da Repubblica.it
Test invalsi, boicottaggio di Cobas e movimento studenti: “Per noi un successo”
Si annuncia una guerra di numeri. Ma i promotori della contestazione parlano soprattutto di un’azione di “ridicolizzazione” riuscita
di SALVO INTRAVAIA
“E a proposito di dati, è bene ricordare – continua Bernocchi – che quelli del Miur riguardano solo un pugno di “classi-campione”, ove operano ispettori ministeriali, burocrati invalsiani e i docenti più collaborazionisti, che sono una goccia nel mare delle classi coinvolte, dove sciopero e boicottaggio hanno inciso in profondità. La mattinata era iniziata con i rappresentanti dell’Unione degli studenti che annunciavano la mobilitazione con lo slogan “Valutati, non schedati”. “Abbiamo deciso di disobbedire, di rifiutarci di sottoporci ad un meccanismo di valutazione escludente e ingiusto che mira a rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali”, dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Uds.
“Siamo l’unico paese in Europa – continua Lampis – che somministra agli studenti in maniera censuaria e non campionaria dei test assolutamente inutili, che non tengono conto delle condizioni sociali ed economiche degli studenti e che aprono pericolosamente le porte a dei criteri premiali per le scuole che eccellono. A fronte di tutto ciò – conclude – riteniamo veramente inaccettabile che si spendano 16 milioni di euro per finanziare questo strumento di valutazione dannoso e inutile”. Per quest’anno, le prove fortemente osteggiate da studenti e da una parte degli insegnanti, aspettano di definire l’ultimo step: la prova nazionale per gli studenti di terza media in programma per il 19 giugno prossimo.
E’ saltata invece, probabilmente per ragioni economiche oltre per ragioni di opportunità, quella che fino all’anno scorso si è svolta in prima media. Per il futuro sono previste variazioni ad un modello in adozione ormai da diversi anni. Fra qualche anno, dovrebbe entrare a regime – ma non si sa quando – una prova nazionale per chi sosterrà gli esami di maturità. Inoltre, quella del secondo anno delle superiori dovrebbe essere differenziata per indirizzo. Ma gli alunni della Rete degli studenti medi contestano il quiz perché verrebbero utilizzati dai professori per la valutazione finale.
“Riceviamo – spiega Camilla Cagnoni, portavoce della Rete degli studenti medi – tantissime segnalazioni da parte degli alunni preoccupati del fatto che i loro insegnanti valuteranno le due prove – Italiano a Matematica – anche per lo scrutinio finale. Si tratta di una pratica illegale perché i risultati dei test devono rimanere anonimi, lo dice la stessa normativa in vigore. Assisteremo gli studenti e lanceremo una campagna di vertenze contro tutti i docenti che decideranno di valutare anche il test Invalsi”, conclude la studentessa.