da La Stampa
Università, addio al test d’ingresso “Selezione alla fine del primo anno”
«Intendo rivisitare il sistema di selezione, prendendo a modello il sistema francese (accesso al primo anno libero e selezione alla fine di esso su base meritocratica). Entro la fine di luglio formulerò la proposta e le nuove regole» ha spiegato la titolare del dicastero di viale Trastevere riferendosi al test per l’accesso a Medicina. Dunque modello francese o «suo adattamento al contesto italiano» ha osservato il ministro parlando di «cambiamento importante e necessario». Stefania Giannini ha anche affrontato la questione delle scuole di specializzazione: «il Miur ha trovato una quota di fondi per arrivare a un aumento che però non è sufficiente al ripristino delle quote dello scorso anno. Abbiamo chiesto al Mef di aggiungere i fondi mancanti».
Soddisfatte le associazioni studentesche che però chiedono un confronto sul tema. Una «vittoria indiscussa» per chi «da sempre combatte contro questo sistema iniquo» hanno commentato Udu e Rete degli studenti secondo cui, tuttavia, il ministro «deve garantire un tavolo di confronto affinché il cambiamento di sistema sia positivo e non peggiorativo». «Le nostre battaglie e i nostri ricorsi negli anni hanno dimostrato – ha dichiarato Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari – la necessità di rivedere un sistema al collasso e questa ne è la prova». «Per anni – ha proseguito Alberto Irone Portavoce Rete Studenti Medi – migliaia di studentesse e studenti si sono visti privare dei propri sogni: rivedere il sistema è un passo importante che non può prescindere da noi studenti, o qualsiasi modifica o ipotesi di modifica sarà uno dei tanti spot elettorali che non andrà a migliorare veramente il sistema».
Sulla stessa lunghezza d’onda Studicentro. «È giusto – ha dichiarato il portavoce Virgilio Falco – che le modalità con le quali si giudicano decine di migliaia di studenti ogni anno siano al centro dell’interesse del ministro e del governo. Solo non vorremmo correre il rischio di dare delle risposte parziali e insufficienti alle esigenze delle aspiranti matricole, che chiedono solo di avere trasparenza e meritocrazia prima di essere valutati per accedere alle facoltà a numero chiuso». Plauso anche dal presidente del Veneto Luca Zaia: «ogni cosa va bene – ha detto – purché sia posta la parola fine a un numero chiuso pesantemente discriminatorio, perché determinato da ridicoli test a crocette secondo i quali potrebbe essere un bravo medico chi indovina di che colore era il cavallo di Garibaldi».