Test Invalsi e Sistema nazionale di valutazione

da Tecnica della Scuola

Test Invalsi e Sistema nazionale di valutazione
di P.A.
Dal 6 maggio al via le rilevazioni Invalsi con la primaria e poi via via con la secondaria di II grado e infine la secondaria di I grado
Questo il calendario delle rilev azioni
• 6 maggio 2014:
II PRIMARIA: prova preliminare di lettura (prova scritta a tempo della durata di due minuti
per testare la capacità di lettura/decodifica raggiunta da ciascun allievo) e prova di Italiano;
V PRIMARIA: prova di Italiano.
• 7 maggio 2014:
II PRIMARIA: prova di Matematica;
V PRIMARIA: prova di Matematica e Questionario studente.
• 13 maggio 2014:
II SECONDARIA DI SECONDO GRADO: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente

Sebbene siano contestate le prove Invalsi con minacce di proteste e scioperi, sit-in di studenti contro la “scuola-quiz”, col tempo si va sempre più affermando il principio della valutazione degli apprendimenti e delle competenze dei ragazzi. Da queste premesse, in base a quanto è dato capire, si determineranno pure i premi e le punizioni, compresi gli aumenti di stipendio. Misurare le competenze degli alunni per distribuire premi.
Rispetto all’anno scorso nessuna novità, come è possibile vedere sul testo pubblicato dall’Invalsi sul proprio sito, ad eccezione del nuovo presidente, nella persona della prof Annamaria Ajello, docente dal profilo internazionale e con una pluriennale competenza sui temi dell’apprendimento e della valutazione.
“I test sono predisposti con due anni di anticipo – spiega la docente al Corriere della Sera-. Io sono qui da poco più di due mesi. Quello che ho fatto è stato riunire gli esperti, i professori di matematica, chi fa ricerca sulla didattica, per ragionare insieme a loro su come condividere una cultura comune della materia e migliorare le competenze dei ragazzi italiani sul piano scientifico. Ci lavoreremo, ma i frutti di questo lavoro si potranno vedere più avanti”.
“Deve passare l’idea”, dice ancora la prof Ajello, “che la valutazione è un percorso di formazione che permette alla scuola di migliorare, non un controllo burocratico. Se non si capisce la reale finalità di queste prove, si rischia di attribuire loro una funzione punitiva, e si portano le persone a barare. I dati che raccogliamo servono a inserire la singola scuola in un contesto, a far sì che si confronti con le altre. È un po’ come dal medico: se si bara sulle proprie misure la diagnosi non sarà affidabile. Questi test rispondono a un criterio informativo, servono a individuare punti di forza e di debolezza in alcuni ambiti: non sono valutazioni esaustive di tutta la didattica”.
E per convincere i prof della bontà del sistema di valutazione e degli strumenti messi in campo dall’Invalsi, si sta preparando una lettera da inviare a tutti i docenti e che, spiega Ajello, “pubblicheremo la prossima settimana sul sito Invalsi per chiarire che la valutazione non è “della” scuola, ma per la scuola e che non facciamo che garantire un servizio. Quando sono informati sul livello di preparazione dei propri allievi e i punti di criticità, gli operatori della singola scuola potranno progettare interventi didattici mirati”.