Docenti, grande successo per la petizione per il prepensionamento

da tuttoscuola.com

Docenti, grande successo per la petizione per il prepensionamento

Sta incontrando un forte successo (25mila adesioni) in questi giorni la petizione on line di Mila Spicola, scrittrice, giornalista, blogger, docente e componente della direzione nazionale del Pd, che vorrebbe convincere il premier Renzi a favorire il prepensionamento, su base volontaria, per i docenti della scuola italiana sopra i 60 anni, o – perché no? Dice la Spicola – sopra i 58.

Gli argomenti della scrittrice siciliana sono la constatazione che in Italia abbiamo la classe docente più vecchia al mondo, che ci troviamo “in un momento in cui la scuola deve acquisire grandi capacità di rinnovamento e mutamento, di acquisizione di strategie didattiche e pedagogiche innovative”, che “l’insegnamento è scientificamente collocato tra le categoria professionali più a rischio burnout, rischio che aumenta con l’avanzare degli anni di servizio”, e che “in questi giorni il ministro Madìa ha prospettato modalità di prepensionamento nella pubblica amministrazione per lasciar spazio ai giovani”.

La piattaforma attraverso cui è possibile aderire a questa petizione è quella di change.org, raggiungibile a questo indirizzo https://www.change.org/it/petizioni/matteo-renzi-prepensioniamo-i-docenti-oltre-i-60-anni. La petizione dichiara di puntare a 100mila firme.

Ora, c’è da chiedersi, al netto della questione spinosa dei docenti Quota 96, quale sia la categoria di lavoratori che non desideri per sé e senza penalizzazioni economiche, avere la possibilità di andare in pensione a un’età anteriore a tutti gli altri. C’è da chiedersi, nel momento in cui viene approvata una riforma pensionistica (riforma Fornero) che, giusta o sbagliata che sia, innalza l’età di andata in pensione, anche nel nome dell’equilibrio di bilancio, quale categoria non desideri derogare a questi vincoli, gravando su tutto il resto dei lavoratori che dovranno versare contributi anche per il prepensionamento degli altri. C’è da chiedersi come sia possibile che una petizione di questo genere possa venire da una collega di partito di premier che ha dichiarato in più occasioni di volere rispettare gli impegni in materia di bilancio richiesti dal Patto di Stabilità.

Se la considerazione che l’Italia è uno dei Paesi con la classe docente tra le più anziane d’Europa è in qualche modo scontata, forse le ricette per ringiovanirla, senza gravare sull’intera platea dei contribuenti, possono essere altre: per esempio, consentire finalmente ai neolaureati percorsi di accesso all’insegnamento, oppure operare legislativamente per depennare dalle Graduatorie ad Esaurimento quegli aspiranti docenti che non hanno mai superato un concorso o anche solo una selezione (di cui peraltro le Gae sono piene), oppure preferire, in caso di necessità aggiuntive di organico, chi ha superato l’ultimo concorso del 2012 invece che coloro che hanno superato i concorsi del secolo scorso (oggi avviene invece il contrario).