Niente smartphone a scuola «Rischio di cyberbullismo»

da Corriere.it

Beltrami

Niente smartphone a scuola «Rischio di cyberbullismo»

La preside ai genitori: ai figli cellulari senza video e Internet. Accettiamo la tecnologia ma tuteliamo i nostri ragazzi

di Federica Cavadini

La regola: a scuola (media) telefonino ammesso ma rigorosamente spento. Il suggerimento della preside ai genitori: comunque evitate di dare ai figli gli smartphone (i modelli con connessione internet). «Meglio dotare i ragazzini di cellulari a basso costo, senza quelle funzioni – registrazioni audio, video e accesso a internet – che sappiamo mettere a rischio la comunità scolastica».  La comunicazione è arrivata lunedì a genitori, studenti e personale della scuola media Beltrami, istituto statale di zona 1, dietro via Torino. Nella circolare che ha per oggetto «Divieto di utilizzo a scuola di cellulari e giochi elettronici» la dirigente, Alessandra Condito, ribadisce le regole, ricorda le sanzioni previste dal Regolamento d’Istituto e aggiunge la sua riflessione, con tanto di indicazione «tecnica» sui modelli di telefonino più o meno adatti ai ragazzini delle medie: «Perché – dice – il rischio che si passi dal messaggio all’offesa e al cyberbullismo è concreto. Sappiamo che succede in scuole del centro come della periferia e con ragazzi di ogni estrazione sociale».  «Giusto entrare un po’ anche nella quotidianità di cui si nutre la realtà educativa e avviare la riflessione, insieme, su temi così importanti», sostiene la preside.

Regole da rivedere

Telefonino sì, per comunicare, per sapere se arrivano a casa tardi. Ma considerasti i rischi che conosciamo la connessione a internet è indispensabile a quest’età?  Confronto da tenere aperto . Regole da aggiornare. «Anni fa da questa stessa scuola era uscita una circolare sul divieto assoluto di portare il telefonino – racconta la preside della Beltrami -. Oggi lo tolleriamo, naturalmente spento in orario di lezione, perché facciamo i conti con la realtà, sappiamo che è uno strumento che rassicura i genitori». «Sentiamo l’esigenza di contattare i figli dall’ufficio, sapere come è andata a scuola e se hanno mangiato», scrive la dirigente nella circolare. «Allo stesso tempo però dobbiamo tutelare i minori. Non vogliamo demonizzare la tecnologia, ma non tutti soprattutto a quest’età ne fanno un uso appropriato».  Il pericolo è che studenti poco più che bambini, dotati dell’equivalente di un piccolo computer connesso a internet e utilizzato quando sono soli, possano fare danno, ai compagni e a se stessi. Per esempio. Foto e video inizialmente trasmessi al gruppo della classe potrebbero rimbalzare un po’ più lontano in rete e poi la catena è difficile da fermare. «I nostri alunni sono bravi ragazzi ma non tutti hanno la stessa maturità e non si rendono conto delle ferite che possono procurare con quello che credono sia solo uno scherzo, un gioco», dice Condito. Che alle famiglie della Beltrami scrive: «Concederemmo ai ragazzi delle medie di venire a scuola in motorino?».

L’opinione degli esperti

Il suggerimento sulla scelta del telefonino è condiviso in parte dagli esperti di sicurezza del web. «Giusto valutare l’età e la maturità quando si decide quale modello dare ai figli e quali servizi attivare. Perché è vero che i casi che ci segnalano coinvolgono anche ragazzini di undici e dodici anni – dicono alla Polizia postale -. D’altra parte la tecnologia non si può fermare e la stessa può fornire anche strumenti per monitorare i comportamenti». Le trappole per i giovanissimi? «Il pericolo è che mettano su internet informazioni personali o dei compagni e poi c’è il problema della tutela delle imagini. Rischiano illeciti penali. Nel caso di un danno morale se si identifica il responsabile, anche se minore, la famiglia della “vittima” può chiedere il risarcimento e i genitori dell’autore dovranno rispondere in solido».  I ragazzi, è allora la linea della preside, dovrebbero venire a scuola con «strumenti adatti alle esigenze di oggi e di noi genitori lavoratori. evitando però che siano gli stessi che possono far loro del male, si tratti di una nota o di un rimprovero. E nel caso di messaggi o registrazioni in orario scolastico è prevista la sospensione e la denuncia».