“Vado ad essere felice” di Loredana Frescura
Intervista di Mario Coviello
Il 9 e 10 gennaio 2015 gli alunni delle scuole medie di Bella, Rionero, Ripacandida e Barile, con i loro docenti e genitori si incontreranno con Loredana Frescura, autrice di “ Vado ad essere felice”, Raffaello editore nell’ambito dell’ottava edizione del Torneo di lettura fra dieci scuole in rete della provincia di Potenza.
Il romanzo racconta la vicenda di Andrea, una ragazza che deve imparare ad accettarsi, convivendo con un corpo che non ama. A questo si aggiunge l’arrivo di Gigliola, sua cugina e coetanea, che sembra possedere tutta la bellezza, la sicurezza e la grazia che Andrea non riesce a conquistare. La vita però sa essere bellissima e crudele al contempo: mentre Andrea conosce l’amore di un ragazzo speciale, Gigliola nasconde la fragilità di una malattia. Questa scoperta imprevista avvicinerà Andrea a Gigliola e la spingerà a un gesto di intensa generosità che cambierà per sempre la sua visione della vita.
Il libro, proprio per la tematica affrontata, ha ricevuto il patrocinio di ADMO, l’Associazione Donatori Midollo Osseo, che da anni ha lo scopo principale d’informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere leucemie, linfomi, mielomi e altre malattie del sangue attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo. Per questo il romanzo è al centro di molte iniziative su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione alle scuole, per sensibilizzare i ragazzi sul tema delle donazioni e della solidarietà.
Loredana Frescura vive in Umbria, in un piccolo paese della media Valle del Tevere. Ha sempre amato leggere, soprattutto all’aperto, in un prato come davanti al mare o tra i rami sicuri di una quercia. Da piccola ascoltava incantata le storie che raccontava il suo papà, e insieme scoprivano il nome di alberi, fiori, uccelli e insetti. Da grande ha cominciato lei a raccontarle, continuando a curiosare nel mondo, sempre attenta a scrutare la prima stella della sera. Ha pubblicato oltre 40 titoli per bambini, ragazzi e adulti. Nel 2006 ha scritto, insieme a Marco Tomatis, Il mondo nei tuoi occhi (Fanucci Editore), che ha vinto il Premio Andersen ed è stato tradotto in diversi Paesi.
L’abbiamo intervistata. Ecco le sue risposte
- Perché nella introduzione del libro ti firmi Loredana ( detta Mezzaluna )?
Mezzaluna è un utensile da cucina che, un giorno scherzando, ho affermato fosse per me inutile visto che cucino da quando avevo nove anni. Così questo nomignolo mi è stato attaccato e io mi ci sono tanto affezionata.
- Ti ho intervistato nel 2007 per “ Elogio della bruttezza” (http://www.edscuola.it/archivio/antologia/recensioni/frescura.htm )che hai presentato alla Mostra del libro dell’ Istituto Comprensivo di Bella. Mi parlasti dei tuoi due figli maschi, della tua vita di maestra di scuola elementare, del tuo senso di inadeguatezza da adolescente che si faceva stirare i capelli ricci , proprio come Andrea la protagonista del tuo libro, e va fino a Roma perché vuole fare la plastica al naso. Dopo sette anni quali sono i cambiamenti più importanti nella tua vita?
Lavoro come allora e i miei figli sono cresciuti e combattono nella ricerca di un lavoro cercando una strada propria. Sono sempre la stessa, qualche ruga in più, qualche preoccupazione in più. Sono sempre la stessa persona che cerca di fare del proprio meglio e si sforza di essere, sopra ogni altro desiderio, una brava persona. Ho scritto e pubblicato altri romanzi e di loro vado orgogliosa come vado orgogliosa dei miei amici e dei lettori che mi cercano.
- “ Vado ad essere felice “ e’ un romanzo con il racconto in prima persona dei tre protagonisti Andrea, detta “la Rospa”,Fabio, ” l’ imbranato ” e Gigliola “la Fata”. Come riesci a raccontare personaggi maschili e femminili e perfino ” angeli”?
Gli attori recitano personaggi tra i più disparati e diversi; un autore fa lo stesso. Si informa, osserva, scruta, si immedesima e diventa albero o gladiatore; fiore o ingegnere.
- Andrea e Fabio sono due adolescenti che si sentono ” inadeguati”.Andrea ha l’incubo del cibo,combatte i foruncoli, copre in casa tutti gli specchi, nasconde la ciccia in pantaloni sformati e felpe, trasformandosi in un ragazzaccio con gli anfibi, ed è chiamata “rospa” dai “compagni di scuola”. ” Elogio della bruttezza” combatteva lo stereotipo delle veline,delle modelle anoressiche taglia 38. La bellezza secondo Loredana Frescura che cosa è ?
Domanda complessa che posso evadere così: la bellezza è armonia e vitalità nella gioia di far parte di un tutto. Voglio dire cioè che è bello essere se stessi, prendersi cura di ogni aspetto che ci rappresenta meglio ed essere contenti di essere ciò che si è cercando di migliorarsi per se stessi, ma anche per ciò che siamo all’interno di un sistema più complesso.
- Fabio confessa che “sta bene solo con se stesso”,non ha amici, ha sempre paura, e quando si muove combina guai. E a un certo punto afferma “ si è prigionieri di quello che gli altri vorrebbero vedere in te e naturalmente non li accontenti mai”. Anche tu da adolescente ti sei sentita come Fabio ?
Certo che sì. Da adolescente ci si sente sempre in debito: verso i genitori, verso gli amici, verso se stessi. Il motivo è in questo crescere senza capire bene ciò che si è e ciò che si vuole diventare.
