Educazione responsabile

EDUCAZIONE RESPONSABILE

di Umberto Tenuta

CANTO 160 DELL’EDUCAZIONE è RESPONSABILE L’EDUCANDO O L’EDUCATORE? PROBLEMA GRANDE

Mi sta intrigando molto questo problema.

Nei precedenti Canti e Saggi pubblicati in questa rivista (http://www.edscuola.it/dida.html ) e nella RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA (www.rivistadidattica.com ) ho affrontato questa problematica, ma mai con questa particolare accentuazione della responsabilità educativa dei docenti.

Il problema è grande.

Si tratta dei destini di persone umane.

Quel mocciosetto che non studia e non impara domani può fare di tutto nella società.

La società di domani è racchiusa nelle pareti delle aule scolastiche.

Ora li avete lì, davanti a voi.

Domani saranno per tutte le curve delle vie del mondo.

E da noi docenti dipende in gran parte se sbanderanno.

Ladri oppure onesti fornai, truffatori o professionisti onesti, delinquenti o onesti contribuenti, peccatori o santi.

Miracolo vero dell’Educazione!

Ma da chi dipende l’Educazione?

L’educando è uno che non è educato.

Ma chiede di essere educato.

Non educato vuol dire che non è capace di intendere e di volere, non è libero, non è autonomo, non è capace di darsi le norme da solo.

Egli ha bisogno di Virgilio che lo stimoli, lo guidi, lo sorregga nella sua crescita, nel suo cammino verso l’autonomia.

Se Virgilio lo abbandona, egli si smarrisce, si perde, muore alla condizione umana.

Grande Virgilio!

Tu lo aiuterai a farsi uomo.

Tu, Maestro insigne, sei il suo tutore che lo aiuta a crescere dritto e alto.

Se la rafia che lo lega a te si spezza, il vento lo può facilmente spezzare e quantomeno piegare e farlo crescere storto.

Tu non riesci a sorreggerlo?

Bene, non sei un tutore.

Vai a bruciare nella fornace, almeno servi a cuocere il pane!

Ecco, questo dicevo quando scrivevo: MAESTRI, NON BOCCIATEVI!

Aiutate le pianticelle, aiutate i vitellini a crescere, a divenire cresciuti, alti come colonne, adulti.

Allora, solo allora, i vostri alunni saranno capaci di autodeterminarsi, saranno autonomi (autosnomos).

Allora, sì, saranno capaci di capire, di comprendere, di saper fare quello che debbono fare.

Respingerli oggi è come abbandonare per strada un bambino che non sa dove andare, verso quale punto cardinale dirigersi, quale strada prendere, di quali cibi nutrirsi per non avvelenarsi.

Sì, non è un anno perduto, ma i veleni, l’alcool, la droga, la vendita del proprio corpo che stanno dietro l’angolo della scuola.

Non rifiutateli, non abbandonateli, non bocciateli, non respingeteli.

Quale che sia la vostra fede religiosa, amateli come amate voi stessi!