Lettera a Vauro

Lettera a Vauro

di Maurizio Tiriticco

Caro Vauro, apprezzo sempre le tue riflessioni, soprattutto quanto hai scritto sul Fatto Quotidiano e quanto hai detto sere fa a Radio24 sul conflitto in Medioriente. Sono d’accordo con te e so bene che la ragione è dalla parte dei Palestinesi. Semplicemente perché sono stati espropriati delle proprie terre! Qualcuno, anzi tanti Qualcuno, con la Q maiuscola decisero alla fine della seconda guerra mondiale che gli ebrei, dopo i massacri che avevano subito, avevano diritto ad una loro terra, ad un loro Stato. Nulla da obiettare a questa decisione, ma… Questi qualcuno hanno compiuto una scelta, ma hanno mai consultato i Palestinesi? Non credo proprio! Va considerato che in quelle terre da secoli sono sempre convissuti gruppi eterogenei, anche sotto il dominio ottomano. In seguito, con l’avvio del colonialismo e poi, con la fine della prima guerra mondiale e il crollo della Sublime Porta, quelle popolazioni sono state sottoposte al rigido controllo dei tanti Mandati e Protettorati che gli Stati capitalistici occidentali hanno voluto istituire, ovviamente “per il bene di tutti” e “per la conservazione della pace”. In effetti, invece, per disporre in Medio-oriente, una zona sempre critica e calda, di una sorta di testa di ponte a fronte del mondo confinante: la Persia, l’Irak, “indipendente” dal 1919, l’Arabia Saudita.
E fu proprio dagli anni Venti del secolo scorso che le potenze occidentali cominciarono a favorire insediamenti ebraici provocando tensioni con le preesistenti comunità arabe. La creazione dello Stato di Israele del secondo dopoguerra non è stata che una conseguenza mirata di una politica che ha sempre inteso di disporre in Medioriente, zona per certi versi sempre “calda”, di uno Stato che riflettesse modalità istituzionali e organizzative simili a quelle delle “democrazie occidentali” o, se si vuole, dell’organizzazione capitalistica di una società. E non è stato un caso che le potenze occidentali hanno investito fior di quattrini per costruire ex novo uno Stato con tanto di S maiuscola, che oggi non solo dispone di uno degli eserciti più forti del mondo, ma anche della bomba atomica! Alla faccia dell’intifada dei poveri ragazzi palestinesi!
Ciò che è avvenuto dopo la vicenda delle molteplici “exodus” e dei tanti sbarchi che a tutt’oggi non hanno ancora fine, è più che noto. Piaccia o non piaccia, le popolazioni palestinesi preesistenti sono state a poco a poco, ora con i guanti, ora con efferati eccidi – come non ricordare il massacro di Sabra e Shatila? – messe alle corde, e non nel senso metaforico: prigioniere nei loro territori.
Israele e i suoi alleati occidentali hanno un’enorme responsabilità per quanto è avvenuto e avviene ogni giorno in quelle terre. I palestinesi hanno un unico torto: quello di non poter disporre né di un gruppo dirigente autorevole né di alleati né di armi né di danaro. Hamas nella striscia di Gaza è capace soltanto di provocare un nemico potente che poi trova ragioni da vendere per giustificare i suoi bombardamenti a tappeto! Per ogni razzo sparato da Gaza, la risposta è di tonnellate di missili, bombe, invasioni di carri armati! Sembra che Hamas sia il migliore alleato di Israele! Abu Mazen e Al Fatah in Cisgiordania contano quanto il due di briscola. Hanno tollerato e continuano a tollerare che gli Israeliani persistano nel costruire vere e proprie città per sempre nuovi coloni, difese per altro da mura alte sei metri, valicabili solo da cittadini israeliani. E così i Palestinesi della Cisgiordania sono dei prigionieri in casa propria: come i loro confratelli della striscia di Gaza.
Di fatto Gaza e la Cisgiordania sono due prigioni a cielo aperto. E di questa situazione non si vede la fine. Quante volte sono stati aperti negoziati di pace e quante volte sono stati chiusi? In effetti, a Israele la pace interessa fino a un certo punto. Perché, con trattative sensate ed equilibrate, dovrebbe fare cessioni politiche e organizzative che per il suo Stato non sarebbero affatto convenienti? Da parte sua, Amas sembra avere tutti gli interessi a tirare la corda per dimostrare al mondo quanto sono cattivi gli Israeliani. Di fronte a tale stato di cose, sembra che il dramma non avrà mai fine. E chi paga è sempre la popolazione civile!
Caro Vauro! Scusami se l’analisi che ho condotta è stata frettolosa e imprecisa, ma penso di avere centrato i problemi di fondo. Ti informo che ho chiesto a Francesco che “vada a trovare il Sultano”, come fece secoli fa il Santo di Assisi, di cui ha voluto portare il nome! Lui ci andò… a cavallo di un somaro! Il nostro Francesco potrebbe disporre di un jet! Affacciarsi al balcone e invitare alla pace non serve. Tutti i papi, a mia memoria, dal dopoguerra ad oggi hanno sempre invocato la pace! Ma la pace bisogna imporla! E penso che Francesco abbia tutte le energie per farlo! Anche perché non indossa le scarpe rosse papaline, ma preferisce quelle da globe trotter! E allora, si dia da fare, se vuol fare onore al nome che porta. E non c’è ragion di stato che tenga, a fronte di massacri che si perpetuano anche mentre io scrivo e quando tu leggerai.