Contare i giorni del dolore

CONTARE I GIORNI DEL DOLORE

di Umberto Tenuta

La tristezza di cancellare i giorni di scuola che mancano alla fine della pena di ogni giorno

MESE GIORNO   x

CANCELLATO

GIORNI DI DOLORE CHE RESTANO
Maggio 1             GIOVEDì x 30
  2             VENERDì x 29
  3             SABATO x 28
  4             DOMENICA x 27
  5             LUNEDì x 26
  6             MARTEDì x 25
  7             MERCOLEDì   …………..
…………….. ……………………     ………………

 

Contare i giorni di scuola che restano!

L’avete visto, Voi insegnanti, il Diario del vostro giovinetto con la Tabella EXCEL dei giorni di scuola che mancano alla chiusura della scuola, alla fine dell’obbligo di andare a scuola, alla fine del tormento di ascoltare ogni giorno tre docenti che dispiegano i saperi dei libri di testo, perchè gli alunni li vadano a ripetere a casa, per poi venirli a vomitare nei giorni successivi, nelle immancabili verifiche di quante nozioni sono rimaste incise nei crani dei singoli studenti?

Se non l’avete vista, la tabella ve l’ho riportata sopra.

Ci sono i GIORNI DI SCUOLA, le Domeniche non cancellate, perchè anche di domenica −anche negli ultimi mesi di scuola− si studia a casa, ci sono i compiti domestici, più odiati dei lavori domestici che a quanto sembra meno faticosi sono.

Meno faticosi, perchè la mamma certo non ti mette il voto sul Registro di casa, e tu non vivi nella paura quotidiana, assillante, opprimente, angosciosa di avere un cinque meno, un quattro più, uno zero tagliato!

Come il condannato al carcere, tu conti, prima i mesi, poi finanche i giorni che mancano alla fine della pena quotidiana, della pena di stare chiuso nell’aria tossica della cella senza vasistas, costretto nei pochi centimetri quadrati del banco che devi dividere col tuo compagno di sventura.

Conti i giorni che mancano all’uscita dal carcere, per concederti una vacanza di sole, di aria, di ossigeno della montagna, di orizzonti non ingombri delle inferriate antifurto che pure quelle misere logore carte geografiche appese alla pareti sbiadite debbono proteggere da furti impossibili.

Conti i giorni che ti mancano per uscire dal carcere nel quale sei obbligato a vivere la tua giovinezza, avendo tu avuto la sventura di nascere in un paese cosiddetto civilizzato che non tollera l’analfabetismo strumentale, anche se poi ti lascia la possibilità di non essere un uomo ricco di umane virtù.

Comunque, o giovane amico, fraterno amico della sventura e della pena, io ti voglio consolare.

Voglio consolarti, non solo dicendoti che la stessa tua pena vivono tutti i tuoi compagni di sventura, ma che io ti sono fraternamente vicino e mi batterò con tutte le mie povere forze, con tutto il mio fiato, con tutti i miei quotidiani miseri appelli, inascoltati certo, ma pur presenti nel CLOUD, perchè dal prossimo anno scolastico anche la nostra scuola, la scuola di un paese civile, sia una scuola della GIOIA DI IMPARARE!

Non mi credi?

Ma tu non hai letto il VENDITORE DI ALMANACCHI del grande poeta Giacomo Leopardi che la sfortuna di andare a scuola non ebbe, per merito della sua fortuna di essere figlio di nobile casato?

Ti dico io quello che il povero venditore di almanacchi strombazzava per le vie di Recanati:

SIGNORE E SIGNORI, ecco il vero Almanacco del prossimo anno, comprate comprate la vostra felicità, l’anno prossimo ve la porterà, se l’almanacco mio ogni anno veritiero voi comprate!

Vivi felice, mio giovincello, l’anno nuovo un anno nuovo sarà.

Chissà che la scuola non cambierà!