AFFANNO FINALE DANNOSO A STUDENTI E DOCENTI
di Umberto Tenuta
CANTO 144 − Dannoso affanno finale dei docenti e degli studenti
E come quei che con lena affannata
uscito fuor del pelago alla riva
si volge all’acqua perigliosa e guata…
È già avanzata la corsa finale dei docenti e degli studenti, nelle scuole di ogni ordine e grado.
La meta è dura da raggiungere ma ambita assai da ambedue le parti, l’una contro l’altra avversa.
Ambita, non per i risultati finali, che in fondo non importano né agli uni né agli altri, quanto per la liberazione da una fatica di cui nessuno vede l’utilità.
In effetti, la scuola ha dimenticato la sua natura di tempo dell’otium e si è fatta luogo di pena, pena di insegnare, pena di imparare.
Eppure, alle sue origini non era così, quando essa nei villaggi si svolgeva e tutti educavano con l’esempio alle virtù umane e poi anche civiche.
Stranamente, il suo obbligo l’ha trasformata da luogo della gioia a luogo della pena di insegnare e di imparare.
E così è divenuta non solo penosa ma anche dannosa, dannosa per studenti e per docenti.
Ai docenti oggi non è possibile rivolgere la parola, son tutti affannati nervosi ansiosi.
C’è il rischio concreto di un infarto, di una nevrosi, di un ricovero ospedaliero.
Gli studenti sono più saggi, le mamme somministrano camomille e le zie invitano alla calma, tanto bocciare non si può, non conviene ai docenti dichiarare i loro insuccessi e correre il rischio giannineo di finire in serie C.
Ma chi ve la fa fare?
La vita è bella!
Quant’è bella giovinezza Lorenzo De’ Medici
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
del doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ‘l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
del doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
del doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor esser ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate:
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
del doman non c’è certezza.
Forse funziona meglio della camomilla e dell’invito ALLEGRIA ALLEGRIA ALLEGRIA del Mike italiano.