Riforma della discriminazione premiale

RIFORMA DELLA DISCRIMINAZIONE PREMIALE SARà CHIAMATA LA RIFORMA RENZI GIANNINI di Umberto Tenuta

CANTO 241 La scuola riproduce la società, nel bene e nel male.

La società è la sua cultura: conosci le culture e conosci le società.

Uomo spartano, cultura spartana, scuola spartana: la ricordate?

Uomo ateniese, cultura ateniese; la ricordate, voi che avete studiato la Storia della Pedagogia?

 

Ci eravamo illusi che la società italiana cambiasse verso a cominciare dalla sua scuola.

Una scuola nuova per una società nuova, moderna. democratica.

E invece sembra, dico, sembra che nulla cambia.

La scuola è lo specchio e la madre della società.

La società italiana è ancora una società stratificata, e la scuola la riproduce.

Ne avevamo avute avvisaglie dalla Ministra Giannini che non si è stancata mai di parlare di alunni dotati, ovviamente figli di genitori di talenti dotati, da premiare mandandoli all’Università.

La prima, grande discriminazione sociale: di qua i figli dei contadini, direbbe Don Milani, di là i figli del dottore.

Ora si aggiunge una seconda discriminazione.

La discriminazione premiale.

Di qua i docenti premiati, di là i docenti non premiati.

Ai docenti premiati i figli di Papà.

Ai docenti discriminati i figli del contadino.

Ma no!

I docenti non sono premiati per le loro competenze, ma per il maggior tempo che dedicano alla scuola.

Prima osservazione.

Ma forse la Ministra Giannini, esperta di lavoro industriale, ignora che le docenti −ormai a scuola sono rimaste solo loro− dedicano alla scuola tutta la loro giornata, anche il tempo per costruire la corrispondenza biunivoca tra forchette, piatti e persone sedute a tavola.

Che forse la mia lombarda amica Stefania, in vacanza in quel di Trapani, non la trovo impegnata in un corso estivo di formazione?

Signora Ministra, la scuola impegna a tempo pieno, impegna a tempo pieno chi vera maestra è.

Seconda osservazione.

Ammesso poi che qualche docente voglia privarsi del proprio riposo notturno ed impegnarsi per altre ore a scuola, per questo lavoro non c’era già il compenso per il lavoro straordinario?

Ed ancora.

A qualche docente può far comodo lavorare part time.

Soprattutto alle donne che sono la stragrande maggioranza dei docenti.

Tre-quattro ore Maestra, il resto Casalinga autorizzata.

Signora Ministra, se così vuole, la scuola consoliderà ancora le disuguaglianze sociali.

Alle Maestre impegnate la notte e il dì saranno assegnati i figli del dottore.

Alle Maestre part-time i figli dei contadini.

Discriminazioni sociali, discriminazioni premiali.

Nihil novi sub sole.

Giovanni Gentile docet.

E il ministro Bottai applaude.

Presidente Renzi, che fa, si unisce al coro?

 

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