Docenti non bocciatevi

DOCENTI NON BOCCIATEVI

di Umberto Tenuta

CANTO 156 Docenti, se bocciate gli studenti, bocciate voi. Siete voi che siete venuti meno al vostro dovere di garantire loro il successo formativo

 

Cose dette e ridette da me e da altri, compreso Don Milani.

Nessuno vi ha chiamato, nessuno vi ha imposto di fare i docenti, lo avete chiesto voi.

Nel chiederlo avete accettato i vostri doveri, primo fra tutti quello di garantire il successo formativo di ciascuno dei vostri studenti, nessuno escluso.

Lo dice la Costituzione, lo dice la normativa scolastica!

Ma: lo studente non studia!

È come dire: Marco non mi ama, non ama la mia disciplina, la disciplina che io amo.

Ma tu lo hai innamorato il tuo Marco? Lo hai innamorato alla Matematica, lo hai innamorato alla Poesia, lo hai innamorato alle Historiae patriae?

Dimmi quante sgridate gli hai fatto.

Dimmi quanti sguardi biechi gli hai rivolto.

Dimmi quante volte lo hai rimproverato dinnanzi ai compagni tutti della classe per svergognarlo, per umiliarlo, per farlo piangere.

Per poco non lo hai mandato dietro la lavagna, con i ceci sotto le ginocchia, come faceva con me la Signorina Dora.

Ricordo, almeno una volta ci finii pure io che ero il più bravo della classe, ma lei era imparziale, tranne che con le figlie del riccone che per il basso della scuola pure il fitto dal Comune si prendeva.

Ora vuoi che ti ami.

Ora vuoi che, come le figlie del riccone, Marco e i suoi compagni di sventura ti amino, ti ammirino, ti dicano che bella tu sei, Maestra, bella vestita come noi, bella truccata come noi, bella pettinata come noi.

Tu avevi il dovere di garantire il successo formativo a tutti i tuoi studenti.

E invece a Marco ed ai suoi compagni non lo hai garantito.

Ed ora il danno e la beffa!

Non solo non gli hai garantito il successo formativo, ma pure lo bocci.

Lo rimandi a settembre, lui che non ha genitori di euro forniti per pagare la tua collega che nella calura estiva gli farà le ripetizioni.

Sì, le ripetizioni delle tue lezioni inefficaci!

Ma la logica l’avresti pure dovuta studiare per insegnare.

Se le tue lezioni sono risultate inefficaci, tu accetti l’umiliazione che una docente pivellina che i tuoi vent’anni di insegnamento non ha fatto e che un concorso con prove scritte ed orali come te non ha superato, riesca dove tu non sei riuscita?

Non hai proprio un po’ di amor proprio!

Arrivi ad umiliarti fino a questo punto, umiliando Marco ed i suoi compagni che da te si vedranno respinti.

Ma non vedi la contraddizione tra il volere che ti amino e nel respingerli.

E poi che dirà di te la gente?

Una docente che non sa fare il suo mestiere.

Una docente che si umilia dinanzi alla sua collega alle prime armi da fuoco.

Una docente che, bocciando i suoi studenti, boccia il suo lavoro.

Una docente che boccia se stessa!