Supplenti brevi, in tanti non prendono lo stipendio da febbraio

da tecnicadellascuola.it

Supplenti brevi, in tanti non prendono lo stipendio da febbraio

Alessandro Giuliani

Denuncia del gruppo ‘Supplenti della scuola per la qualità e dignità del lavoro’: chiediamo che l’Ufficio VII del Miur e il corrispondente Ufficio del Ministero dell’Economia si adoperino congiuntamente per sanare, con emissioni speciali e con gli opportuni provvedimenti agli uffici preposti, la situazione degli stipendi arretrati. Per molti di loro non ricevere la busta paga significa andare ‘in bolletta’.

Molti supplenti temporanei della scuola non prendono lo stipendio dal mese febbraio. Ora, a pochi giorni dal termine delle lezioni, che per la gran parte di essi coinciderà con la fine del servizio a tempo determinato, hanno deciso di denunciarlo.

Secondo il gruppo ‘Supplenti della scuola per la qualità e dignità del lavoro’, occorre infatti sensibilizzare istituzioni ed opinione pubblica “sulla situazione di disagio di centinaia di supplenti temporanei della scuola: per questo chiediamo che l’Ufficio VII del Ministero dell’Istruzione e il corrispondente Ufficio del Ministero dell’Economia – si legge nella nota del raggruppamento di precari della scuola – si adoperino congiuntamente per sanare, con emissioni speciali e con gli opportuni provvedimenti agli uffici preposti, la situazione degli stipendi arretrati”.

L’organizzazione denuncia, quindi, “la mancata liquidazione per molti supplenti brevi delle retribuzioni di febbraio, marzo e aprile; la mancata trasmissione dei flussi UniEMens all’Inps, competenza che, dal gennaio 2013, è a carico del Tesoro e che lo scorso anno ha causato lentezze, ritardi e forti disagi nell’istruttoria delle pratiche Aspi e MiniAspi da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale”.

I supplenti hanno ragione: non è la prima volta, anche di questo anno scolastico, che si lamentano per i ritardi abissali dei pagamento del loro stipendio. I vari ministeri interessati, in testa il Mef, farebbero bene a creare le condizioni che certi disguidi non si ripetano. Molti supplenti brevi, stiamo parlando di migliaia di precari, pur di accettare contratti di supplenza sono obbligati a lavorare a centinaia di chilometri da casa. Con notevoli spese per trasporti e alloggi. Ed in questa situazione non vedersi accreditare lo stipendio a fine mese può comportare problemi non indifferenti. Come finire nelle liste dei “cattivi pagatori”.