Protesta dei sindacati contro il blocco dei contratti e lo stop agli scatti

da Il Sole 24 Ore

Protesta dei sindacati contro il blocco dei contratti e lo stop agli scatti

di Eugenio Bruno

Sindacati degli insegnanti sul piede di guerra contro la legge di stabilità. Nel mirino di Cisl scuola, Uil scuola, Flc Cgil, Snals e Gilda ci sono il blocco della contrattazione in vigore dal 2007 e lo stop agli scatti d’anzianità fino al 2014. Alle organizzazioni sindacali non basta la promessa del governo di stabilizzare , a partire dal prossimo anno scolastico, 148.100 precari. Lo hanno ribadito ieri. Prima in una conferenza stampa in cui sono state ribadite le ragioni alla base della petizione #Sbloccacontratto; poi consegnando a Palazzo Chigi gli scatoloni con i moduli firmati da circa 300mila lavoratori del comparto istruzione.

Le richieste al Governo
I sindacati hanno sottolineato come i lavoratori della scuola non possano subire una ingiusta, doppia penalizzazione: «Un contratto scaduto e non rinnovato dal 2007, gli aumenti per anzianità, gli unici possibili, sono fermi, e fino al 2019 non sono previsti aumenti di stipendio». Da qui la duplice richiesta all’esecutivo di effettuare un cambio di passo, modificando la legge di stabilità, e avviare un negoziato che non si limiti al rinnovo del contratto, e non solo. Con annessa la promessa di essere pronti a dare battaglia se non arriveranno risposte.

La replica del ministro Giannini
Una prima risposta è arrivata dal ministro Stefania Giannini. Ma non è quella che i sindacati si attendevano. Pur dicendosi pronta a incontrarli la titolare di viale Trastevere, intervenuta a un convegno a Roma sulle competenze digitali, ha definito la raccolta delle firme «un po’ come il corteo, uno strumento importante e legittimo, ma anche molto legato a una visione passata dei rapporti di forze». E ha poi aggiunto: «Mi auguro che il sindacato abbia tutta la
volontà di mettersi nella direzione del rinnovamento e del cambiamento e di contribuire a dare nel nostro settore quello che esso merita, una scuola che mantenga la grande tradizione del passato ma che si possa rinnovare».

Le posizioni in campo
Parole che non hanno certo trovato l’apprezzamento dei sindacati. Che ha stretto giro hanno fatto pervenire la loro replica. «A noi sembra piuttosto vecchio questo tipo di
attacchi, che sfuggono sempre al merito delle questioni e al confronto con gli interlocutori, in nome di novità che restano tutte da scoprire», ha commentato Francesco Scrima (Cisl scuola). Mentre Massimo Di Menna (Uil scuola) ha fatto notare che il ministro «parla dei sindacati, ma non con i sindacati». A sua volta Mimmo Pantaleo (Flc Cgil) ha invocato rispetto «per le persone che hanno firmato» e ha invitato il governo a «prestare maggiore attenzione al mondo del lavoro e non ascoltare soltanto Marchionne e le imprese»”. Sulla
stessa lunghezza d’onda lo Snals che ha esortato l’esecutivo a mettere sullo stesso piano le firme dei lavoratori e i tweet che tanto vanno di moda. Per il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio, sarebbe opportuno «rileggere Aristotele, il scriveva che quando si vuole parlare con tutti, come questo Governo sta facendo attraverso consultazioni web e cinguettii in 140 caratteri, in realtà si sceglie di parlare soltanto con se stessi».