Modiano da Nobel
di Antonio Stanca
Quest’anno il Nobel per la Letteratura è stato assegnato a Patrick Modiano, scrittore francese che ha sessantanove anni e vive a Parigi con la famiglia.
Variamente impegnato è sempre stato Modiano ma l’attività della scrittura è prevalsa nei suoi impegni. Giovanissimo, nel 1968 quando aveva ventitrè anni, si è fatto notare col romanzo La piazza dell’étoile. Ha poi continuato a scrivere racconti e romanzi quali Ronda di notte nel 1969, I viali della circonvallazione nel 1972 (Gran Premio Romanzo dell’Accademia di Francia), Via delle botteghe oscure nel 1978 (Premio Goncourt) e tra i più recenti L’orizzonte nel 2010.
Modiano appartiene alla corrente dei nuovi scrittori francesi, di quelli che si sono liberati dalle regole della tradizione ed hanno mostrato di saper tuttavia pervenire a risultati narrativi ed espressivi altamente significativi. I tempi che ricorrono nelle sue prime narrazioni sono quelli della seconda guerra mondiale, i luoghi quelli della Francia, in particolare Parigi, occupata dai tedeschi, i temi quelli di chi da questi avvenimenti si è visto privato della famiglia, della casa, delle persone, delle cose più care ed alla loro ricerca si è messo senza riuscire a trovarle. In seguito nella narrativa di Modiano cambieranno i tempi, i personaggi ma la condizione di questi rimarrà sempre uguale. Come Parigi costituirà quasi sempre lo sfondo delle due narrazioni così i suoi personaggi saranno tutti mostrati come bisognosi di ritrovarsi tra quanto hanno perso, tra quanto faceva parte della loro vita, di riconoscersi, identificarsi in esso senza, però, che diventi mai possibile. Condannato a vivere da disperso in un mondo diventato così vasto e confuso è l’eroe di Modiano, a rimanere perennemente sospeso tra quanto avrebbe voluto e quanto deve accettare, tra ricordi e rinunce, passato e presente, idea e realtà. Invaso giungerà a sentirsi da presenze misteriose, occulte, con esse penserà di entrare in contatto tanto acceso è il suo bisogno di altro, di diverso da quel che vede, che vive, di quel passato che ha perso, di quelle origini che non gli appartengono più.
In questa condizione umana, in questi drammi si possono riconoscere quelli dello scrittore. E’ stato lui ad essere vissuto senza famiglia, senza casa, senza persone care, ad averle ardentemente desiderate ed inutilmente cercate.
Nato nei sobborghi di Parigi nel 1945 da padre ebreo-italiano, che per i suoi affari dalla Grecia era venuto nella capitale francese, e dall’attrice belga Colpijn Louisa, Patrick, primo figlio, aveva assistito alla morte prematura, dieci anni, del fratello Rudj ed era cresciuto nei collegi dove studiava perché assenti da casa per i loro impegni erano sempre stati i genitori. Anche per questo aveva interrotto gli studi. E’ lui, quindi, che attraverso i suoi personaggi cerca le sue origini e che, come loro, non è mai riuscito a trovarle. Gran merito dello scrittore è quello di aver trasformato la sua esperienza in una condizione umana così estesa e così significativa. Il Nobel giunge a sancire l’ampiezza, la vastità che Modiano ha saputo procurare a ciò che era soltanto suo, a stabilire come abbia saputo fare letteratura della sua vita.
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