I ‘tieffini’ contro il direttore del Personale del Miur: perché De Angelis difende chi si abilita coi PAS?

da tecnicadellascuola.it

I ‘tieffini’ contro il direttore del Personale del Miur: perché De Angelis difende chi si abilita coi PAS?

Alessandro Giuliani

Secondo il Coordinamento Nazionale Tfa Ordinario, il dirigente parlando alla Gilda non è stato super partes: ha confermato la reiterata attività denigratoria ai danni del percorso selettivo Tfa, già proveniente dalle forze sindacali. E ancora: così facendo si continua a privilegiare un sistema gerontocratico e a disconoscere il valore del principio meritocratico.

Non ha parlato solo delle prossime immissioni in ruolo il dott. Gildo De Angelis, direttore del Personale di Viale Trastevere, nel corso di un’intervista rilasciata qualche giorno fa alla Gilda degli insegnanti. Il dirigente ministeriale ha anche fatto cenno alle recenti modifiche alla tabella di valutazione per l’inserimento dei neo-abilitati nelle graduatorie d’Istituto.

“Nonostante il percorso dei PAS sia più complicato, almeno per quello che sappiamo noi, rispetto a come è stato strutturato rispetto a quello del TFA, – ha detto De Angelis – il punteggio che viene assegnato dal decreto del Ministro non dà ragione di questa difficoltà”. Le parole dell’alto dirigente ministeriale, che ha di fatto giustificato le proteste che in questi giorni stanno conducendo i rappresentanti di coloro che si stanno abilitando tramite i PAS, hanno urtato la sensibilità del Coordinamento Nazionale Tfa Ordinario. Che, attraverso Cipriani e Ricci, ha emesso un duro comunicato. Proprio per condannare la posizione reputata poco obiettiva e al di sopra delle parti assunta da De Angelis.

I ‘tieffini’ si sono così stupiti “di come, ancora una volta, posizioni che dovrebbero essere super partes non lo siano ed ostentino una miopia sconcertante. Dobbiamo ancora una volta ribadire, contro la reiterata attività denigratoria ai danni del percorso selettivo Tfa, proveniente dalle forze sindacali tutte e ora anche dal direttore del personale del MIUR, che:
– il percorso Tfa prevedeva una triplice prova di ingresso (test, scritto, orale) che ha selezionato 11mila vincitori su una platea di 115mila aspiranti;
– l’età media dei tieffini è 38 anni e molti vantano esperienza pluriennale di servizio;
– il numero chiuso, legato al fabbisogno dei pensionamenti, avrebbe garantito l’attribuzione degli incarichi di supplenza al personale qualificato e selezionato (garanzia pregiudicata a causa del percorso sanatoria, privo di qualunque procedura selettiva)
– il percorso Tfa prevedeva tirocinio diretto e indiretto, attività tutta in presenza, esami scritti e orali in itinere, esame conclusivo estratto 24/48 ore prima della discussione;
– il percorso si è sviluppato in un arco di tempo medio pari a 7/9 mesi (il percorso Pas si svolge in parte on line, senza tirocinio diretto/indiretto, con una durata media dai 3 ai 5 mesi) .
Il percorso Tfa, proprio perché basato su una logica di selezione in ingresso, è stato da subito osteggiato da quanti hanno sempre concepito la scuola come un “ufficio di collocamento” a scapito della reale qualità degli insegnanti che solo ora, grazie al nuovo staff che ha appoggiato una differenziazione dei percorsi, si sta rivalutando”.
Secondo il Coordinamento, quindi, il “superbonus” concordato dal decreto di rinnovo delle graduatorie d’Istituto sarebbe addirittura inferiore alle aspettative numeriche dello stesso organismo nato a difesa dei diritti dei ‘tieffini’: abbiamo “già avuto modo di dimostrare, tramite la diffusione di un prospetto analitico dei punteggi, aritmeticamente come il differenziale di 36 punti lordi (in realtà 24 netti in presenza del divieto di fruire del punteggio di servizio svolto durante l’anno di frequenza del corso TFA), sia una soluzione parziale e del tutto insufficiente a riequilibrare il vantaggio di molti abilitati PAS”.
Il Coordinamento che tutela chi si è abilitato con i PAS, pertanto, si dice sconcertato “nel leggere simili dichiarazioni rilasciate da un funzionario ministeriale, tese a privilegiare un sistema gerontocratico e a disconoscere il valore del principio meritocratico, unico possibile volano di una politica ministeriale che intenda riscattare il sistema scolastico italiano dalle posizioni marginali che occupa in tutte le rilevazioni internazionali”.

Non è nostra intenzione entrare nella diatriba crescente. Vorremmo però capire perchè un alto dirigente ministeriale si schiera contro un provvedimento preso dall’amministrazione per la quale opera. Oppure la nuova tabella di valutazione dei titoli abilitanti è stata redatta altrove?