Postazioni digitali al posto dei banchi Ecco la «classe scomposta»

da Corriere.it

IL FUTURO A SCUOLA

Postazioni digitali al posto dei banchi
Ecco la «classe scomposta»

Dalla didattica frontale a quella collaborativa basata su Internet. Due giorni di laboratori aperti e dibattiti al Museo di Storia naturale di Milano

di Alessandra dal Monte

Niente banchi e seggiole, ma «postazioni» con computer e tablet. Possibilità di chattare con i compagni, libertà di muoversi all’interno della classe e anche di uscire. È il modello di «classe scomposta» utilizzato al liceo scientifico Lussana di Bergamo da Dianora Bardi, docente di italiano e latino. Una didattica tutta incentrata sulle nuove tecnologie: i ragazzi navigano in rete per approfondire un tema, fanno ricerca, confrontano le fonti. Dopo un’ora si discute tutti insieme dei risultati raggiunti e a casa si lavora sempre in gruppo, aggiornando i documenti condivisi in modalità «wiki» (ognuno contribuisce a scrivere un brano della ricerca, come succede su Wikipedia).

Digitale e scuola: due giorni di laboratori e dibattiti

La professoressa Bardi, fondatrice del centro studi Impara digitale, racconterà il suo metodo venerdì 16 maggio al Museo di Storia naturale di Milano in occasione del Wired Next Fest, secondo appuntamento con il meglio dell’innovazione italiana organizzato dalla rivista Wired. Al workshop (gratuito e aperto a tutti) «Scuola e digitale: il futuro è già in classe» – dalle 14 alle 16.30 – partecipa anche Maria Vittoria Alfieri, responsabile del settore Digital Teaching & Learning di Rcs Education, casa editrice che ha da tempo attivato portali specifici per la didattica, da Aula Digitale a MyStudio. Il workshop mostrerà come è possibile passare dalla didattica classica, frontale, a quella collaborativa e personalizzata basata su internet e le nuove tecnologie.

La professoressa Bardi: «Un modo di insegnare che non produce solo nozioni, ma crea competenze»

 «Un modo di insegnare che non produce solo nozioni ma crea competenze, proprio come chiede la legge italiana», dice la professoressa Bardi. Sabato 17 maggio (11.15-11.45, Red Dome, giardini Montanelli) la docente parteciperà alla discussione «A scuola con i tablet – Conversazione sui nuovi modelli di apprendimento e il futuro della didattica» insieme a Francesco Luccisano, capo della segreteria tecnica del ministro all’Istruzione Stefania Giannini. La posta in gioco, secondo Bardi, è davvero alta: «Quella tecnologica è una vera e propria rivoluzione per la scuola. La didattica oggi non deve più essere la stessa: deve adattarsi alla società, capire che si può e si deve fare scuola con le nuove tecnologie, perché i ragazzi con le nuove tecnologie ci convivono. E poterle usare a lezione per loro è uno stimolo enorme».

La questione dei fondi

E i soldi? Come si digitalizza una scuola in questo periodo di crisi? «Per la verità gli investimenti ci sono, la sola regione Lombardia ha versato 39 milioni di euro per la scuola digitale – risponde Bardi – Ma a parte questo, basta cominciare in piccolo. Si inizia da una classe, chiedendo ai ragazzi di portarsi il tablet da casa, o anche solo il cellulare. Tutti ormai hanno un smartphone. E comunque l’investimento che le famiglie fanno in tecnologia, magari acquistando un tablet, poi viene ripagato dal risparmio sui libri di testo: grazie agli ebook se ne comprano molti meno. Insomma, non è poi così difficile inserire i dispositivi tecnologici in classe. Il problema è più che altro adattare la didattica. Molti professori non hanno più voglia di mettersi in gioco. Eppure questo è il futuro, così i ragazzi imparano quello che poi useranno nel mondo del lavoro. Capacità di muoversi tra le fonti, di risolvere problemi, di lavorare in gruppo». Sempre a proposito di scuola digitale, al Wired Next Fest l’università di Milano-Bicocca presenta la «Biblioteca digitale», primo polo bibliotecario interamente digitale sviluppato in collaborazione con il Centro culturale Il Pertini e il Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest. Niente carta, solo e-book, e-journal e banche dati consultabili e sfogliabili da computer e tablet con pochi click (si trova alla Villa di Breme Forno, a Cinisello Balsamo).