Imparare le lingue umane tutte con l’antico metodo AOP

176 LINGUA UNA LINGUA DUE LINGUA TRE CON METODO AOP di Umberto Tenuta

CANTO 176 Imparare le lingue umane tutte con l’antico metodo AOP

 

I figli di Luky hanno soppiantato l’Homo neanderthalensis.

Quali i motivi, qui non ci interessa.

Ci interessa la potenza della parola dei figli di Luky.

Il silenzio è d’oro. La parola è divina!

È stato zitto il bimbo nel grembo materno.

Ma la mamma ascoltava.

Ora la ascolta, ora la osserva.

Presto comincerà ad imitarne i movimenti delle labbra ed ella non si stanca di parlargli dolcemente.

Poi la chiamerà, dirà la prima meravigliosa dolce sillaba: ma’

Ora il bimbo parla.

A due anni parla due lingue, come Michel de Montaigne.

La madre è analfabeta, la grammatica e le sue regole non ha mai insegnato.

Compiti non ne hai mai assegnato.

E il bimbo parla italiano.

E il bimbo parla francese.

E il bimbo parla cinese.

E il bimbo parla giapponese!

Signori miei, quanti affanni di docenti e di studenti nelle nostre aule silenziate dalla coibentazione acustica.

Una domanda capziosa.

Chi è nata prima la lingua o la grammatica?

Una cosa strana io so.

A scuola viene prima la grammatica e poi, molto poi, se qualcuno ci riesce mai, parla biascicando una lingua, italiana o francese, per me dialettofono pari erano.

Ora che la pedagogia e la metodologia ho studiato, le dimentico un po’ e mi metto a riflettere un po’.

Mica ragiono molto!

Sono un intuitivo.

Ecco la regola, non grammaticale.

La regola metodologica che in sigla vi riassumo.

METODO AOP di Umberto Tenuta

È un metodo, una strada per: meta odos.

Una strada per arrivare a parlare, non per arrivare a conoscere la grammatica delle lingue.

PRIMO TEMPO

Ascoltare!

A sei anni il bimbo non parlava.

Che pena mi faceva, faceva a me ispettore delle lingue!

Ma i genitori che cosa hanno fatto, finora?

Scusi, Ispettore, i genitori sono sordomuti!

Mi vergognai della mia ignoranza.

E mi raccolsi in silenzio a riflettere su quella che era stata la mia esperienza linguistica.

Malgrado la sofferta otite infantile, io udivo, io udivo abbastanza i discorsi rositani che mi faceva la mammina cara.

Le rispondevo anche, scustumatello un po’, ché in silenzio non stavo, malgrado il babbo me lo avesse imposto.

Ricordo, ricordo, ricordo!

Anch’io a due anni parlavo, rositano parlavo, ma parlavo.

Ascoltavo, osservavo il volto bello della mamma mia e le rispondevo, parlavo anch’io, intromettendomi nei discorsi che mamma e papà si facevano, là, seduti dinnanzi alla fiamma del focolare.

Eureka!

La regola l’ho trovata, rinvenuta, scoperta, come il primo docente di lingua.

La regola è:

ASCOLTARE

OSSERVARE

Ecché, usi tre parole, non conosci le sigle?

EU ONU USA… usa e getta!

Bene!

Una sigla anch’io ce la ho e ve la do.

A O P (Ascoltare Osservare Parlare).

Voi che lingue non insegnate ma fate apprendere, ricordate AOP: questa è la sigla, questo è il metodo, questa è la strada che a porto sicuro conduce

Ai vostri studenti fate ascoltare ciò che a loro piace, musiche e canti!

Fate vedere film di avventure (mi raccomando, non amorose!) e telenovele a non finire.

Chi sono io che questo vi dico?

Sentite, io l’ho ascoltato da un grande pedagogista italiano di nome Mauro Laeng.

Raccontava che nei suoi studi ormai non poteva più fare a meno della conoscenza delle lingue straniere e si rivolse al collega anglofono che gli suggerì film e romanzi polizieschi in lingua inglese, la sera prima di andare a nanna.

In fondo, si tratta di fare quello che faceva la mamma mia.

Si crea un ambiente linguistico significativo, interessante, coinvolgente.

Non più le cabine linguistiche di vent’anni fa!

Oggi basta uno smartphone e, oplà, tutti gli studentelli si collegano con l’amichetta londinese abitante nei pressi della Chiesa di San Patrizio.

Mi raccomando, però, docenti indiscrete, non andate ad ascoltare quello che i giovinetti si dicono con le inglesine.

Risparmiatevi questa sofferenza!

Notebook, tablet, smartphone e, se volete, TV e cinematografi sono i TIC dei docenti di L2.

Certo, anche i tabloid, i quotidiani, anche su ipad e su tablet oggi possono servire, magari con una editoria specifica per i singoli ordini di scuola, che attinga pure alla grande letteratura.

Gli smartphone, i tablet, i notebook, le cuffie ci sono.

Il grosso dell’apprendimento si fa così.

Poi verrà, sì che verrà, anche la RIFLESSIONE LINGUISTA dei Programmi didattici del 1985.

Ma poi, poi, poi?

Non abbiate fretta!

I giovani impareranno a riflettere anche sulle pergamene e scopriranno, assieme costruiranno le regole della concordanza di genere, numero e caso.

Casomai serva!

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