Insegnante aperto a imparare

Insegnante aperto a imparare

di Umberto Tenuta

C128-Papa Francesco: Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante

 

<<E sapete cosa vi dico?

<<Che Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà – ho sentito le testimonianze dei vostri insegnanti

<< mi ha fatto piacere sentirli tanto aperti alla realtà – con la mente sempre aperta a imparare!

<<Sì, Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante;

<< i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”,

<<e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. <<Questo è uno dei motivi perché io il primo motivo per cui amo la scuola>>.

 

INSEGNANTI APERTI ALLA REALTà, CON LA MENTE SEMPRE APERTA A IMPARARE

<<Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sua sinistra il solo tendere alla verità con la condizione di errare eternamente smarrito e mi dicesse: – Scegli, io mi precipiterei con umiltà alla sua sinistra e direi: Padre, ho scelto; la pura verità è soltanto per te >>(G. E. Lessing, Una replica)

Abbiamo scritto altrove che la parola studente significa colui che ama il sapere, filosofo.

Il bambino nasce con questo amore, con la innata curiosità di conoscere, filosofo.

Questo fuoco arde in lui e, come qualsiasi fuoco, divampa quanto più lo si alimenta.

Il docente è il filosofo che alimenta questo fuoco.

Per essere maestro egli deve essere filosofo, con la mente aperta alla conoscenza, alla realtà.

Un insegnante aperto alla realtà…aperto ad imparare”, dice con semplicità Papa Francesco!

Nessuno sa, nessuno può sapere: il sapere non è un fatto, ma un farsi, un divenire.

Panta rei!

Sempre, ieri come oggi, oggi più di ieri, in una civiltà in cammino, in rapida trasformazione.

Non esistono bagagli culturali, non esistono valige, ma tablet connessi, menti aperte alla ricerca, alla realtà che si rinnova, che legge cose nuove nelle cose di ieri e nelle cose di oggi, nell’ansia di leggere il domani.

Gli studenti non hanno bisogno di tomi ambulanti ma di uomini aperti alla realtà, alla realtà che pone mille domande, domande che mai trovano risposta definitiva.

Dice lo Scrittore latino: Fai che gli altri accendano la loro fiaccola alla tua, nulla perderà la tua fiaccola della sua luce, e intorno a te sarà più luce.

Fiaccola, non mocciolo. Se non cenere!

Se la sua fiaccola non arde, come può il docente accendere la fiaccola dei suoi studenti?

Qualcuno ha scritto che l’educazione è un contagio spirituale.

Se non si possiede il pathos della cultura, non lo si può contagiare.

Si legge in quel capolavoro dimenticato dei Programmi didattici del 1985 che <<L’insegnante, anche testimoniando la sua consuetudine alla lettura, stimola e accresce la motivazione del fanciullo a leggere>>.

Parole non ci appulcro!

<< i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”>>.

Certamente, qui parla il Professor Jeorge Bergoglio!

Che bello sarebbe se le Sue lezioni fossero state registrate sui tablet dei Suoi studenti!

Il miglior giudice è il re (Lope de Vega).

Tanto s’affanna la Ministra Giannini per la valutazione dei docenti, e la soluzione gliel’ha data Papa Francesco.

<<i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”>>

Mica non capiscono, essi che docimologia non hanno studiato?

Essi hanno “fiuto”, fiuto tra virgolette.

I ragazzi capiscono, e come capiscono, hanno “fiuto”!

Come i Grandi, in ogni campo, fiutano le cose grandi, le persone grandi.

Quel Professore è bravo, non punisce mai!

Quel professore è bravo, non mi mortifica mai dinnanzi ai compagni!

Quel Professore è bravo, mi incoraggia sempre!

Quel Professore è bravo, mi fa capire tutto, senza bisogno che la mamma me lo rispieghi di pomeriggio, poverina, rinunciando al pisolino!

A quel Professore io voglio bene e mi impegno a studiare per non farlo penare!

Quel Professore dice sempre che anch’Egli studia, come noi, più di noi, e che certe cose manco lui le capisce, ma si sforzerà di capirle, magari con il nostro aiuto!

<<e così contagiano questo atteggiamento agli studenti.

Oddio, che brutta cosa il contagio!

Il morbillo, la varicella… la peste bubbonica!

Nooo… noo.. no, e poi no.

I professori non ci contagiano malattie, hanno presentato il certificato di sana e robusta costituzione, sì, anche quelli esili esili, che proprio robusti affatto non sono!

Ma, sì, ci contagiano il loro amore del sapere.

Essi sono studiosi, studiosi, amanti del sapere, come noi studenti, innamorati del sapere, filosofi.

<<Questo è uno dei motivi per cui amo la scuola>>.

O Maestri, o Professori, Papa Francesco ama la scuola, non la odia come alcuni di noi sfortunati giovani che un docente contagioso non hanno incontrato.

La ama, la scuola, perché la sua maestra Lo ha innamorato della scuola, sin dal suo primo giorno di scuola!

E poi sempre, sempre, sempre, anche da sacerdote e da Professore, anche da Vescovo, anche da Cardinale, anche da Papa la ama ancora, ed una Giornata benedetta ha dedicato alla Scuola.

Figuratevi, c’era anche la Ministra Giannini, e queste cose le ha ascoltate anch’Ella.

Speriamo che le abbia sentite!