Quota 96, la Camera preme sul governo: «Trovi le risorse»

da Corriere.it

entro la presentazione del def (10 aprile)

Quota 96, la Camera preme sul governo: «Trovi le risorse»

E la vertenza dei precari approda alla Corte di Giustizia europea del Lussemburgo

di Redazione Scuola

Ok all’unanimità alla risoluzione, a prima firma Saltamartini (Ncd ) ma sottoscritta da tutti i gruppi, per risolvere il nodo degli insegnanti Quota 96, che a causa della riforma Fornero non sono potuti andare in pensione nonostante i requisiti. Ora il governo, che si è rimesso al parere delle commissioni, dovrà riferire al Parlamento su come pensa di reperire le risorse per dare copertura al provvedimento che sana il torto subito dai lavoratori e dovrà farlo entro la presentazione del Documento Economia e Finanza (prevista per il 10 aprile).

La risoluzione

La risoluzione è stata presentata nelle commissioni Bilancio e Lavoro della Camera e giovedì mattina, dopo un confronto acceso fra i gruppi e il governo, si è arrivati ad una riformulazione del testo, che lascia soddisfatte le forze politiche convinte che entro breve si darà risposta ai 4mila insegnanti che aspettano di andare in pensione e agli altrettanti giovani che attendono di entrare. Il governo – prevede la risoluzione presentata – è impegnato a riferire alle commissioni, prima della presentazione del Def 2014, in merito al reperimento delle risorse necessarie per l’adozione di urgenti iniziative normative volte a risolvere la questione degli insegnanti Quota 96.

I dubbi del Tesoro

Dopo la bocciatura della Ragioneria di Stato nei confronti del nuovo disegno di legge Ghizzoni-Marzana, che avrebbe consentito ai lavoratori della scuola di accedere alla pensione con i requisiti vigenti prima dell’entrata in vigore della Legge Fornero, anche  il Tesoro aveva manifestato dubbi simili, in occasione dell’esame del testo unificato su questo tema. La scelta del governo di rimettersi alle commissioni su un testo rivisto è stato l’esito di un lungo lavoro di mediazione. Ora i gruppi fanno sapere di essere pronti a dare battaglia, e pretendono il mantenimento degli impegni da parte dell’Esecutivo.

«Rinnoviamo il comparto»

Così, mentre il ministro della Pubblica Amministrazione parla di prepensionamenti per 85mila dipendenti pubblici c’è chi – come l’Anief – esorta a iniziare proprio dai pensionandi della  Quota 96, per immettere energie giovani e «ringiovanire la P.A.». «Saniamo un errore e apriamo a 4 mila giovani, tra cui ci sono i precari, rinnovando così il comparto». Così la vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, Barbara Saltamartini commenta il via libera alla risoluzione. La risoluzione congiunta verrà presentata al governo Renzi perché si impegni a trovare le risorse necessarie per risolvere questa situazione definitivamente.

I precari ala Corte di Giustizia europea

L’Aula della Camera ha dato l’ok anche alle mozioni sulla stabilizzazione dei precari della scuola. In base al testo approvato, il governo risulta impegnato  «nel rispetto della normativa europea, a definire un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie ad esaurimento». «Espletate le procedure di assunzione relative all’ultimo concorso a cattedra del 2012 – prosegue la mozione del Pd – il governo è impegnato a bandire, con cadenza biennale, nuove prove concorsuali che tengano conto dei flussi di pensionamento e dei trasferimenti e, nel rispetto della normativa europea, a garantire il regime del doppio canale per i docenti abilitati, a partire da coloro che siano in possesso di almeno tre anni di servizio». Stamattina la questione dei precari è approdata alla Corte di Giustizia  del Lussemburgo. I giudici europei  potrebbero condannare definitivamente lo Stato italiano per infrazione del diritto comunitario. La direttiva 1999/70/CE prevede infatti l’assunzione in via definitiva per tutti quei dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio anche non continuativo.  La sentenza non è attesa prima di qualche mese. Ma se, come i sindacati si augurano, fosse positiva provocherebbe un terremoto in Italia. Un verdetto sfavorevole scaricherebbe sulle casse statali un peso considerevole, viste le pesantissime sanzioni che ci verrebbero comminate, senza pensare ai costi per stabilizzare i precari.