Le cose che potevano essere

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AMO LE COSE CHE POTEVANO ESSERE E NON SONO STATE di Umberto Tenuta

CANTO 339

Non amo che le cose

che potevano essere e non sono state…

(GUIDO GOZZANO)

Voltarmi indietro.

Vedermi ancora quattrenne.

Che dico, ancora nel grembo materno.

Perchè mi sono state negati Mozart e Bach?

E Vivaldi!

Perchè tra le fasce?

Senza il tappeto per rotolare!

La Scuola materna non c’era.

La maestra Dorina non mi amava.

Non amava nessuno, nemmeno il suo sottotenente.

Sapeva, leggeva, faceva leggere il libro di lettura.

Sola la Mamma, la mamma mia, non leggeva.

La Mamma mia m’incantava con le fate turchine.

Oh quante cose la Scuola mi ha negato!

Volevo volare, volare lassù, sul Botte Donato.

Volevo toccare, toccare il sole morente.

Là, sulla Serra del mio Ponente.

Oh, Mario, compagno mio, compagno delle mie avventure, andiamo lassù.

Vedremo un mondo di monti e di terre, il Crati laggiù.

Oh, Maestra Sofia, perché non m’insegni la filosofia?

Oh, Maria, Maria, tanto t’amavo, t’amavo, o Maria.

Neppure le fiabe, le fiabe della mia vita, tu mi hai donato, o Scuola mia.

Povero ero.

Ero povero.

E povero mi hai lasciato!

Povero di tutte le cose che potevo avere e non mi hai dato.

Oh quante cose mi hai negato!

Oh quante e quante cose non mi hai donato!

Che importa dove sono arrivato?

Che importa, o Mario, compagno mio, che importa se soli il Botte Donato abbiamo scalato?

A noi il monte Pollino è stato negato.

Volevo volare, volare, volare.

Laggiù, laggiù, laggiù.

Lassù, lassù, lassù.

Oltre i confini del mare.

Oh, quanto amavo, amavo, sempre più in là, sempre più in là andare.

Andare, studiare, amare.

Amo le cose che potevano essere e non sono state.

Le cose che mi potevano essere date, e non mi sono state date.

Te lo grido con tutta la mia rabbia, o Scuola.

Te lo grido con tutto il fiato che ancora ho in gola.

Tu non sei buona.

Tu non sei la BUONASCUOLA.

Perché non rendi poi

Quel che prometti allor?

Perché di tanto inganni i figli tuoi?

Tu sei cattiva, Cattiva Scuola!

Tu m’hai mortificato.

Tu non mi hai dato tutto quello che io volevo.

Tu essere non mi hai fatto quello ch’essere io potevo.

Tu non m’hai dato quello cui ambivo.

Un successo formativo!

 

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