N. Barreau, Una sera a Parigi

Di quell’amore sempre possibile

di Antonio Stanca

barreauNicolas Barreau ha trentaquattro anni e vive a Parigi. Qui è nato nel 1980 da padre francese e madre tedesca, qui è cresciuto, ha studiato, si è laureato alla Sorbona in Lingue e Letterature Romanze, qui ha cominciato a lavorare presso una libreria ed in seguito a scrivere in francese o in tedesco. Col terzo romanzo, Gli ingredienti segreti dell’amore, del 2010, ha ottenuto un successo strepitoso. E’ stato tradotto in venti paesi, ha avuto molte ristampe, in Italia, Germania e Spagna ha venduto centinaia di migliaia di copie e l’edizione tascabile è stata il libro più venduto per l’intero 2012. E’ in programma una riduzione cinematografica di quest’opera. Tra l’altro è stato rilevato che Barreau è uno scrittore molto letto dalle donne. Tanto ha ottenuto finora nonostante sia una persona riservata, schiva, che preferisce rimanere estranea, rinunciare ad ogni operazione di carattere pubblicitario, promozionale, ed affidare la pubblicazione delle sue opere a piccole e quasi sconosciute case editrici.

D’amore trattano i suoi romanzi, di quell’amore che sembra diventato difficile da raggiungere, da vivere a causa delle tante avversità, dei tanti ostacoli sopraggiunti, che tanto deve lottare per potersi esprimere ma che alla fine ottiene sempre la sua voce e fa vincere il bene sul male. Questo il messaggio del giovane scrittore francese, questo il tema ricorrente nei suoi romanzi. Sembrano opere di altri tempi ma il successo che stanno ottenendo in un momento come quello attuale dimostra che essi aiutano a riscoprire quella spiritualità che il mondo ha smarrito e della quale va alla ricerca.

Altro motivo del successo di Barreau è il suo linguaggio semplice, chiaro, facile, capace di aderire alla vicenda rappresentata al punto da farla sentire vicina a chi legge, da coinvolgere fin dagli inizi della narrazione. E’ come la lingua delle favole e da favola sono i contenuti ché lieta è sempre la loro fine dopo i molti pericoli attraversati.

Così avviene pure in Una sera a Parigi, romanzo che Barreau scrisse nel 2012 e che in Italia è stato pubblicato recentemente dalla Feltrinelli di Milano con la traduzione dal tedesco di Monica Pesetti (pp.251, €15,00). Qui il giovane protagonista, Alain Bonnard, è il proprietario di un piccolo cinema a Parigi, Cinéma Paradis. Lo ha ereditato da uno zio e per mantenerlo in vita decide di organizzare per il secondo spettacolo di ogni mercoledì la proiezione di famosi film d’amore del passato. Tra gli spettatori di questi nota una giovane donna che indossa sempre un cappotto rosso, è sempre sola ed è molto riservata. La figura lo attrae al punto da muoverlo ad avvicinarla, a scambiare qualche parola con lei, a sapere che si chiama Mélanie, ad innamorarsi di lei. Mélanie ricambia le attenzioni ed una sera si fa accompagnare a casa da Alain. Gli dice che è sola e triste perché è stata tradita dal suo uomo, che deve lasciare Parigi per qualche giorno ma che poi sarebbe tornata e si sarebbero ritrovati. Intanto un famoso regista americano, Allan Wood, e la sua bellissima moglie e attrice, Solène Avril, sono venuti a Parigi per girare un film, Ricordando Parigi, ed hanno intenzione di ambientare alcune scene all’interno del Cinéma Paradis. Chiedono ad Alain di poter disporre del suo locale per il periodo delle riprese e Alain è molto contento perché intravede nella circostanza la possibilità per lui di un guadagno sicuro e per il suo cinema quella di diventare un luogo noto e cercato. Le riprese hanno inizio ma contemporaneamente succede che Mélanie non si faccia più vedere da Alain, che scompaia. Lui non capisce, è confuso, si mette alla sua ricerca, sa poco di lei ed ancora meno saprà quando scoprirà che non vive nella casa dove quella sera l’aveva accompagnata perché non è sua. Cerca di ricordare le poche parole che si sono scambiati, di ricavare da quelle della donna qualche indizio che possa aiutarlo a ritrovarla e l’intero libro si trasforma nella rappresentazione della ricerca compiuta da Alain e diventata sempre più lunga e ossessiva. Essa avverrà tra tanti, molti posti di Parigi, coinvolgerà tante, molte persone ma risulterà sempre vana. Alain è innamorato di Mélanie, è convinto che anche lei lo sia. A muovere, animare, accendere la sua ricerca è l’amore per una donna con la quale ha parlato per pochissimo tempo, è stato soltanto “una sera a Parigi”. Ma alla fine della narrazione il mistero si chiarirà: Mélanie era scomparsa perché aveva saputo delle prossime riprese del film di Wood nel Cinéma Paradis, perché alcune foto sui giornali l’avevano indotta nell’errore di credere che la bellissima Solène avesse sedotto Alain, perché Solène era sua sorella e la odiava per averle sottratto in passato il suo primo uomo. Da lei Mélanie viveva lontana già da molti anni. Come allora, pensava, anche adesso Solène col suo fascino le aveva portato via l’uomo che amava. Ma stavolta si trattava di un equivoco, si era sbagliata e sarà Alain a chiarirglielo quando finalmente l’avrà trovata, sarà l’interminabile ricerca compiuta dall’uomo a riportare entrambi al bene che si volevano ed a far concludere l’opera nel suo segno. « Restammo lì a lungo, ebbri di felicità, due amanti che avevano attraversato il tempo e finalmente si erano ritrovati nel luogo ideale, quello dei loro desideri. Appoggiati al parapetto, le dita intrecciate come durante il nostro primo incontro, guardammo le luci riflettersi sulla Senna». (p.245)

Le due sorelle si riconcilieranno e tutto avverrà in quel Cinéma Paradis che intanto è diventato un locale molto cercato.

Tanto bene era seguito alle tante fatiche compiute da Alain. Come nelle favole il bene era venuto dopo il male. Una favola questa che si svolge in una metropoli come la Parigi dei nostri giorni, tra le sue strade, piazze, case, chiese, tra la sua gente, le sue macchine. Difficile è per uno scrittore d’oggi ottenere un simile risultato. Non per Barreau che ha i mezzi per farlo, soprattutto quelli di una lingua capace di far rientrare un tema così antico come quello dell’amore in un ambiente così moderno, di mostrarlo sempre e ovunque possibile.