La protesta degli insegnanti fa saltare i quiz in 260 classi

da Corriere.it

Scuola Prove Invalsi per due milioni di studenti: ieri al via quelle di italiano alla primaria

La protesta degli insegnanti fa saltare i quiz in 260 classi

I casi da Milano a Nuoro. Il ministero: adesione bassa

di Alessandra Dal Monte

Un’altra prova Invalsi archiviata, anche se in mezzo alle proteste. Circa 260 classi bloccate, con gli insegnanti in sciopero e gli alunni rimasti a casa. Hanno debuttato così, ieri, i test dell’anno scolastico 2013/2014: la prova di Italiano per la «valutazione oggettiva delle competenze», prevista ieri nelle classi seconde e quinte della Primaria, si è svolta con qualche intoppo a causa dello sciopero nazionale proclamato dalla sigla Cobas. Il fronte dei contrari si è fatto sentire anche con un sit-in davanti agli uffici del ministero dell’Istruzione, guidato dai Cobas insieme con insegnanti, genitori e bambini.

I dati ufficiali diffusi dall’Invalsi parlano di circa 260 classi «assenti» su 29 mila (lo 0,8% del totale): in queste il test non si è svolto perché i docenti hanno aderito allo sciopero. Un risultato comunque «molto positivo» per l’Invalsi: «L’adesione all’agitazione nazionale è stata bassa, alta invece la partecipazione delle scuole Primarie ai test – è il commento di Roberto Ricci, responsabile dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione -. Le cifre sono quelle dello scorso anno, non ci sembra che la protesta sia cresciuta».

 I Cobas la vedono in altro modo: «Stando alle segnalazioni decine di scuole hanno protestato contro i quiz: alcuni istituti non hanno proprio aperto, in altri sono rimasti a casa gli insegnanti, addirittura ci sono stati casi di assenze strategiche da parte delle famiglie, che non hanno mandato a scuola i bambini. Stimiamo che il 20% delle classi sia stato toccato dallo sciopero per l’assenza dei docenti, degli alunni o del personale Ata».

Se i numeri non sono ancora chiari, di certo c’è che gli episodi di protesta hanno riguardato un po’ tutta l’Italia. A Milano è saltata la prova per cinque classi seconde, perché gli insegnanti hanno aderito allo sciopero con il benestare dei genitori contrari ai test. A Genova altre famiglie si sono unite al «boicottaggio» delle prove non mandando a scuola i figli. A Bologna diversi istituti sono rimasti chiusi, così come in Sardegna: nel Nuorese e nel Cagliaritano ci sono stati scioperi totali, con istituti sbarrati a causa dell’assenza di tutti i docenti. Ma a sentire gli Uffici scolastici regionali la maggior parte dei test si è svolta senza problemi, con assenze contenute.

Ma che cos’è questo test che tanto fa discutere? Per il ministero si tratta di uno «strumento per fornire informazioni oggettive sul livello di apprendimento di tutti gli studenti»: «Serve a capire i punti di forza e di debolezza delle varie scuole, che grazie a questo quiz si confrontano le une con le altre – spiega Roberto Ricci -. Ma non c’è alcuna conseguenza concreta, nessuno toglie finanziamenti agli istituti se non ottengono buoni risultati nei test». Per i detrattori, invece, è una prova che non valuta davvero le competenze degli studenti perché non tratta argomenti del programma e si basa su abilità – logica, rapidità nella risposta – che mettono in difficoltà gli alunni, soprattutto delle elementari. Ieri i bambini della seconda hanno affrontato una prova di 45 minuti con un test di lettura (40 parole da abbinare alle immagini), domande di ortografia e grammatica e un testo narrativo su un creatore di aquiloni. «Era lungo e alcuni termini che conteneva erano difficili», sono i commenti dei docenti. I ragazzini di quinta hanno passato 75 minuti sul test, con due brani da leggere e la sezione dedicata alla grammatica. «Di un esercizio non hanno nemmeno capito la consegna: si chiedeva di riconoscere il “falso alterato”, cioè la parola che sembra un diminutivo ma in realtà è un termine di senso compiuto». Oggi tocca a Matematica, il 13 maggio sarà la volta delle seconde superiori e il 19 giugno delle terze medie.