L’esame che non finisce mai

da la Repubblica

L’esame che non finisce mai

Ci siamo: domani incomincia la maturità, anzi la social-maturità. Perché se per i 460mila studenti coinvolti timori e speranze restano quelli di sempre, oggi però si condividono su twitter, skype, facebook e whatsapp. E anche il ministero prova ad adeguarsi

Toto-tema, ansia da ultimo minuto, amnesie, sensi di colpa, fame nervosa, bisogno di dolci, insonnia, paura. Ci siamo: domani incomincia la maturità, anzi la social-maturità. Perché se per i 460mila studenti coinvolti timori e speranze restano quelli di sempre, oggi però si condividono su twitter, skype, facebook e whatsapp. E anche il ministero prova ad adeguarsi

DAEMON annuncia con un tweet che i nervi cedono: «Sto per scaraventare il libro contro il muro». Matilde cammina su un pensiero a precipizio: «Disperazione ai massimi livelli». Iaia preferisce il pentimento preventivo e un brivido: «Inizio a rendermi conto che mi sono messa a studiare un po’ tardi…». Voci dalla “socialmaturità” in transito dai cellulari e dagli schermi dei computer. Trice si lascia andare alla fame nervosa: «Lo studio mi fa venire voglia di latte e cereali» confessa postando il cinguettio con la foto della «merenda da campione». Meno uno alla meta, vigilia del prontivia.
L’esame di Stato è a un passo, domani si comincia con la prova di italiano per i 460mila candidati, ma in mezzo c’è il giorno e la notte prima degli esami. Quella in cui si consultano le lancette degli orologi, quella del tipo «il mio letto ormai è un campo di battaglia: libri penne matite fogli appunti computer e cibo…». Quella in cui i demoni passeggiano nei sogni e i fantasmi escono dalle pagine dei manuali con amnesie improvvise sulle date della Storia o sui maestri della filosofia, blackout sui poeti, testacoda sulle correnti crepuscolari, futurismo, verismo… «Dadaisti chi?». «Hegel ti odio, sei l’ultima fottutissima persona che mi manca del programma di filosofia », firma nightvision. La maturità social è un campo di paure amplificate, ma anche una consolazione: «Siamo dalla stessa parte». E una certezza: «Non mi sento sola qui» (Franci94). La squadra sotto esame si dà appuntamento online, ripassi di classe su skype, il tototema che passa da facebook a twitter e un’autostrada di appunti e documenti condivisi che viaggiano dai siti a pagamento al copia e incolla in clandestinità su WhatsApp, viber, weChat. Persino il ministero dell’Istruzione cambia strategia e prova a somministrare hashtag per calmare le paure: apre due canali #maturità2014 e #quasimaturi. In pochi giorni diventano il collettore di una confessione riassunta in 140 caratteri alla volta. Le reazioni di quelli in coda per l’esame sono le più disparate. C’è chi come Giuss va diretto al cuore del problema: «Fanculo a Leopardi, mi guardo Germania Portogallo », chi come Lally non perde la voglia di scherzare: «Cadorna fu destituito e divenne una stazione della metro di Milano » cinguetta all’hashtag #celapossiamofare. Ida cede allo specchio: «È cominciata la settimana più ansiosa della mia vita ». Quinna si chiede: «Trascinarsi il libro di fisica in bagno è normale?». Altri fanno i maestrini: «Ragazzi – twitta Michele – studiate Calvino, io non sbaglio mai, me lo sento». Altri fanno quelli che si svegliano tardi: «Ragazzi ero l’unico a non sapere che la tesina si deve consegnare mercoledì?». Naturalmente il tototema impazza e anche i tentativi di cogliere profezie nell’aria: «Sará un caso che i prof esterni inclusa la presidente si chiamano Maria oppure è un segno dall’alto?» posta Vale95, mentre Ilaria tenta la magia: «Sto sperando di assimilare tutte le nozioni per osmosi».
Si debutta col foglio protocollo bianco, biro, dizionario ai blocchi di partenza. Scegliere è sempre prendere una strada e qui cominciano le differenze. Lo dice anche l’ultimo studio della Fondazione Agnelli dal titolo: “Dimmi chi sei e ti dirò che traccia sceglierai”.
Esistono preferenze di genere: le ragazze tendono al tema letterario, i maschi ad argomenti storici e scientifici. I candidati dei licei si indirizzano verso l’analisi e commento del testo e su argomenti letterari e storici, quelli dei professionali vanno sul tema di ordine generale. La
Fondazione Agnelli ha analizzato un campione di 600 mila diplomati e i giudizi di 12 mila commissioni rivelando che gli studenti con più crediti, cioè «i più bravi – spiega Gianfranco De Simone, il ricercatore che ha curato lo studio assieme a Martino Bernardi – si orientano sui temi storici e letterari, i meno bravi sui temi generali o tecnici. Colpisce comunque che anche al liceo scientifico la scelta prevalente vada all’analisi del testo letterario rispetto al tema scientifico. Quindi che siano classici o scientifici nei licei è la componente letteraria a vincere».
C’è un’altra sorpresa che rivela questa ricerca: a parità di condizioni dei candidati «le valutazioni dei professori possono oscillare di mezzo punto verso l’alto se si opta per l’analisi del testo letterario o per i saggi brevi o articoli a tema artistico-letterario e storico-politico o verso il basso se ci si orienta per i saggi brevi o articoli a tema socioeconomico, tecnico-scientifico o quello di ordine generale». Insomma anche i prof hanno le loro preferenze legate alle radici culturali: «Forse le tracce diverse da quelle storico-letterarie sono oggettivamente più difficili? O semplicemente i docenti di lettere correggono con più piacere (e favore) i temi su argomenti a loro più congeniali e sui quali si sentono più preparati?» si chiedono gli analisti. «Bisognerebbe – suggerisce Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli – restituire dignità al saggio di tipo socio economico, che se fatto bene rispecchia molto più la cultura contemporanea dei ragazzi, che ad esempio il tema storico che si riduce spesso a una mera esposizione di date».
Insomma, bisognerebbe rimettere i temi tutti a pari merito, sulla stessa linea di partenza. Sia chiaro: la casualità nella scelta esiste ed è legata al fatto di ritrovare o meno nelle tracce del giorno della maturità, un argomento svolto bene dal docente in classe o un tema verso il quale l’allievo nutra una particolare passione. Nella selezione di un tema si incrociano più fattori, non soltanto il passato, ma anche un po’ di futuro: «La scelta di una traccia al posto di un’altra è in qualche modo una previsione del tipo di studi che lo studente farà in seguito» sostiene Gavosto.