Riforme della Scuola

226 RIFORME DELLA SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 226 In questa estate come in ogni estate non si parla che di riforme della scuola.

Che la scuola vada riformata non c’è dubbio, squassata qual è.

Ma quali riforme?

Ovvio, scontato, conclamato: riforme del Personale della Scuola!

Sono tutte belle le riforme del personale della scuola, belle e necessarie, belle ed urgenti.

Ma una domandina viene spontanea, un domanda piccola piccola, una domanda che nessuno fa.

 

PER QUALE SCUOLA?

Sì, per quale scuola!

La Scuola che si impegna a imprimer bene nelle menti degli scolari le definizioni e le regole, come si prevedeva nei Programmi didattici del 1867 e come invano ognor ci si impegna a fare?

o laScuola del successo formativo di cui vaneggia uno sconosciuto D.P.R. 8.3.1999, n. 275?

Questo, e soprattutto, e innanzitutto, e prima di tutto, questo è il problema!

La scuola del successo formativo garantito a tutti i candidati alla condizione umana, sociale, civile, professionale, oppure la scuola della mortalità umana?

Morti già prima di andare a scuola, morti dentro le aule anaerobiche.

Se non morti, mutilati.

Mutilati dal dieci al novanta percento.

Mutilati di Musica e Canto.

Mutilati della Motricità, a cominciar dalla Danza.

Ciechi al Bello.

Sordi all’armonia che l’Universo tiene.

Elenco senza fine triste!

Appannaggio di una scuola che insegna, ospita lezioni e conferenze.

E, innanzitutto, prima di tutto e di tutti, votazioni senza fini!

O Scuola, o Scuola, perchè di tanto inganni i figli tuoi?

O Scuola, o Scuola, perché non rendi poi quel che prometti allor?

−Signor Giudice, Signori Giurati!

−Io, avvocatuncolo di provincia estrema, io difendo la Scuola!

−La mia è una difesa d’uffizio, difesa doverosa, difesa pagata solo dalla mia generosità.

−Se voi volete che la Scuola garantisca a tutti i suoi studenti, nessuno escluso, il Successo Formativo, occorre che Chi per uffizio vi è tenuto garantisca alla scuola personale docente che non insegna, ma impegna gli studenti in attività apprenditive, e perciò formative, di PROBLEM SOLVING, nella forma del COOPERATIVE LEARNING.

−Signora Giurata, chieda! Chieda pure!

−La ringrazio, Signora gentile, e Le chiarisco subito:

−Scrive il Saggio Clayton che <<si può tracciare il seguente modello dell’attività dell’insegnante:

Egli:

1. determina i risultati auspicati;

2. esamina lo scolaro e valuta il suo livello effettivo di apprendimento;

3. specifica gli obiettivi dell’insegnamento alla luce dei punti 1) e 2);

4. seleziona le informazioni, i temi di studio e mette a punto i metodi;

5. impegna lo scolaro in attività che presume lo portino all’apprendimento;

6. dirige e guida le attività di apprendimento;

7. crea situazioni che permettano di utilizzare gli apprendimenti acquisiti;

8. valuta i risultati del processo>>[1] .

−Ecco, Signor Presidente, Signori Giudici a latere, Signori, Giurati!

−La Scuola, la mia amata Signora Scuola, non ha bisogno di GAIE e TRISTI fanciulle in attesa per più di nove mesi!

−Le facciano entrare tutte, le gaie e tristi fanciulle, con un solo impegno, un impegno sul loro onore, l’impegno di essere maestre tayloriane!

−Maestre innamorate, ope legis innamorate, tutte innamorate della Matematica o della Poesia, di Muzio Scevola o delle Galapagos, di Socrate o di Guglielmo…

−Maestre la notte e il dì, senza sedie e senza LIM, tutte con TABLET e Smartphone…

 

−PQM chiedo l’assoluzione, assoluzione con formula piena, della mia Amata GENITRICE SCUOLA.

−E spese a carico della PARTE SOCCOMBENTE, anche se nullatenente!

 

AVVISO

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

[1]CLAYTON T.E., Insegnamento e apprendimento, Martello, Milano, 1967, p. 14.