Il Governo punta sulla valutazione, ma l’Invalsi perde pezzi

da La Tecnica della Scuola

Il Governo punta sulla valutazione, ma l’Invalsi perde pezzi

I 60 dipendenti a tempo determinato (di cui più della metà precari da oltre 15 anni) termineranno il loro contratto di lavoro il 31 dicembre e non ci sono risorse per i rinnovi. Gli altri 30 dipendenti a tempo indeterminato non saranno in grado di portare a termine compiti previsti, compresa la prova all’Esame di Stato

Mentre Governo e Miur si rincorrono nel dire che la riforma scolastica non può prescindere da una rinnovata e adeguata valutazione, dall’Invalsi giungono notizie preoccupanti sulla tenuta del suo organico: un durissimo comunicato spiega che “l’Istituto che dovrebbe coordinare il Sistema Nazionale di Valutazione, si trova oggi totalmente privo delle risorse economiche necessarie per svolgere questo importante compito”. Mettend così a rischio la funzionalità della struttura e delle prove nazionali introdotte negli ultimi dieci anni in tutti gli ordini scolastici. Pertanto, il personale dal 15 dicembre è entrato in stato di agitazione.
“Non solo. I 60 dipendenti dell’INVALSI a tempo determinato (di cui più della metà precari da oltre 15 anni!!!) termineranno il loro contratto di lavoro il 31 dicembre 2014 e non ci sono risorse per i rinnovi . I 30 dipendenti a tempo indeterminato non saranno in alcun modo in grado di ottemperare ai compiti previsti, compresa la prova INVALSI all’Esame di Stato”.
Nel resto d’Europa gli istituti che si occupano della valutazione del sistema di istruzione possono contare su risorse umane ed economiche notevolmente superiori.
“Le dichiarazioni del nostro governo – si legge sempre nel comunicato – sembrerebbero andare nella direzione di una stabilizzazione della cultura della valutazione come forza motrice per il miglioramento del sistema di istruzione, ma le azioni concrete poi seguono altri percorsi. Togliere fondi alla valutazione significa togliere forza al progetto della Buona Scuola! Che fine hanno fatto i 10 milioni di euro dichiarati dal Governo per l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione e di Formazione? Che cosa succederà all’INVALSI che fino ad oggi si è impegnato a creare le basi per una cultura della valutazione nel nostro Paese?”.
È ancora: “Che cosa succederà alle professionalità che in tutti questi anni hanno contribuito alla costruzione di un sistema di conoscenza e valutazione per il miglioramento del sistema scolastico, attraverso azioni di ricerca e di servizio alle scuole?”.