Maturità classica scientifica umana

188 MATURITà CLASSICA SCIENTIFICA UMANA di Umberto Tenuta

Canto 188 Alto Valore della Dignità umana, ormai diventato umbratile, e trascurata attitudine al Bene, che alberga in seno ai preadolescenti ma che noi Adulti non sempre siamo così attenti a cogliere e valorizzare (Prof.ssa Angelina Sessa, docente di Greco e di Latino, Maestra dei giovani)

 

La Professoressa, dalla carta di identità diversa da quella alla quale si rivolgeva Don Milani, si riferisce alla lettera del suo alunno classico di Prima classe.

Non ho sottomano il protocollo sul quale la Professoressa avrà certamente apposto le sue sottolineature rosso-blu.

Commento perciò solo il contenuto.

Contenuto non certo pervenuto a Francesco dall’Iperuranio platonico.

Ma frutto delle sue interazioni col Sistema formativo integrato nel quale è cresciuto e del quale la Maestra, pardon, la Professoressa Angelica, è magna pars.

Ora vediamo come Francesco sta maturando la sua licenza di uomo per andare da solo per le vie del mondo.

Il suo è un discorso interdisciplinare.

Da Vico alle vicende storiche, politiche, sociali, economiche, culturali in genere di ben due secoli, XX e XXI.

−Una persona −un giovane, no, una persona− lacera la propria vita con un suicidio, si spezza il nucleo di una famiglia.

Francesco ne rivive lo strazio!

Egli non è il giovane svagato, disattento, ubriaco delle superficialità dei nostri giorni.

Francesco si richiama alla <<crisi, ebbene sì la crisi che da anni sta letteralmente divorando il nostro paese, un paese che perde ogni giorno e sempre più dignità>>.

E fa un’analisi socio-economica.

<<Negli anni del boom-economico le persone non avrebbero mai pensato a quello che oggi, in questo preciso momento sta accadendo, le famiglie vivevano una vita spensierata, scoprivano di volta in volta i piaceri della vita, piaceri che erano scoperti anche dalle famiglie che definiremmo ora meno agiate ma che comunque grazie al boom vivevano bene>>.

E, poi, amici cari, ricordate voi, l’invito ministeriale alla Storia dei nostri giorni?

Alla storia del Novecento, come si diceva allora.

Eccolo!

<<Si sono susseguiti in quell’epoca tanti governi: De Gasperi, Fanfani, Segni, Moro, Andreotti, Rumor>>.

Li elenca tutti.

Se vuole, la Professoressa Angelina gli può chiedere anche i nomi propri!

E vedete quanto è giovanilmente generoso!

<<Tutti hanno contribuito chi più e chi meno allo sviluppo socio-economico>>.

Voi, ragazzini, non lo ricordate il BOOM ECONOMICO!

Io sì.

E la Professoressa l’ha studiato ed insegnato!

Imperterrito al rischio del voto, Francesco continua:

<<Il lavoro nasceva in continuazione e tutti coloro che erano propensi a lavorare e di conseguenza avere maggiore disponibilità economica e, quindi, vivere un vita qualitativamente migliore, lo accettavano>>.

Che trasformazioni!

L’agricoltura passa dal 90% al 10%.

Che rimpianti, che malinconia alla Gozzano!

<<Vi erano dei casi in cui le persone avevano più di un lavoro>>.

E sentite che rimpianti di ottuagenario!

<<Tutti questi problemi, che (ora) ci avviliscono, all’epoca non esistevano, le persone erano spensierate>>.

Altro che Rivoluzione francese!

<<Del resto in quegli anni esplose la rivoluzione del ’68, che a parer mio ha contribuito non in modo forte bensì … in modo esageratamente blando alla crescita>>.

 

Bah, lascio ad Angelica il commento!

<<I giovani non erano per cosi dire “schiavizzati” da tutti i problemi d’oggigiorno e vivevano spensieratamente accompagnati dalle canzoni rivoluzionarie del tempo>>

Che giovanile rimpianto!

Altro che schiavi di tutti gli idola del nostro tempo!

Ma chi è costui che scrive della schiavitù dei giovani dei nostri giorni?

Eppure un rimpianto Francesco lo ha!

Canzone rivoluzionaria!

<<..io ti chiedo scusa, e sai perché?

Sta di casa qui la felicità.

Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu!>>

Dice già il giovane Francesco:

Non giudicate e non sarete giudicati!

