Commento al film “LA SCELTA DI BARBARA” : nota essenziale di Gianfranco Purpi –
…Quest’opera di vero cinema epocale ,…da tesoreggiare assolutamente,…è denotato da questa Locandina:
DATA USCITA: 14 marzo 2013
GENERE: Drammatico
ANNO: 2012
REGIA: Christian Petzold
SCENEGGIATURA: Christian Petzold
ATTORI: Nina Hoss , Ronald Zehrfeld, Rainer Bock,,Claudia Geisler, Peter Weiss, Rosa Enskat.
…”La scelta di Barbara” (…già,Vincitore dell’Orso d’Argento per la migliore regia al sessantaduesimo Festival di Berlino!) …è ,così,…un Film di vento dialetticamente “ricompositivo” …e di sapore epocale quasi mistico,…che dona una voglia impensabile e di sollecitante identificazione a…”scegliere” la Vita Vera cristianamente fondata e laicisticamente ricercata,…anche mettendo in discusssione e superando dialetticamente le genetiche mistificate e feticisticamente avvelenate proprie concezioni originarie del mondo, della vita,dell’etica e dell’amore” ;…ciò,…allorchè il disincanto e la riappropriazione dell’autenticità culturalizzante dell’essenza esistenziale personalistica …porta ciascun soggetto… a comprendere i veri fini del Vivere solidaristico psico/sociale e del Primato dell’Intimismo Privatistico Virtuoso …attraverso la logica dell’Essere Amorevolmente patriarcale …e non in forza alienante dell’Opulenza di ogni Avere da occulta strisciante Falsa Coscienza…
…Con la forza e il miracolo della Luce Divina/Antropologica e della Paideia Storica di Jesus…come quando ogni Messìa della nostra esistenzialità riusciva e riuscirà a farci guarire dalla “cecità” metaforica verso i valori universali dell’Umano e della Polis…
…”La scelta di Barbara”… è ,davvero,uno di quei rari film in cui la forma e il contenuto arrivano a coincidere, servendo un unico scopo. Spieghiamo il perché:
Arrivato al suo sesto lungometraggio, Chistian Petzold è riuscito a raccontare, attraverso uno stile sobrio ed ermenuticamente da tesoreggiare, …ai limiti dell’anaffettività e con l’aiuto del montaggio e dei dialoghi di essenziale carattere descrittivo e sobrio, …prospetta ed espressivizza ,…con discrezione di dialoghi e personaggi,…uno dei contesti storico-politici più complessi e focalizzanti della seconda metà del secolo scorso: la Germania dell’Est prima della caduta del Muro di Berlino…
…Altri Registi e Cineasti prima di lui …si erano cimentati in una simile ideazione e progettualità cinematografica,… ma lo sguardo di questo regista (…che ha studiato anche teatro e letteratura!)… è davvero particolare e inusitata,…dall’ermeneutica sempre interdisciplinare e problemicamente storico/esistenziale,…e,per certi versi, trascendentalmente metastorica e metaculturale!
…Lo stile e la poetica narrativa del suo cinema, …di mostrare le atmosfere e le aberrazioni della DDR (prima fra tutte la violenza illibertaria e la repressiva istituzionalità di una Società Civile sempre in preda alla cruda insensibile Dittatura pseudo/Politica …e denotata dall’impossibilità delle masse di esercitare il “libero arbitrio” criticistico)… è infatti completamente diversa dalla strada percorsa da Florian Henckel von Donnersmarck nel Film miliare : “Le vite degli altri ” ,…o da Wolfgang Becker nel film straordinariamente creativo : “Good Bye Lenin” ,… che avevano puntato su un’estetica fatta di luci livide e di cieli plumbei con azzurri di cielo speranzosi ed a macchia di leopardo personalistico ed esistenzialistico in prospettiva di possibilistica evoluzione storicistica!
Per Petzold invece,… che sceglie le metafore generative e antropologiche entro una natura dominata dal vento e dai boschi fruscianti …e quasi arcana… ed immanente nel cuore di una provincia dai toni caratterialmente caldi (… compreso il grigiore della fotografia geostorica e la claustrofobia psicoemozionale e pulsionalmente surreali …quasiinvisibili …e latenti …delle anime angosciate epperò sempre laconicamente dignitanti ogni loro tribolazione a muso duro dell’anima secretata!),…sono invece degli stati d’animo, dei dati oggettivi emotivo/affettivi ed epistemici …che vengono progessivamente interiorizzati da tutti i suoi personaggi di questo film, … a cominciare da Barbara… protagonista femminile della storia…
… Donna sensibilmente austera e dubbiosamente sospettosa, …la sua Barbara altro non è che la metafora di un paese che ha scelto da tempo di sopravvivere e non di vivere ,…e che si lascia vivere ,per l’appunto,…come un riccio o uno scoiattolo spaventati da un temporale con fulminanti emozioni e con turbolenze dialettiche della Ragionevolezza Etica …ed Esteticamente …dalla Poesia di una vita romantica sovversiva autenticante,…che stanno con sensibilità istintuali e parapsicologiche in un angolo di bosco,…con le orecchie basse ad aspettare che fischio sibilante del Vento sublime …risulti metaforicamente il Messìa di una Nuova Società e di un’Antropologia civica e sentimentale …a misura di integralità dei Valori olistici di Persona Cristologica…e di Logos Fertile libertario da cielo azzurro friulano!
