Crescono le adesioni dei “beffati” alla protesta del 29 agosto: in piazza ‘Quota 96’ e precari

da La Tecnica della Scuola

Crescono le adesioni dei “beffati” alla protesta del 29 agosto: in piazza ‘Quota 96’ e precari

 Sui social network sale l’attenzione per la manifestazione da attuare a Roma, nello stesso giorno in cui il Consiglio dei ministri potrebbe dare l’ok alla prima parte di quella riforma della scuola annunciata da tempo dai vertici del Miur e del Pd: in piazza scenderanno così gli ultra sessantenni, prima bloccati dalla riforma Fornero e poi illusi dal Governo Renzi, assieme ai precari, in particolare quelli che si sono visti soffiare il ruolo per lo spostamento in massa di colleghi del Sud nelle province con più posti del Centro-Nord. I supplenti che non potranno raggiungere la capitale, manifesteranno nelle loro città.

Ora è ufficiale: il 29 agosto la protesta a Roma dei ‘Quota 96’ diventerà anche il luogo della contestazione dei giovani docenti che chiedono di essere assunti. Si ritroveranno assieme, uno accanto all’altro: gli ultra sessantenni, prima bloccati dalla riforma Fornero e poi illusi dal Governo Renzi, assieme ai precari, in particolare quelli che si sono visti soffiare il ruolo per lo spostamento in massa di colleghi del Sud nelle province con più posti del Centro-Nord.

Molti supplenti – organizzati in un gruppo su Facebook (“Ora Basta!!!) e che stanno per costituire un comitato – hanno garantito la loro presenza a Roma il 29, e molti che non potranno raggiungere la capitale manifesteranno nelle loro città. “Stiamo preparando presidi pacifici con distribuzione di volantini in occasione delle convocazioni per l’assegnazione dei ruoli e per gli incarichi”, ha spiegato l’amministratrice del gruppo Rosaria Miranda. Quello che chiedono i precari delle Gae, che hanno scritto anche a Giannini e Renzi, sono soprattutto “regole certe” per l’assegnazione del punteggio ai fini della graduatoria. Il Ministro, tuttavia, ha già risposto che le regole ci sono e al Miur non si può fare sostanzialmente nulla per rimediare.

Su Facebook e social network di settore, però, il tema è diventato uno degli argomenti più dibattuti: si chiede con insistenza di rivedere le norme e i punteggi che danno accesso al reclutamento. Come di introdurre flessibilità, senza però penalizzazioni, in uscita. Per andare in pensione. Anche perché, col passare dei giorni, le speranze per i ‘Quota 96’ di poter lasciare la scuola dal prossimo mese di settembre si avvicinano sempre più allo zero.

Giovani e anziani della scuola vogliono così mandare un segnale forte in concomitanza del Consiglio dei ministri previsto proprio quel giorno. Un CdM nel quale potrebbe essere approvata anche una prima parte di quella riforma della scuola annunciata da tempo dai vertici del Miur, del Pd e dello stesso Governo in carica.

L’Ansa scrive che “sul piatto – è idea del premier Matteo Renzi anticipare la ‘sorpresa’ attesa per settembre – anche il cosiddetto “pacchetto scuola”, che potrebbe introdurre importanti ‘innovazioni’. La conferma arriva dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: in vista dell’inizio della scuola – afferma in un’intervista al Messaggero – “ho avuto diversi incontri preparatori con il presidente del Consiglio. Stiamo studiando insieme una serie di proposte innovative per la scuola”.

La proposta del governo potrebbe riguardare programmi e competenze, autonomia scolastica e docenti: interventi coperti da uno stanziamento di risorse nella legge di stabilità: Renzi ha parlato di “1 miliardo di euro”. Ma su come verranno investiti questi fondi rimane un mistero. Da alcuni rumors, invece, sembrerebbe che sia intenzione del Governo continuare a fare economia, iniziando a tagliare proprio sui supplenti: se le indiscrezioni sono vere, da settembre verrebbero chiamati solo per supplenze superiori a 10-15 giorni; per quelle brevi si utilizzerebbe i colleghi già di ruolo, in particolare nelle tante scuole dove sono presenti docenti senza cattedra, impegnati su progetti o con un numero di ore settimanali inferiore a quello minimo.