’Arte Crociana,…non esiste Post Moderno o volatilità di sentimenti e pulsioni,…e il tempo è già patimento che fa sognare e surrealizzarsi storie di speranze e progetti di vita sublime,…anche con le angoscie e le tribolazioni più indiavolate e immeritate…
…Io il film lo vidi per la prima volta a cinema,al tempo della terza media,…data la mia età d’infanzia primissima nel 63…
…Ma…la storia e la sobrietà del racconto essenziale di Cassola…permette di cogliere sempre mondi e valori …e universi …eterni e inesplorati …che ci arrichiscono e ci stupiscono in forza e coraggio alla inimitabile ricerca spasmodica irrefrenabile e inarrestabile…e alla voluttuosità quasi teleologica…della sua narrazione paidetica epperò da dolcezza sottile di sentimenti inestinguibili nè con il tempo e nè con lo spazio del “panta rei”…
…Ma,in ogni caso,…con la semplicità essenziale ed ideale del vivere sempre autentici e …”riflessi nelle purezze e autenticità dell’essere sempre se stessi”!
…E soprattutto … queste storie quasi stoiche e certamente dell’Umano più olistico e dolce che possa brillare in cielo e in terra …ci luccicano dentro l’anima naufragante e sempre in angoscia farneticante …il concetto integrale e tenacemente volitivo di senso e significato condiviso dell’esistenza,….fino all’indissolubilità tragica e gioiosa,assieme,…della dicotomia più sublime e coriacea;…quella intrisa al massimo di piacere e felicità idealizzati e trasfigurati ontologicamente …in assoluto realismo di fantasia e di amore terrestre carnale più bramato che mai (…anche se per lo più toccato e poi sbranato entro la speranza indelebile e indistruttibile…di vetri della vita come i finestrini di un treno che si palpano con le labbra umide in orizzonte metaforicamente totemico di transferialità umana trasfigurante di chi si ama ed è comunque sempre presenziale ad ogni rifrangenza della nostra storia e della nostra persona misteriosamente irriducibile,…o imbavagliati solo nella lingua …dell’inconfessato struggente desiderio ambivalente di essere la donna …”del proprio Bube inarrivabile e unico”; ….e,allo stesso tempo…, dell’acciaio dei binari di un treno che io una volta chiamavo “sole”…)!