Nei concorsi a cattedra la vigilanza è all’altezza del merito?

da tecnicadellascuola.it

Nei concorsi a cattedra la vigilanza è all’altezza del merito?

Aldo Domenico Ficara

Ricercando nel web l’argomento “vigilanza nelle prove scritte del concorso ordinario” ci si imbatte subito nella missiva datata 8 febbraio 2013 della FLC CGIL Segretaria nazionale inviata al Direttore del personale scolastico Dott. Luciano Chiappetta dove si legge:

“Pervengono alla scrivente organizzazione sindacale numerose segnalazioni relativamente alla individuazione del personale docente componente dei comitati di sorveglianza alle prove scritte del concorso ordinario. Risulta infatti che alcuni Uffici scolastici regionali e provinciali interpretino norme o circolari in termini estensivi rispetto a quanto definisce il contratto (unica fonte legittimata dalla normativa vigente) in termini di diritti e obblighi del personale docente e di perimetro della prestazione lavorativa, determinando quindi situazioni conflittuali e vertenziali. Crediamo che tali comportamenti non concorrano a determinare quel clima sereno che deve necessariamente accompagnare lo svolgersi delle prove concorsuali. Chiediamo quindi che, senza ambiguità, il Miur dia istruzioni in merito alla composizione dei comitati di vigilanza, rispettose del contratto nazionale di lavoro e che indichi nella volontarietà del personale il criterio di composizione dei comitati stessi”.

Inoltre, continuando a navigare in rete si ritrovano tracce del tipo “La legge Finanziaria 2013 (Legge 228/2012) all’art. 47 comma 1 richiama il Decreto del 12 marzo 2012 art. 6: Ai comitati di vigilanza spetta un compenso di euro 20,92 per ogni giorno di presenza nelle aule dove si svolgono le prove scritte o pratiche”. Oppure commenti (riferiti al concorso a cattedra del 1999) dai toni forti come: “Allo scritto, dopo aver consegnato l’elaborato e aver lasciato l’aula, ho appreso di non essere stata sufficientemente fortunata: in alcune aule – ma non nella mia! – le persone addette alla vigilanza lasciavano consultare qualsiasi tipo di testo, cosa vietata dal bando di concorso. Mi sono rivolta ai sindacati per segnalare l’accaduto: mi hanno risposto che da sempre è così. Un dipendente del Provveditorato agli studi della mia provincia mi ha spiegato che dovrei far denuncia elencando i nomi delle persone che hanno copiato. Ho abbandonato questa ipotesi, perché dovrei denunciare le mie amiche (è omertà?). La stessa cosa è accaduta durante il corso abilitante: ma in questo caso eravamo in pochi e conoscevamo di persona i nostri esaminatori. Non sono riuscita a capire come mai alcuni potessero spudoratamente copiare durante lo scritto”.

Sicuramente il vincitore di un concorso ordinario merita oltre la cattedra tutti gli onori per la sua preparazione disciplinare, ma lettere e commenti che rimangono indelebili nella rete, fanno riflettere su certi fatti che con la meritocrazia hanno poco a che vedere.