La vertenza Ata rischia di trasformarsi in farsa. Intanto, aumenti bloccati

da ItaliaOggi

La vertenza Ata rischia di trasformarsi in farsa. Intanto, aumenti bloccati

il ministero dell’economia e delle finanze, con una nota del 20/1/2015, prot. n. 3967, ha comunicato al ministero dell’istruzione di avere la necessità di acquisire elementi conoscitivi in ordine alla data di decorrenza del riconoscimento giuridico della posizione

Franco BAstianini

Rischia di trasformarsi in farsa la vertenza che da mesi vede coinvolte le organizzazioni sindacali della scuola, il ministero dell’istruzione e quello dell’economia e delle finanze in merito al diritto del personale Ata , destinatario ai fini giuridici nel triennio 2011/2012, 2012/2013, 2013/2014 della prima o seconda posizione economica, ad essere retribuito per il maggiore servizio richiesto per lo svolgimento dei compiti connessi alle posizioni economiche acquisite. Le somme erogate nel triennio al personale erano state, ad avviso della Ragioneria Generale dello Stato,erogate indebitamente e dovevano pertanto essere restituite. La vertenza sembrava essersi avviata a soluzione a seguito di accordo sottoscritto in sede Aran il 7/8/2014. L’accordo prevedeva infatti il riconoscimento al personale della scuola già destinatario dell’attribuzione giuridica della posizione economica(1^ o 2^) a decorrere dal 1° settembre 2011, di un emolumento una tantum, temporalmente limitato al periodo 1° settembre 2011 – 31 agosto 2014 e finalizzato ad evitare la restituzione delle somme percepite nel triennio come richieste dalla Ragioneria Generale dello Stato. Ma il ministero dell’economia e delle finanze, con una nota del 20/1/2015, prot. n. 3967, ha comunicato al ministero dell’istruzione di avere la necessità di acquisire elementi conoscitivi in ordine alla data di decorrenza del riconoscimento giuridico della posizione economica del personale richiedente l’emolumento una-tantum, della posizione economica riconosciuta, dell’eventuale registrazione del decreto da parte delle ragionerie territoriali competenti e dell’effettivo svolgimento delle mansioni connesse alla posizione economica. Un ennesimo monitoraggio che avrà, come conseguenza immediata la non corresponsione di quanto dovuto ad alcune migliaia di collaboratori scolastici e di assistenti amministrativi che nel triennio hanno svolto anche i compiti richiesti dalla titolarità della posizione economica acquisita.

Comprensibili le proteste degli interessati e delle organizzazioni sindacali, proteste di duplice natura: per via legale attraverso appositi decreti ingiuntivi di pagamento nei confronti del ministero dell’istruzione; con iniziative sindacali con invito ai lavoratori a non collaborare e ad attenersi strettamente alle sole mansioni del profilo.