- La “fata” che tutti vogliono principessa” è felice quando può essere un pagliaccio e ha il cancro. Hai affrontato questo tema con delicatezza e il tuo libro ha il sostegno dell’Admo. A Bella incontrerai due terze medie che da più di un un anno vivono questo dramma con una loro compagna di classe che combatte la leucemia. Quando scrivi e parli con i ragazzi della malattia e della morte quali emozioni ti attraversano ?
Il mio terrore della malattia è noto a chi mi frequenta. Parlare di essa è stato quindi molto difficile e scegliere di affrontarla evitando la disperazione è stato ancora di più faticoso, ma doveroso ! Le emozioni sono molteplici: paura senza dubbio, coraggio, desiderio di vincere, fiducia. Quando parlo con loro, non evito la parte dolorosa, ma non deve prendere mai il sopravvento, perché una speranza per me ci deve essere sempre e spessissimo è così nella realtà.
- Per gli adolescenti l’innamoramento è una tappa fondamentale per la costruzione della propria identità e così avviene nei due protagonisti che si scoprono innamorati e vincono così paralizzanti insicurezze. L’innamoramento attraversa tutti i tuoi libri basti pensare a “ Ho attraversato il mare a piedi “che racconta l’amore di Anita per Giuseppe Garibaldi.Tu come hai vissuto il tuo primo innamoramento?Come parlare di sesso e amore agli adolescenti ?
Il mio primo innamoramento è stato assolutamente assoluto! Come per tutti o quasi, prendeva ogni momento della giornata, ogni battito di cuore era per lui! Ma non è sempre così? L’innamorarsi è sempre così a qualsiasi età e i ragazzi hanno diritto a una informazione corretta e chiara. Si può dire tutto purchè sia la verità. L’amore esiste, ce ne sono prove certe e va a braccetto con il sesso che non è cosa da svendere e che vuole il suo tempo e la sua preparazione.
- Nel libro la famiglia di Fabio è in crisi e quella di Andrea appare inadeguata. I tuoi genitori ti hanno aiutato a crescere ? Tu come madre come hai aiutato i tuoi figli adolescenti ?
La mia famiglia ha fatto tutto ciò che poteva con gli strumenti che aveva e ha dato serenità alla mia vita e senso di appartenenza. Come madre ho cercato sempre di comunicare con i miei figli evitando di utilizzare i famosi e terribili “ sensi di colpa” per farmi ascoltare. Sono una madre da migliorare, certamente. Ho fatto del mio meglio. Quando ho sbagliato, ho chiesto scusa e ho cercato di rimediare.
- Nelle famiglie dei due protagonisti son fondamentali, soprattutto per Fabio, i nonni. Ne parli con innamorata partecipazione. Anche tu hai avuto nella tua adolescenza nonni che ti hanno aiutato a crescere?
I miei nonni! Nonna Maria fantastica…mi ha insegnato a cucinare, ad amare gli orti, i campi, i girasoli. Nonno Giovanni che mi adorava. Mio padre ha fatto da padre a mio figlio. Mio figlio ha voluto tatuarsi il nome del nonno. Sì ritengo i nonni un grande patrimonio!
- Nel libro ci sono degli angeli. Cosa rappresentano ?
In questo caso l’angelo non ha connotazione spirituale-religiosa. O forse sì. Questa domanda è ricorrente e capisco la curiosità, ma per me l’angelo è la parte di Fabio che vuole capire: capire il mondo ma soprattutto capire se stesso. Alcuni lo hanno inteso come “personaggio di transizione, di passaggio “. Ognuno lo intenda come vuole. Lui rimane un angelo fantastico.
- “La felicità è vera solo se condivisa” fai dire al solitario Fabio che ha visto centinaia di volte “Into the wild”, un film che anch’io ho amato molto. Il bel titolo del tuo libro è “ Vado ad essere felice” che cosa è per te la felicità.
La felicità. Un sapore che rende squisito un cibo. Un colore che rende unico un pezzo di cielo. Una nota che non può essere tolta in uno spartito. Una dolce malinconia che rende più bello pensare al domani. La felicità è progetto. E’ l’antitesi della solitudine e della morte. Ci fa riconoscere in qualcun altro più belli, più forti, più sicuri. La felicità mette al riparo dalla negatività. E’ ovvio che anch’essa ha numerose sfaccettature , ma in generale, si è felici se si è capaci di amare e amare rende capaci di cura verso noi stessi e gli altri.
- Con quaranta libri all’attivo e la vittoria al Premio Andersen hai incontrato tanti adolescenti nelle scuole di tutta Italia per presentare i tuoi libri. Sei prima di tutto, come affermi, una madre e un’insegnante. In ”Vado ad essere felice” la scuola rimane sullo sfondo. Il professor Torini è soprannominato Jack lo Squartatore e ha al suo attivo “almeno cento anime di corpi segati negli ultimi 10 anni “ , la prof di latino ogni tanto ..”si perde” perché ha l’Alzhaimer, dicono i suoi alunni. Si salva la prof Fioravanti che cerca inutilmente di capire “Andreina” .I protagonisti, due liceali che frequentano la stessa classe, non hanno negli insegnanti figure di riferimento. I docenti come possono aiutare e sostenere gli adolescenti nel loro difficile ed entusiasmante cammino di crescita ?
La scuola è l’ultimo baluardo della libertà. Gli insegnanti in “ Vado a essere felice” , sono positivi e veri. Voglio dire che un insegnante deve fare quello che è: un insegnante. Secondo me l’importante è che si lascino “ scoprire” un po’ in modo da lasciare sempre aperto il canale della comunicazione, che siano appassionati di ciò che fanno e la prima passione siano proprio i ragazzi e quando sbagliano, lo riconoscano. Non è facile, ma non è facile nulla e se ci lasciamo andare all’improvvisazione, allora davvero non avremo più speranza.
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