Formazione CLIL ancora in alto mare

Formazione CLIL ancora in alto mare

Convocato per la prima volta, l’8 maggio scorso, si è svolto al MIUR l’incontro tra il
comitato per il CLIL, presieduto dal Dott. Sanzo, e le associazioni disciplinari e professionali
della scuola, per attivare un confronto che portasse delle nuove indicazioni relativamente alle
azioni di formazione attivate dall’amministrazione.
Finora ben poco si è saputo, tuttavia dagli interventi dei responsabili del progetto è
emerso un quadro quasi positivo di una situazione che a nostro parere sembra invece molto
preoccupante per una serie di considerazioni.
Prima di tutto va sottolineato il grave ritardo con cui è partita tutta l’operazione, dato
che i primi D.P.R. n.87 e n. 88, attuativi della riforma della Secondaria superiore, risalgono al
marzo 2010 a cui è seguito, però, dopo più di tre anni, il D.G. nel novembre 2013 e soltanto
nel marzo 2014 è stato emanato dal MIUR il bando per attivare i corsi di lingua per le scuole. Il
ritardo nella formazione degli insegnanti comporterà la necessità di recuperare velocemente la
situazione per il prossimo avvio del V anno della riforma, in vista degli Esami di Stato del 2015,
dove la legge prevede lo svolgimento di esami in lingua di una disciplina non linguistica.
Un’impresa quasi impossibile.
Mancano infatti appena tre mesi per colmare il fabbisogno a regime dei docenti necessari
per l’attuazione del progetto CLIL che è, secondo il Ministero, di 18.000 unità. Considerato che
hanno fatto domanda di partecipazione ai corsi solo 10.000 docenti, ci chiediamo, come
reclutarne altri 8.000, entro i primi di settembre, per attuare la Riforma, attivando tutti i corsi
CLIL necessari nelle scuole?
Come associazione, ci chiediamo inoltre, per quale motivo i docenti precari sono stati
esclusi dal progetto dal momento che anche loro, come i docenti di ruolo, cominciano ad
essere “grandini”? Sarebbe stato conveniente formarli invece in questi anni, in modo tale che
all’atto dell’immissione in ruolo avremmo avuto docenti già grado di avere competenze nella
formazione CLIL.
Inoltre questa latitanza di docenti alla formazione per il CLIL, poteva essere evitata se si
fosse pensato, com’è giusto, ad incentivarli riconoscendo loro l’impegno profuso e le
competenze acquisite in una formazione innovativa. L’appiattimento della carriera docente
somiglia, come si vede, sempre più ad un boomerang che si ritorce non tanto contro
l’amministrazione quanto contro la crescita di qualità del nostro sistema istruzione.
Riteniamo, infine, che andrebbe rivista l’assegnazione dei ruoli che vede le Università
occuparsi di didattica e le scuole di preparazione linguistica. Le cose semmai andavano
invertite: il buon senso ci porta a considerare che alle Università doveva essere affidata la
preparazione linguistica mentre alle scuole, dove si pratica didattica metodologica ed
esperenziale, andava affidata quella metodologica.
Altro ritardo da segnalare è l’assenza a tutt’oggi delle Linee guida: ci sono norme
transitorie, emanate a gennaio, che vengono giustificate come aiuto graduale per gli
insegnanti.
Una convocazione, quindi, un pò tardiva per poter essere proficua e all’avvio del
prossimo anno scolastico mancano appena tre mesi.