Precari, la Corte di Giustizia europea condanna l’Italia

da tuttoscuola.com

Precari, la Corte di Giustizia europea condanna l’Italia

Una sentenza dura, che non lascia aperte possibili interpretazioni attenuanti.

I giudici hanno spiegato che la direttiva comunitaria contrasta con la nostra normativa nazionale che autorizza, in attesa dell’assunzione del personale di ruolo, il rinnovo dei posti vacanti e disponibili, senza indicare tempi certi, ed escludendo possibilità di ottenere il risarcimento-danno.

In pratica, secondo la Corte, non esistono criteri oggettivi e trasparenti per giustificare la mancata assunzione del personale con oltre 36 mesi di servizio, né l’Italia ha fatto niente per impedire il ricorso abusivo al rinnovo dei contratti.

Ricordiamo che la questione trova la sua origine nelle cause presentate da un gruppo di lavoratori precari assunti in istituti pubblici come docenti e collaboratori amministrativi in base a contratti di lavoro a termine stipulati in successione: tutti hanno lavorato durante periodi differenti, ma non sono mai stati impiegati per meno di 45 mesi su un periodo di 5 anni.

Hanno quindi chiesto per via giudiziaria la riqualificazione dei loro contratti in rapporto di lavoro fissi, l’immissione in ruolo, nonché il risarcimento del danno subito. E secondo i giudici di Lussemburgo hanno sostanzialmente ragione.

Ora il governo deve assumere 250mila supplenti, cioè una città grande come Venezia, e sono possibili risarcimenti per 2 miliardi