La settimana prima degli esami

da tuttoscuola.com

La settimana prima degli esami

Per gli studenti dell’anno conclusivo di scuola secondaria superiore e per quelli di terza media la settimana che si apre oggi, a lezioni in gran parte ultimate, è l’ultima prima degli esami, che avranno inizio la settimana successiva: una settimana di festa per l’anno (e il ciclo) terminato e di attesa per le prove imminenti.

Il prossimo 18 giugno si svolge la prova di italiano per le superiori, seguita il 19 dalla seconda prova e il 23 dalla terza. Il calendario degli esami di licenza media viene stabilito dalle commissioni, con inizio attorno al 12-13 giugno e conclusione dopo la prova nazionale Invalsi, che si svolgerà il 19 giugno.

I siti studenteschi traboccano di consigli, appunti, e per le superiori notizie sui commissari d’esame, che circolano anche sui social network. Malgrado le impressionanti percentuali di esito positivo degli esami (il 99% viene promosso in entrambi i casi), che fanno dubitare della loro utilità in rapporto ai costi (fino a 80 milioni di euro per la maturità), le prove continuano a essere temute, tanto che i siti studenteschi dedicano buona parte della loro attenzione a rassicurare i candidati.

Hanno ragione? Va detto che le preoccupazioni per la prova di italiano della maturità sono limitate dalla pluralità dei testi: il ‘tototracce’ è diventato più un gioco che una previsione, la seconda prova è quella caratterizzante di ciascun indirizzo, la più familiare ai candidati. Resta l’incognita della ‘terza prova’ sulla cui configurazione intervengono anche i membri esterni della commissione e che a distanza di 15 anni dalla sua introduzione non è stata sempre e ovunque metabolizzata dagli insegnanti. Per questo il ‘quizzone’ è la prova più temuta, così come i test Invalsi introdotti nell’esame di licenza media, che vengono predisposti a livello nazionale a differenza di tutte le altre prove. Anche qui il timore è legato, come per la terza prova, alla imprevedibilità dei testi e allo loro configurazione, tuttora vissuta come estranea alla tradizione didattica e valutativa italiana.

Timori però del tutto privi di fondamento, visti gli esiti. Caso mai il problema da approfondire sarebbe quello di legare meglio la valutazione di fine ciclo (e anche quella di fine anno) alla attività didattica svolta dagli insegnanti durante l’anno.