Ricchi d’America
di Antonio Stanca
Quando, nel 2000, fu pubblicata negli Stati Uniti la raccolta di racconti Sam the Cat and Other Stories l’autore, Matthew Klam, aveva trentasei anni, era la sua prima opera e dalla famosa rivista “The New Yorker” fu segnalato tra i venti migliori scrittori americani con meno di quarant’anni. In Italia il libro comparve nel 2002 per i tipi della casa editrice minimum fax di Roma e col titolo Questioni delicate che ho affrontato dall’analista. E’ il libro che di recente è stato ristampato per la serie “Coast to Coast” (Autori americani contemporanei) promossa da “Il Sole 24 ORE”. La traduzione è stata di Matteo Colombo.
Klam è nato nel 1964, ha cinquant’anni, è di origine ebrea, si è laureato presso l’Università del New Hampshire, vive a Washington, scrive racconti e saggi, insegna alla Johns Hapkins University e conduce il programma MFA presso Stony Brook Southampton. Collabora con importanti riviste dove compaiono spesso i suoi racconti. Molti sono i riconoscimenti ottenuti per questi, molti i premi. Tra gli altri i prestigiosi O. Henry Award e Whiting Award per la suddetta raccolta. Molto atteso è un suo romanzo di prossima pubblicazione. Si può dire che da quando, nel 2000, Klam si è fatto conoscere come scrittore di racconti il successo è stato continuo, ininterrotto anche se non sono mancate voci discordanti, critiche.
I temi che lo scrittore tratta nelle sue brevi storie sono legati all’atmosfera, alla situazione sociale che ormai si sono definite in America e che hanno portato ad inseguire certi modelli di vita, a cercare, cioè, a desiderare la ricchezza, il lusso, lo sfarzo più di ogni altra cosa anche se per raggiungere, ottenere posizioni sempre migliori, per diventare sempre più ricchi, per partecipare di quanto avviene in alto, nei palazzi del potere, non si bada più a chi sta vicino, non si curano più i rapporti con la famiglia, la moglie, i figli, i parenti, non si sta attenti a quei particolari della vita di ogni giorno che servono per ordinarla, per farla scorrere senza problemi. Confusi, disorientati si ritrovano, perciò, col tempo “i cercatori d’oro“, perché soli generalmente rimangono senza i riferimenti a quelle persone, a quelle cose che aiutano a riconoscersi ed a riconoscere il proprio ambiente. Di conseguenza è la donna ad emergere da questa crisi dell’uomo, è lei che diventa la protagonista di quella vita che a lui sfugge, è lei che mostra capacità non solo intellettuali ma anche fisiche. E’ bastato dire, nei racconti, di donne decise, sessualmente esperte perché Klam fosse accusato di misoginia, è bastata l’ironia usata per mostrare certe situazioni perché gli fosse attribuito del sarcasmo, fosse incolpato di essere un sovversivo mentre i suoi sono soltanto dei rilievi circa quanto effettivamente succede in America, la sua è soltanto una polemica contro i costumi diffusi, è il proposito di estendere la loro conoscenza tramite la scrittura e soprattutto tramite un linguaggio capace di adattarsi ad ogni situazione, di riuscire sempre chiaro, scorrevole, di essere ironico al fine di evidenziare alcuni momenti, trasformarli in colpi di scena e giungere meglio al lettore, coinvolgerlo di più. Storie di vita sono i suoi rilievi, quelle dei suoi racconti, storie che Klam rappresenta nella loro realtà, nella loro verità senza mai diventare complicato, difficile nell’esposizione e portando chi legge a cogliere i significati che egli si propone. Unico può essere definito Klam per questo suo stile tanto semplice e tanto impegnato nello stesso tempo.
Così succede pure in Questioni delicate che ho affrontato dall’analista. In quest’opera d’esordio Klam aveva mostrato quelli che sarebbero sempre stati i suoi temi, i suoi intenti e i suoi modi per trasformarli in scrittura. L’opera contiene la prima galleria di quei personaggi che sarebbero diventati tipici, emblematici della narrativa del Klam, di quelle figure di americani che per inseguire le loro aspirazioni, le loro ambizioni, per ottenere sempre di più hanno perso quello che era loro e tormentati sono dal pensiero di non poterlo più recuperare. Dal Sam del primo racconto, che pur essendo stato con tante donne è ancora alla ricerca del vero amore e che finisce col frequentarsi con un omosessuale, al Vincent del secondo che trascorre un week-end da favola presso la casa del ricchissimo fratello Dave e che poi scopre quanto questo sia afflitto dal pensiero della propria impotenza e dall’incessante desiderio della moglie di avere un figlio, al protagonista del sesto che, invitato alla festa di nozze di un amico miliardario, si lascia andare in un lungo, interminabile discorso solitario durante il quale svela come diventi difficile, complicata la vita di chi è ricco, come i ricchi vengano rovinati nel loro intimo, come giungano a perdere ogni spontaneità, ogni sincerità nei rapporti, negli scambi e ad agire sempre secondo le regole del guadagno, come infelice sia generalmente l’uomo ricco compreso l’amico che si sta sposando e al quale rivolge l’accusa di aver voluto arricchirsi sacrificando gli aspetti più naturali della sua personalità. L’episodio sorprende, scandalizza i numerosi convenuti ma si rivela il manifesto di quanto lo scrittore persegue, la sua denuncia di cosa si cela dietro le apparenze, di ciò che si perde per diventare ricchi e di come siano dolorose, drammatiche simili perdite. E’ questo il significato che emerge dai racconti, il messaggio che Klam vuole trasmettere, il motivo che lo ha reso celebre e che continua ad arrecargli successo.
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