Riforma PA, il decreto è in GU ma gli effetti sono ancora incerti

da tecnicadellascuola.it

Riforma PA, il decreto è in GU ma gli effetti sono ancora incerti

A quarantott’ore dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non sono ancora del tutto chiari gli effetti normativi e soprattutto quali conseguenze, anche indirette, potranno aver i provvedimenti approvati dal CdM sul comparto Scuola. Per ora le uniche certezze sono quelle dello stop alle deroghe alle pensioni di vecchiaia e il dimezzamento dei distacchi sindacali.

Come preannunciato, il 24 giugno è stato pubblicato il Decreto Legge n. 90 contenente “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”. Solo che a quarantott’ore dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non sono ancora del tutto chiari gli effetti normativi della riforma della pubblica amministrazione. E soprattutto quali conseguenze, anche indirette, potranno aver i provvedimenti approvati dal CdM sul comparto Scuola.

Tra le tante anticipazioni e interpretazioni fornite dai media, c’è n’è anche una fornita in chiave scolastica. A realizzarla è stata la Uil Scuola premettendo che “l’ambito di applicazione del decreto sul personale della scuola non è ancora chiaro” e che ” il Governo ha preannunciato uno specifico intervento legislativo riguardante la scuola per il mese di luglio”, il sindacato guidato da Massimo Di Menna fornisce alcune anticipazioni che riportiamo.

Per ora, una delle poche certezze è quella che vuole coinvolto anche il comparto Scuola nello stop alle concessioni per rimanere in servizio due anni oltre l’età di pensione di vecchiaia.
Entra in vigore, però, anche una novità legislativa che riguarda le pensioni di anzianità: chi ha raggiunto la soglia dei 40 anni di contributi versati può infatti essere collocato in quiescenza, con 6 mesi di preavviso.
Scatta la mobilità intercompartimentale ministeriale di tipo volontario, per la quale però è indispensabile la disponibilità di posti da parte dell’amministrazione accogliente.
La mobilità può diventare “obbligatoria” per il personale in sovrannumero e il cui trasferimento, comunque entro i 50 chilometri, sia funzionale al comparto che accoglie il lavoratore. A tal fine vengono stanziati 15 milioni di euro per l’anno in corso e 30 milioni per il prossimo.
Disco rosso, invece, agli incarichi “di consulenza e di studio” ai pensionati.
Confermato, anche se prorogato di un mese, dall’1 agosto all’1 settembre 2014, il dimezzamento dei distacchi sindacali.
Per il momento ci fermiamo qui: per avere informazioni più precise occorre ora esaminare gli allegati ai decreti. Tenendo sempre conto che i decreti potrebbero subire ulteriori modifiche in fase di conversione di legge parlamentare.