Ministro Giannini, non si sottragga alle sue responsabilità!
di Enrico Maranzana
“Stiamo riflettendo su un nuovo pacchetto di misure incisive che riguardano le competenze degli studenti, la valorizzazione del ruolo degli insegnanti e la governance e l’autonomia delle scuole. Nei prossimi mesi ci sarà una CONSULTAZIONE per arrivare finalmente in autunno ad una visione omogenea del tema scuola” ha annunciato il ministro Giannini.
Leggendo in trasparenza l’asserzione se ne coglie la sostanza. A tal fine la si trasli in ambito scolastico e la si riferisca a un docente di matematica che introduce la sua progettazione didattica dicendo ai propri studenti: “Ho prefigurato il lavoro di classe ma voglio il vostro assenso. Mi confronterò con voi per concordare l’immagine della disciplina scientifica che sostanzierà il mio lavoro”.
La razionalità deve essere l’unico, il sicuro, l’indiscusso riferimento del governo del sistema educativo.
Come un medico identifica le terapie in base alla scienza medica, così la cultura contemporanea deve guidare il disegno dell’architettura scolastica.
Il problema educativo è complesso: l’adozione di un’appropriata metodologia per il suo abbattimento è essenziale.
Il sistema delle regole scolastiche contengono quanto necessario per tracciare l’itinerario risolutivo che, per successive approssimazioni, assegna specifiche responsabilità ai diversi soggetti interagenti.
- “Il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione definisce gli obiettivi formativi nei diversi gradi e tipologie di istruzione” e li esprime sotto forma di competenze generali.
- Il Consiglio di circolo/d’Istituto “elabora e adotta gli indirizzi generali” integrando le competenze generali nazionali adeguandole alle esigenze locali. Le trasmette al collegio dei docenti per la predisposizione del Piano dell’Offerta Formativa.
- Il Collegio dei docenti “cura la programmazione dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato [1], i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali [2]”. A tal fine identifica le capacità che le competenze generali presuppongono e le monitorizza per “valutare periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica”
- Il Consiglio di classe “realizza il coordinamento didattico e tesse rapporti interdisciplinari” prefigurando percorsi d’apprendimento unitari che conducano gli studenti alla conquista dei traguardi indicati dal Collegio dei docenti.
- Il docente progetta occasione didattiche per promuovere competenze specifiche, espressione di conoscenze disciplinari e delle capacità collegialmente individuate.
Un cambiamento profondo dell’ordinaria professionalità in quanto la promozione di una competenza richiede “il diretto coinvolgimento dell’individuo e il suo prendere parte attiva, tanto da imparare con tutti i cinque sensi e non soltanto mediante l’ascolto e lo studio solitario”.
Situazione che richiede l’arricchimento della tradizionale immagine delle discipline, integrandola con “i metodi propri di indagine” che hanno condotto a soluzione le problematiche generative delle conoscenze.
Una competenza non può essere insegnata .. si acquisisce praticandola
da cui discende: “il lavoro in laboratorio e le attività ad esso connesse sono particolarmente importanti perché consentono di attivare processi didattici in cui gli allievi diventano protagonisti e superano l’atteggiamento di passività e di estraneità che caratterizza spesso il loro atteggiamento di fronte alle lezioni frontali”.
La proposta ministeriale d’indire una consultazione generale appare stridente con la scansione illustrata: la dimensione del problema educativo sembra sottostimata così come non traspare l’esigenza di ridefinire la funzione docente.