DATI SULLA DISPERSIONE SCOLASTICA

DATI SULLA DISPERSIONE SCOLASTICA IN REGIONE

INTERVENTO DEL VICE DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

 

Con riferimento ad alcune notizie di stampa diffuse nei giorni scorsi sul n. 516/634 della rivista Tuttoscuola Focus paragrafo 6 “Riforma delle superiori: ok dei ragazzi meridionali”,prende la parola il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, Stefano Versari, per precisare che  il rapporto pubblicato da Tuttoscuola Focus contiene dati sulla dispersione scolastica che non fotografano la situazione reale della nostra regione.  Il metodo attraverso il quale sono stati ottenuti i dati – che attesterebbero, per l’Emilia-Romagna “un aumento di quasi due punti in percentuale” dell’abbandono scolastico, nonché la “peggior performance tra le regioni”, non è corretto per come è strutturato il sistema formativo del nostro territorio. I dati in questione sono il prodotto di una mera sottrazione matematica: iscritti al primo anno meno iscritti al terzo anno e, successivamente, al quinto anno. “L’equivoco” – afferma Stefano Versari – “sta nel non aver considerato che la legge regionale dell’Emilia-Romagna prevede che il primo anno del percorso di Istruzione e Formazione Professionale venga obbligatoriamente frequentato presso le istituzioni scolastiche; pertanto nelle classi prime degli istituti professionali  sono iscritti anche gli studenti che già hanno scelto di transitare negli Enti di formazione professionale al secondo anno, come previsto dall’ordinamento regionale. Questi ragazzi, perciò, non si ritrovano nelle classi terze, ma non sono ‘dispersi’. Questi studenti sono regolarmente iscritti alla formazione professionale. Da qui l’equivoco. Si tratta di una situazione particolare, di cui non si è tenuto conto nel dossier e che in alcun modo può ascriversi alla voce dispersione”.

Correggendo il dato come sopra chiarito, in riferimento ai dati del triennio la dispersione dalla 1° alla 3° non è dunque del 16,5%, ma è invece del 11,3 % , ovvero la medesima della Puglia, superiore solo a Molise, Calabria, Basilicata, Marche.

Si precisa, inoltre, che fra gli indicatori utilizzati per l’analisi del fenomeno in ambito europeo viene utilizzato  quello degli early school leavers (ESL), che prende a riferimento la quota dei giovani dai 18 ai 24 anni in possesso della sola licenza media e fuori sia dal sistema nazionale di istruzione che da quello regionale di istruzione e formazione professionale. L’Emilia-Romagna nel 2012 presenta una percentuale di Early School Leavers del 15,3% (decresciuto dal 17,7% del 2006), attestandosi di oltre 2 punti percentuali al di sotto del dato nazionale (17,6%, media UE 12,8% – Fonte dati MIUR “Focus la dispersione scolastica” giugno 2013).

In conclusione, osserva Versari, “la dispersione scolastica è un dramma personale e sociale e non ci rasserena il fatto che in Emilia-Romagna la situazione sia migliore che in altre regioni. Tuttavia per non disconoscere l’impegno di tutto il personale della scuola occorre riferirsi ai dati reali di contesto per non essere indotti a valutazioni erronee”.