«Fondi Ue anche per pontenziare laboratori e alternanza scuola-lavoro»

da Il Sole 24 Ore

«Fondi Ue anche per pontenziare laboratori e alternanza scuola-lavoro»

di Claudio Tucci

Potenziamento dei laboratori «non solo quelli scientifici, ma anche informatici, tecnici, linguistici, artistici». Più spazio all’alternanza scuola-lavoro, «favorendo stage all’estero o all’interno di realtà produttive particolarmente innovative». Lotta alla dispersione scolastica (già grazie alla precedente programmazione 2007-2013 il tasso di abbandono prematuro dei giovani meridionali è diminuito dal 28,7% al 21,5% – la media nazionale è del 19,2%, ancora distante dall’obiettivo del 10% da raggiungere entro il 2020). Azioni di “qualificazione” dell’istruzione tecnica e professionale, compresa la formazione regionale, e più orientamento rivolto alla futura occupazione.

Novità
Il ministero dell’Istruzione ha pronte le “priorità d’azione” per iniziare a spendere subito i tre miliardi di fondi europei (Pon Istruzione 2014-2020) in arrivo da Bruxelles che, per la prima volta, interesseranno tutte le Regioni (non solo quelle meridionali dell’obiettivo Convergenza): «A gennaio verranno emanati i primi bandi su digitale, laboratori e infrastrutture per le regioni del Centro-Nord», ha sottolineato, in questo colloquio con il Sole24Ore, il capo dipartimento per la Programmazione, le risorse umane e finanziarie del Miur, Sabrina Bono. «Nei sei mesi successivi si partirà anche al Sud».
Il lavoro tecnico «è praticamente concluso; per il nuovo settennato potremmo contare sul 40% in più di risorse (da 2 miliardi si passa a 3) come riconoscimento dei risultati positivi raggiunti con la precedente programmazione: il tasso di scolarizzazione superiore è aumentato dal 67,4% al 74,6% e il tasso di partecipazione agli istituti superiori nelle regioni Convergenza è passato dal 91,8% al 94,2% in controtendenza con le regioni del Nord che registrano un tasso inferiore».

Risorse
Il programma 2014-2020 sarà «plurifondo», ha spiegato Bono, «poco più di due miliardi (2 miliardi e 160 milioni, per l’esattezza) arriveranno dal Fondo sociale europeo (Fse) e 860 milioni dal Fondo europeo sviluppo regionale (Fesr) e saranno ripartiti così: 2,1 miliardi per le Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), 200 milioni per le regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna) e 700 milioni per tutte le altre più sviluppate. del Centro Nord. In totale saranno interessati circa 9mila istituti, tre milioni di studenti e 250mila tra docenti e personale scolastico».

Obiettivi
La stesura del Pon Istruzione ha seguito le indicazioni contenute ne «La Buona Scuola», e quindi sarà dato spazio, anche, a interventi per innovare la didattica, gli spazi e le tecnologie. Oltre a una muovere i primi passi verso una vera co-progettazione imprese-scuole. Che risultati si attendono al 2023? «Un miglioramento delle competenze, più docenti formati, e – ha aggiunto Bono – un raccordo significativo scuola-lavoro e istituti tecnici-professionali: l’88% degli studenti dovrà aver realizzato esperienze di formazione on the job».