…La vera rivoluzione, in tempi di ordini e regole da burocratismo verticistico e di “Centralismo Democratico Sovietico” azzerante i valori di personalismo laico/laicistico e cristianizzante, … si intravede nella voglia latente che il cielo sereno arrivi davvero con la speranza che questi aquiloni immanenti siano sempre secretati nell’anima e nel cuore!
…Ed è questa ricerca e sempre tenace “apertura alla luce” dell’Umanesimo integrale personalistico e criticistico… che rende questo film un’opera preziosa e,tra l’altro,assolutamente paidetica…
…Certo ,… quest’opera rivela con molta sensibilità e realismo storiografico …che questo pellegrinaggio ha imposto e propinato necessitaristicamente ,…nell’esistenza e nella realtà dei tempi umanizzati descritti e umanisticamente sceneggiati,…un cammino lento, graduale, …un difficoltoso viaggio verso il recupero della propria dignità attraverso i vissuti radicali e coraggiosamente tenaci del lavoro non diviso e …dell’amore giammai regolato o soffocato dalla statualizzazione e dalla feticizzazione dei sentimenti più intimi!
…E’ soprattutto questo profilo sublime e incantevolmente espressivo senza ciarlataneria mistificante,… la serialità di Topoi e Logoi che esso Amore pone ed erge quali motivi conduttori e fondamento di epistemologia genetica …su cui il regista desidera insistere esteticamentee con la bellezza discreta di una transferialità artisticamente catartica ;…e non è un caso che il suo riferimento più importante sia il film: “Acque del Sud> ” …di Howard Hawks, cronaca di una passione e di una vita di vero amore garbato ma palpitante,…spiata e sporcata dalla forza bruta e barbara di agenti della polizia segreta.
…Dobbiamo allora considerare La scelta di Barbara un film di amore romantico?
…In un certo senso sì, …anche se i personaggi interpretati da Nina Hoss e Ronald Zehrfed non hanno l’iconicità e la voglia di attrazione fatale e pulsionale immediatistica di …Humprey Bogart e di Lauren Bacall, per altri versi sono più interessanti e autentici proprio nella loro austerità espressivizzante e di telegrafico incanto dominato soprattutto dalle gestualità dei loro linguaggi laconici e anche silenziosi ,…dagli gesti e dai loro sguardi volutamente fugaci e suggestivamente implosivi … come il vento slavo che costantemente il Regista ci proietta e pare ci faccia sentire sul viso …nel suo film “slavo di tutto”,…e questo mi sembra davvero la variabile più meritante del loro mistero e della loro indecifrabilità catartica e sublimante ogni imponderabilità dell’esistenza eroica di provincia!.
… Al postutto,…questi due personaggi di Petzold li conosciamo e li amiamo …e li interiorizziamo catarticamente e identificativamente ,…pian piano e in crescendo di umanizzazione interattiva,… proprio perchè lo stesso Regista …ce li presenta e ce li sceneggia e prassicizza …e ce li rivela esistenzialmente vivi,…con topoi e logoi significativi come macigni che inducono sentimenti e sensazioni riflessive irresistibilmente impressi nella nostra personalità,…proprio come uno sceneggiatore accorto e quasi con lenti di lontananza trasfiguratrice, …seminando simboli e semiologie linguistici e travalicanti le contingenze delle presenzialità esistenziali e fenomenologiche… lungo l’intera narrazione, …costruendo intorno alla love-story …un intreccio da thriller che risolve la vicenda in un finale dal significato importante e chiaramente decifrabile per chi voglia e sappia comprendere,…con gli occhi dei due protagonisti che “parlano” più di mille discorsi melliflui…addirittura con la sola direzionalità ed ampiezza delle loro cornee e delle loro pupille intrinseche a “telecamere del loro cuore …assolutamente fisse… nel loro Fuoco Oculare …e da reliquiario di una nuova vita e di una nuova storia che…solo loro,sanno che dovranno e vorranno vivere assieme in un olismo totalizzante davvero felicissimo ,…peraltro da immanente “I Care” incommensurabilmente solidaristico e simbiotico d’ogni pulsionalità sempre eticizzata ed esteticizzante …”alla Rembrant”.
“La scelta di Barbara” non è ,insomma,…un “kammerspiel” dal ritmo lento e dai personaggi bidimensionali, come scrive qualcuno, …ma un film da tesoreggiare che alza sempre e comunque la bandiera del pudore e dell’anima che, …a piccoli passi, …scavano e risorgono personalisticamente e speranzosi … nei segreti di due cuori umani e di un mondo che sembra essersi smarrito…ma geneticamente destinato a risorgere sin dalle ételechiè e le énergheiè…di una Spelonca dove a me e a tutti gli spettaori pare di esserci stato,…per questa vita e altre mille a venire o parallelamente sincroniche!
…Mai diacroniche…