BUONA SCUOLA: LIBERACI DAI BANDI

i dirigenti scolastici della provincia di Viterbo

BUONA SCUOLA: LIBERACI DAI BANDI

Da qualche tempo fare bandi sembra essere diventata la pratica preferita dal MIUR per finanziare

le scuole. A prima vista sembrerebbe il modo giusto per superare la pratica dei finanziamenti a pioggia; in realtà….. In realtà le cose non stanno esattamente così: provate ad immaginare di avere davanti a voi una moltitudine di persone che stanno morendo di fame e voi volete aiutarle; fareste un bando del tipo: “Fate una corsa, chi di voi arriva primo vincerà un bel pranzetto ! “.

In un Paese normale la via del bando potrebbe anche essere una pratica interessante, ma qui da noi stiamo parlando di scuole con:

  1. a) connessione internet e wi-fi inesistenti o lenti;
  2. b) dotazioni strumentali assolutamente insufficienti;
  3. c) il fondo per l’offerta formativa che in tre anni è stato più che dimezzato;
  4. d) formazione per il personale praticamente azzerata etc, etc.

Pensiamo che una politica intelligente di impiego delle risorse dovrebbe puntare prima a garantire i cosiddetti “livelli essenziali” di qualità; poi si potrà pensare a valorizzare le eccellenze. Lasciando stare i dubbi sulla effettiva capacità dei valutatori di individuare i soggetti che veramente meritano di vincere un bando, dare soldi ad un ristretto numero di scuole e lasciare tutte le altre nella indigenza ci pare un autentico spreco di risorse, che non andranno certo “a sistema”.

Per fare alcuni esempi tratti dal bandificio recente: competenze informatiche per i docenti, formazione sulle Indicazioni Nazionali, wi-fi, formazione per la disabilità etc; tutti ambiti strategici che negli ultimi anni sono stati finanziati solo attraverso bandi; ma a macchioline di leopardo.                                                     Vuoi che le scuole non sprechino e imparino a gestire bene le risorse ? Allora investi sul capitale umano.

 

Nel nostro piccolo ci permettiamo anche di fornire qualche suggerimento non richiesto:

  1. a) deficit strutturali: attraverso gli USR si poterebbe sviluppare la mappa dei fabbisogni strutturali delle

scuole (edilizia, dotazioni strumentali, wi-fi etc) e, quindi, elaborare un piano strategico di rientro dai deficit

sulla base di priorità;

  1. b) comunicazione didattica:
  • eliminare la sciagurata disposizione contrattuale Art. 64, comma 1, che qualifica la formazione come un

“diritto” e ripristinare la formula del “diritto-dovere”;

  • ferma restando l’autonomia e la responsabilità delle singole scuole nello sviluppo di politiche locali di

miglioramento, attraverso l’INVALSI e altri soggetti si dovrebbe riuscire a costruire una mappa dei

     deficit di apprendimento di scala degli alunni italiani, ossia di rilievo nazionale o di macro-area, in

particolare rispetto a tre ambiti:

  • ambito dei contenuti disciplinari “;

  • ambito delle operazioni cognitive” (e meta-cognitive) richieste per elaborare i predetti contenuti;

  • ambito delle modalità di gestione“del gruppo-classe;

si tratta, come si vede, di tre ambiti altamente strategici ai fini del successo scolastico;

  • sviluppare un piano nazionale di formazione dei docenti, eventualmente diversificato fra macro-aree

territoriali in ragione dei rispettivi fabbisogni, mirato alla costruzione e diffusione delle competenze di

contrasto dei deficit sopra indicati, selezionati e distribuiti secondo un ordine di priorità.

La priorità si ottiene combinando almeno due fattori (diciamo) di rischio formativo: la “magnitudo” (ossia

un indicatore di importanza intrinseca di un determinato deficit) e la “prevalenza”, ossia la diffusione

relativa di tale deficit .

Che la Buona Scuola ci ascolti !

 

PS: INTANTO PERO’ NON SI ARRESTANO I PRELIEVI AL BANCOMAT SCOLASTICO

Ultimo (in ordine di tempo) disinvestimento sulla scuola: la legge di stabilità in cantiere, stando ai documenti ufficiosi in circolazione, prevede:

1) abolizione degli esoneri e dei semi-esoneri dall’insegnamento del docente collaboratore con delega alla funzione vicaria, attualmente previsti nelle mega-scuole;

2) abolizione delle supplenze di un giorno per il personale docente;

3) abolizione delle supplenze inferiori a 7 giorni per il personale collaboratore scolastico nelle sedi con più di 2 unità di personale.