Scuola per una società che si perpetua

SCUOLA PER UNA SOCIETà CHE SI PERPETUA di Umberto Tenuta

CANTO 243 Di scuola si parla, e non abbastanza.

Ma chi ascolta e chi legge forse una domanda se la pone.

Nella scuola sono rimasti solo i docenti ed i dirigenti?

Una fabbrica che gira a vuoto.

Riforme che lasciano tutto a un secolo fa.

Personale assunto con sofisticati calcoli aritmetici.

Con ferma permanente.

Questa è la scuola dalla quale sono nati i malanni dei nostri giorni: e quanti, ahimé!

Quale miracolo italiano può far nascere una società diversa fra dieci anni?

Amici miei, tiremm’ a campà!

 

Sì, proprio così!

Un ufficio di collocamento.

Punto e basta.

Con i tempi che corrono, pure questo è un bene.

Ma non ha detto Matteo che fra dieci anni la società italiana sarà quella che la farà essere la scuola della sua riforma?

La Riforma del collocamento dei docenti.

RIFORMA:

Finalità formative?

Nessuno ne parla.

Motivazioni degli studenti?

Sono tutti demotivati.

Attività di apprendimento formativo, del tipo Problem solving e Cooperative learning?

Bando agli inglesismi.

Abbiamo le Lezioni, le Ripetizioni, le Interrogazioni.

Tecnologie formative?

I libri di testo.

Qua e là, solo qualche rara LIM per le spiegazioni.

Ed i Tablet?

Mica i docenti li sanno usare!

E la Valutazione formativa?

Da cent’anni funziona bene quella selettiva.

Perchè cambiare?

Scusa, ma allora tutto rimane come prima?

Esatto!

Meglio non correre rischi andando incontro all’avvenire.

E fra dieci anni che sarà?

Che importa che sarà, quel che sarà c’è già!

E Matteo lo sa.

 

Che sarà, che sarà, che sarà

Paese mio che stai sulla collina

disteso come un vecchio addormentato

La noia

l’abbandono sono la tua malattia

Paese mio, ti lascio vado via.

 

Che sarà, che sarà, che sarà

che sarà della mia vita, chi lo sa?

So far tutto

o forse niente ma domani si vedrà

e sarà, sarà quel che sarà.

 

Amore mio, ti bacio sulla bocca

che fu la fonte del mio primo amore

Ti do l’appuntamento

come e quando non lo so

Ma so soltanto che ritornerò.

 

Che sarà, che sarà, che sarà.

che sarà della mia vita, chi lo sa?

Con me porto la chitarra

se la notte piangerò

una nenia di paese suonerò.

 

Gli amici miei son quasi tutti via

e gli altri partiranno dopo me

peccato

perché stavo bene in loro compagnia

Ma tutto passa, tutto se ne va.

 

Che sarà, che sarà, che sarà

che sarà della mia vita, chi lo sa?

So far tutto

o forse niente ma domani si vedrà

che sarà, sarà quel che sarà.

 

Paese mio che stai sulla collina

disteso come un vecchio addormentato

La noia

l’abbandono sono la tua malattia

Paese mio, ti lascio vado via.

 

Che sarà, che sarà, che sarà

che sarà della mia vita, chi lo sa?

So far tutto

o forse niente ma domani si vedrà

che sarà, sarà quel che sarà.

 

Che sarà, che sarà, che sarà

che sarà della mia vita, chi lo sa?

So far tutto

o forse niente ma domani si vedrà

che sarà, sarà quel che sarà.

che sarà, sarà quel che sarà.

che sarà, sarà quel che sarà.

(Autori: Jimmy Fontana, Franco Migliacci, Carlo Pes)