Docenti non formati alle nuove sfide didattiche

191 DOCENTI NON FORMATI AD AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE DIDATTICHE di Umberto Tenuta

CANTO 191 Una classe docente anziana e nemmeno formata ad affrontare le nuove sfide didattiche (Da IL FATTO QUOTIDIANO)

 

Non mi piace “Una classe docente anziana”:un tempo era considerata un merito!

E, infatti, ancora oggi si paga l’anzianità più che il merito.

L’anzianità dovrebbe significare ricchezza di competenze, acquisite attraverso la riflessione sulle proprie esperienze e l’aggiornamento continuo, coltivato nel giardino della propria biblioteca, e come tale riconosciuto merito professionale.

Ma così non è, se è vero, come sembra, che mancano le competenze per affrontare le nuove (?) sfide didattiche, pardon, educative.

Quanti soldini sprecati con i PON!

E dire che tutti conoscono la parentela tra pony e somari!

Lo dico per esperienza diretta, essendone stato conclamato esperto per più di una quaresima.

Ecco, siamo ancora lì, o peggio!

Perchè peggio degli ultimi in classifica non si può essere.

E la scuola italiana è ultima.

Mi addolora.

Patria di Poeti e di Navigatori, ma anche di grandi Pedagogisti.

Tertulliano e Quintiliano.

Tommaso d’Aquino, De Magistro docet!

Un altro Tommaso, con la Campanella e le riviste illustrate sulle mura istoriate della Città de Sole, ispiratore del Rousseau.

Ferrante Aporti, Lambruschini, Rosmini, Casati, Gabelli, Giuseppe Radice, lombardo e siciliano, Gentile anche, seppure con tare lambrosiane pesanti, del cui emendamento si è fatto carico Mario Casotti, e poi Marco Agosti, e Alfredo Giunti nella Scuola come centro di ricerche.

E poi mi fermo, per non essere costretto a citare il Debito estero della scuola italiana.

Mi fermo sulla porta della Biblioteca della scuola, perchè non riesco mai ad entrarvi, sempre preceduto da una folta schiera di colleghi che l’affolla e brucia l’ossigeno della scuola.

D’altra parte, chi me la fa fare ad andare in biblioteca ad otturarmi i bronchioli con la polvere dei tomi intonsi che vi albergano e di qualche volume ancora non sfogliato nelle pagine 72 – 73?

Già da ieri il Dirigente Amministrativo, il quale ha cura dell’economia dell’Istituto, con gli interessi del Capitale marxiano della scuola è riuscito a farmi dono di un phablet da sette pollici che mi risparmia lo sfoglio dei tomi della biblioteca.

Mi fermo e dico che noi docenti, anche se vecchi e stanchi, e molti affetti da accertata femminilità, già siam pronti a vivere ancora, andando incontro a petto scoperto alle nuove sfide della Didattica, perchè quelle di Barletta le abbiamo già imparate con gli scolari di quinta elementare.

Ben lo sappiamo!

Ce lo stanno ripetendo da secoli che la Scuola deve cambiare, rinnovarsi, innovarsi.

E noi ci rinnoveremo!

Smentiremo i nostri calunniatori!

Cominceremo dagli edifici scolastici.

Risparmieremo anche lì.

Non avranno né porte né finestre, né pedane né cattedre, né banchi né carte geografiche alle pareti.

Sarà un gran risparmio!

Ma non finisce qua.

Gli studenti non andranno più dall’ortopedico, perchè tutti avranno i loro tablet ed i libri di carta di Amalfi saranno solo un vezzoso orpello dei figli dei ricchi Amalfitani.

Il fiato dei docenti non rintronerà più sulle pareti delle aule e non ci saranno più lesioni colpose da pagare.

Gli studenti, tutti innamorati come Didone, andranno alla scoperta dei loro saperi all’insegna dell’incitamento di Ulisse:

O frati, che per cento milia

perigli siete giunti a l’occidente,

a questa tanto picciola vigilia

d’i nostri sensi ch’ del rimanente

non vogliate negar l’esperenza,

di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza.”[1]

I docenti non incideranno più i saperi nelle tabulae rasae, ma gli studenti si metteranno nelle stesse condizioni degli uomini che nel corso dei millenni hanno costruito conoscenze, capacità e atteggiamenti umani.

I docenti affronteranno anche la nuova sfida didattica di restituire ai giovani l’innata curiosità umana che dal grembo materno essi si sono portata nascosta nei loro cuoricini.

Ci sarà anche un risparmio di legumi, di legnami, di energia elettrica per i microfoni e per i pennini delle note scritte sui registri digitali.

E quante consunte mappe concettuali i docenti risparmieranno, perchè le mappe mentali ogni studente se li costruirà da solo, nel cervello e nel tablet.

Non solo mentendo, ma sapendo di mentire, chi ha detto che i docenti italiani non si formano ad affrontare le nuove sfide didattiche?

Chi l’ha detto certamente voleva nascondere che nessuno paga i docenti per affrontare questo impegno di tempo e di denaro, tempo e denaro sottratto dai loro miserevoli stipendi.

Ministra Giannini, elimini la burocrazia che ha già soffocato la scuola italiana, a San Pietro ancora impegnata a compilare carte che nessuno leggerà ed a fare esami per punire coloro che ha già punito, non offrendo loro gli strumenti e la voglia di imparare!

Lo so, questa è una sfida immane, dinanzi alla quale tutti sono crollati.

Da non credente, però io credo che la Parola di Papa Francesco, Parola saggia e santa che anch’Ella ha ascoltato a Piazza San Pietro, La renderà grande, o Ministra, nel Regno della Scuola!

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http://www.edscuola.it/dida.html

 

 

[1] Dante Alighieri, Inferno-Canto XXVI,