Forse ha ascoltato anche lui Papa Francesco.

<<Avevano tante comodità.

<<Insomma a parer mio si voleva troppo e si davano troppe cose per scontate, non pensando all’avvenire.

<<Oggi invece non vi è lavoro, i ragazzi abbandonano la scuola per andare a lavorare, anche a causa di una sgradevolissima situazione familiare, non vi è più tutta quella spensieratezza>>.

Ministra Giannini, lo ascolti, glielo dice anche Francesco il giovane, dopo Papa Francesco!

<<I giovani figli delle famiglie meno agiate restano tali, senza le scuole dei dotati>>.

<<Le famiglie meno agiate restano tali e i ricchi diventano sempre più ricchi (piove sempre sul bagnato!) infischiandosene altamente degli altri>>.

LA FORZA DEL DESTINO!

Angelica Seduta, lo hai educato bene il tuo Francesco.

La sua generosità non conosce limiti.

Sentitelo, sentitelo!

<<La classe dirigente lentamente e con diversi sforzi cerca di sollevare psicologicamente ed economicamente il popolo, un popolo sempre più travagliato dalle tasse>>.

Chi le paga le tasse?

Ve lo dice Francesco.

Ora Francesco diventa irriconoscibile, avrà la saggezza antica, la saggezza mia?

<<Ma credo, personalmente, che il travaglio più grande che il popolo ha subito sia stato quello riguardante la dignità, la dignità che è il tesoro più prezioso che una persona possa avere>>.

Valore della persona umana!

Lo afferma la Costituzione.

E Francesco la conosce bene, la Costituzione, imparata nell’Educazione alla convivenza democratica.

Ma gli altri, non la classe docente, non la classe discente, ma la classe dirigente?

Anch’egli, Francesco il giovine, come me, ripone tutte le sue speranze −spes ultima dea− in PAPA FRANCESCO.

<<Il papa in questi giorni dice ai giovani:”Non perdete la SPERANZA”. E invia messaggi dove dice:”Vorrei vedere tutti con un LAVORO decente”>>.

Ecco, ora riassume, riassume e chiarisce anche, il suo discorso, il suo ragionamento, a chi non lo avesse capito.

<<Quelle due parole, SPERANZA e LAVORO, sono per me la madre e il padre della dignità.

Padri di famiglia che ogni giorno perdono il posto di lavoro, e con esso la dignità, e la speranza per un futuro migliore>>

Speranza, Lavoro, Dignità.

Ma chi scrive?

Un giovane vecchio ottuagenario?

No, un quindicenne imberbe.

Imberbe, ma prematuramente saggio, come lo ero io alla sua età.

Purtroppo!

<<30-40 anni fa questo era soltanto un brutto sogno ed irrealizzabile per gli italiani, questo ci fa capire come la moneta quando è lanciata cadrà sempre su una faccia e poi sull’altra>>.

Ah, ecco, ora avanza sulla scena, col suo peplo rosso come il fuoco, la Professoressa di Greco e di Latino!

<<Come dicevano i greci Ο μέν λόγος θαυμαστός, ο δέ λέγων άπιστος (Da una parte il discorso è seducente, ma chi parla è inattendibile).

<<Illo tempore agli italiani piacque quel “discorso” però non chiesero a chi parlava cosa sarebbe successo o tantomeno non presero provvedimenti per il futuro. Come si dice:” Il troppo stroppia”. Si ha avuto troppo prima e ora nulla si ha>>.

Oh, ma cooperazione tra i Professori di Francesco!

Italiano, Greco, Latino, Logica ed anche Scienze.

<<In ultimo vorrei rifarmi alla legge scientifica che dice:”nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”>> (Antoine-Laurent de Lavoisier).

Competenze interdisciplinari del giovane Francesco!

Ma anche costruttivo, il suo discorso.

Un invito del giovinetto ai Grandi della Terra!

<<Ecco cerchiamo di “trasformare” tutto ciò che è possibile in tutto ciò che può essere utile.

Per il bene comune facciamo ciò che deve essere fatto>>.

O miei venticinque lettori, per quello che possiamo, aiutiamo Francesco ad essere ottimista.

E cancelliamo quella punta di pessimismo leopardiano che in lui pure si affaccia:

<<L’Italia non è più una repubblica fondata sul lavoro>> (Francesco Puopolo)

Fine del I ATTO