Un film da non perdere
di Mario Coviello
Sono sugli schermi italiani in questi giorni due film che aiutano a riflettere sulla scuola e i suoi contenuti. Il primo è “ll giovane favoloso” di Mario Martone che narra di Leopardi e sta avendo in Italia un successo straordinario al botteghino. I commenti dei critici e dei letterati su questo film ribadiscono la necessità della letteratura e della poesia come risposta alla crisi che stiamo attraversando. Il secondo film che voglio consigliarvi è “ Words and pictures” di Fred Schepisi, un film da non perdere.
Un’immagine vale mille parole. E’ una teoria che ha almeno cento anni. La frase “Use a picture. It’s worth a thousand words” ,”Usa un’immagine, vale mille parole” è apparsa per la prima volta su un quotidiano nel 1911. E così, tra equivoci e cliché, lo slogan ha attraversato il secolo e adesso è al centro del film Words and Pictures, con Clive Owen e Juliette Binoche, una commedia sentimentale e spiritosa, ambientata in un liceo privato americano. Jack Marcus ama le parole, la letteratura, l’insegnamento e la vodka. Da anni non scrive più poesie e consuma sempre più bottiglie, al punto che il suo posto di lavoro viene messo in discussione. Il professor Marcus combatte da tempo una lotta contro la dipendenza dei giovani per i media, cercando di incoraggiare i suoi studenti a una maggiore valorizzazione della parola scritta. Dina Delsanto è l’ultima arrivata del corpo docente, artista figurativa molto nota, ha ripiegato sull’insegnamento a causa di una artrite reumatoide che le rende sempre più difficili i movimenti. Tra Marcus e Del Santo è subito guerra ed è subito amore. Le due anime del cinema, quella verbale e quella visuale, si fronteggiano a colpi di fendente per ribadire che è proprio la loro unione che rende possibile la magia. Jack escogita una geniale guerra tra parola e immagine, fiducioso che la prima possa veicolare un significato più profondo rispetto alle seconda. Dina e i suoi studenti d’arte raccolgono la sfida di Jack e dei suoi studenti d’inglese. La battaglia avrà così inizio.
E’ la battaglia nella scuola di oggi in tutto il mondo fra i fautori del libro, la galassia Gutemberg, alla quale, almeno per l’età, appartengono tutti i docenti, e gli appassionati della scuola 3.0, i giovani docenti e le generazioni che siedono nei banchi. Words and pictures riesce a mettere in scena l’arte, sia quella letteraria che quella pittorica e ci fa seguire i protagonista che cade prima di rialzarsi e la protagonista che vive tormentata dall’elemento melodrammatico per eccellenza: “la malattia”. ‘Words and Pictures’ si concentra sulla fatica tutta umana che precede l’eventuale divina ispirazione, mettendo a confronto il personaggio di Marcus con un foglio bianco troppo spesso e muto e l’artista Delsanto con una parte della sua identità da reinventare o archiviare per sempre. Quelle con il dolore psichico e il dolore fisico sono le vere lotte, personalissime, dei protagonisti, rispetto alle quali la competizione ufficiale è un paravento e un espediente.
“C’è una dicotomia tra immagine e parola – spiega lo sceneggiatore Gerald Di Pego, ex insegnante – noi cerchiamo di vedere come Jack sia appassionato alla scrittura e quanto Dina ami la pittura. Lo scontro è allo stesso tempo divertente e intenso, ma la vera lotta è all’interno di questi due personaggi.
” Gli fa eco Clive Owen: “Jack è un grande insegnante, è totalmente appassionato e crede in quello che fa. Crede nel valore del linguaggio e nella scrittura di qualità. La vede come qualcosa di molto importante sia per i suoi alunni che per lui e quando è in forma è un ottimo insegnante”.
Juliette Binoche spiega: “Mi piace il confronto tra professori. Non ho mai recitato il ruolo da insegnante e mia madre lo era. Era la mia insegnante di francese e di teatro; per questo motivo percepivo un legame con il progetto. La protagonista del film, inoltre, è una pittrice e anche io a volte dipingo”.
Consiglio questi film per continuare ad avere passione nella difficile arte di insegnare.
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