La prevenzione dell’omofobia e il sottosegretario che rema contro

da L’Espresso

La prevenzione dell’omofobia e il sottosegretario che rema contro

La Presidenza del Consiglio ha varato da tempo una serie di iniziative scolastiche sul tema dell’omosessualità. Ma ora l’alfaniano Toccafondi, approdato all’Istruzione, parla di “indottinamento Lgbt”. E vuole cambiare rotta

di Michele Sasso

La sitcom ‘Vicini’, voluta a suo tempo dal governo Monti, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il progetto, finanziato dall’Ufficio anti discriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio (Unar) racconta in cinque episodi i diversi pregiudizi della società italiana e su iniziativa di Palazzo Chigi viene diffuso nelle scuole. In una delle puntate si affronta anche il tema dell’omosessualità. Tanto è bastato per far gridare allo scandalo il sottosegretario all’Istruzione del Nuovo centrodestra Gabriele Toccafondi: «L’Unar produce materiale per gli studenti e gli insegnanti con un’impronta culturale a senso unico. A questo punto il governo deve decidersi a intervenire chiarendo, una volta per tutte, ruolo e funzioni dell’Unar»».

Insomma, per i conservatori al Governo parlare di differenze sessuali in classe è fuori luogo, eppure l’Italia è al 36mo posto in Europa tra i Paesi per tasso di discriminazione. E troppo onerose sono considerate le consulenze da 250mila euro per realtà legate alle comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender) per diffondere la cultura della tolleranza. Sotto tiro anche gli opuscoli ideati dall’Istituto di psicoterapia Beck per “Edu­care alla diversità a scuola”, costati oltre 24 mila euro.

La battaglia dei difensori della famiglia tradizionale ha spinto il mondo cattolico più intransigente a prendere posizione contro la visita di Vladimir Luxuria al liceo Muratori di Modena. L’incontro sul tema della transessualità organizzato dagli studenti con la ex deputata e bandiera della comunità arcobaleno era prevista per metà marzo, ma un gruppo di cinquanta genitori ha scritto una lettera ai dirigenti scolastici facendo scoppiare il caso. La loro paura? Che potessero rimanere sconvolti o traumatizzati incontrando una transgender che parla dei diritti della comunità Lgbt senza contraddittorio, fino a portarli a riconsiderare alcune convinzioni assorbi«Un’offensiva per introdurre la teoria del gender nelle scuole italiane» viene descritta dal settimanale ultracattolico ‘Tempi’che soffia sul fuoco delle proteste. Così mentre l’Unar lavora con il Consiglio d’Europa per mettere a punto una strategia nazionale con azioni pilota (come nel caso della sitcom ‘Vicini’) che puntino alla prevenzione e al contrasto dell’omofobia, il sottosegretario alfaniano rema contro. Il direttore Unar Marco De Giorgi preferisce non replicare. Sono le associazioni per i diritti civili a sollevare il caso e a rivolgersi al premier Matteo Renzi:«Il Governo sostiene la posizione di Toccafondi?».

«È in atto in questo periodo un attacco concentrico da parte dell’associazionismo cattolico contro la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, varata dal governo Monti», commenta Aurelio Mancuso, presidente della onlus Equality Italia, che chiede inoltre al Governo quali siano «le vere intenzioni del ministero dell’Istruzione”. Proprio in questi giorni, puntualizza Mancuso “sono stati rinviati corsi di formazioni previsti da tempo con motivazioni labili. Indice di un preoccupante mutamento della linea politica sui temi delle discriminazioni». Anche Andrea Maccarrone, presidente del Circolo Mario Mieli di Roma punzecchia il sottosegretario: «Le istituzioni e gli insegnanti hanno il diritto e il dovere di proporre contenuti e offerte educative che promuovano i valori della legalità e del rispetto delle differenze, il contrasto alle discriminazioni e alla violenza. E questo non lede in alcun modo la libertà dei genitori o degli studenti».

Maccarrone chiede che a Toccafondi vengano immediatamente ritirate le deleghe per inadeguatezza rispetto al delicato ruolo istituzionale che ricopre. Lui, l’alfaniano fiorentino sopravvissuto al cambio Letta-Renzi, non cambia di una virgola la sua posizione: «Ho sempre tenuto a sottolineare con forza l’imperativo di contrastare con ogni mezzo qualunque tipo di discriminazione. Un conto, però, è lavorare contro le diseguaglianze, un conto è nascondersi dietro questi temi per introdurre nelle scuole una sorta di indottrinamento Lgbt, in cui si presentano posizioni unilaterali sulla famiglia e la sessualità senza informare il ministero dell’Istruzione».

Gli studenti italiani saranno ancora liberi di discutere di bullismo e omofobia senza l’obbligo del contraddittorio e l’imprimatur del Miur?te in famiglia.