Concorso dirigenti: valgono anche i servizi pre-ruolo

da La Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti: valgono anche i servizi pre-ruolo

La novità potrebbe preludere alla apertura del concorso anche ai precari. Questo, almeno, è quanto auspica l’Anief di Marcello Pacifico.

Ci sarà una grande novità nel futuro concorso dirigenti che, a Dio piacendo, verrà bandito in primavera:  la validità delle supplenze per il raggiungimento dei cinque anni di   servizio minimi utili all’accesso, come già stabilito dal Consiglio di Stato.
Si tratta di una rivoluzione che apre le porte, sottolinea Marcello Pacifico presidente Anief-Confedir, a un’altra rivoluzione: l’eventuale apertura del concorso anche ai docenti precari.
“Questo risultato rappresenta un’altra vittoria del nostro sindacato – commenta   Marcello Pacifico, presidente Anief e presidente organizzativo Confedir – raggiunta grazie alla sentenza 5011/2014   del Tar del Lazio, che ha stabilito che per partecipare al concorso per presidi può essere ritenuto valido anche il   periodo di precariato perché equivalente a quello svolto dai colleghi di ruolo. In pratica, i giudici hanno appurato che   il servizio prestato da precario o post-ruolo va considerato allo stesso modo: esattamente come avviene con i titoli   accademici di accesso. Come confermato, su più ambiti, dalla Corte di Giustizia europea lo scorso 26 novembre”.
Un’altra sentenza del TAR Lazio, la n. 9729 del 16 settembre scorso, su ricorso ANIEF, ha stabilito che il servizio   preruolo deve essere valutato come quello di ruolo, seguendo quanto statuito dalla Corte di Giustizia europea con la   sentenza emessa nel procedimento C-177/10 pubblicata in data 8 settembre 2011.

“Ora anche i dirigenti del Miur hanno finalmente preso atto che non esiste alcuna ragione giustificata per discriminare   i precari. Lo stesso parere, del resto – continua Pacifico – era stato espresso dal Consiglio di Stato: prima, con  la sentenza n. 4724 del settembre 2014, attraverso la quale è stato rigettato l’appello del Miur contro alcuni docenti,   neo-immessi in ruolo con anni di precariato alle spalle: gli insegnanti hanno ottenuto la nomina a preside, dopo aver   superato tutte le prove, proprio per l’incongruenza della legge italiana con la sentenza del 8/9/2011 della Corte di   Giustizia europea sul procedimento C-177/10, in base alla quale il servizio preruolo deve essere valutato come quello   di ruolo. Successivamente, nell’ottobre scorso, sempre i giudici di Palazzo Spada hanno respinto l’appello del Miur  che chiedeva la sospensione cautelare della sentenza n. 5011/14 con cui gli avvocati Ganci e Mi‎celi, che difendevano   la tesi dell’Anief, avevano ottenuto la validazione della partecipazione dei precari con cinque anni di servizio all’ultimo   concorso per dirigenti scolastici”.
Quale sarà il passo successivo?  L’Anief ritiene la presa d’atto da parte del Miur sui requisiti d’accesso ancora non completa. “Riteniamo, per gli   stessi principi ripresi dai giudici nei vari gradi di giudizio, – continua il presidente del giovane sindacato – che per   partecipare al concorso per diventare preside non sia indispensabile essere docenti di ruolo. Se un candidato è in   possesso dei requisiti di accesso – la laurea, l’abilitazione all’insegnamento e gli anni di servizio – non ha alcun motivo   per non essere ammesso alla selezione. E non significa nulla se ha un contratto a tempo indeterminato o no”.
“Qualora, quindi, nel bando che uscirà nelle prossime settimane, non dovesse essere inclusa questa possibilità, il   nostro sindacato annuncia sin d’ora la volontà di ricorrere nelle sedi opportune. Il tempo delle discriminazioni tra personale di ruolo e precario
– conclude Pacifico – è finito.
D’altronde se ormai la durata minima del precariato è, nella migliore delle ipotesi, di 10, 15 anni, che cosa osta alla partecipazione al concorso dei docenti supplenti? Certo la platea dei partecipanti si allargherebbe e la lotta, speriamo onesta, si farebbe più dura…