“Scuole, in credito? Vedremo…”. A rischio mezzo miliardo di euro

da la Repubblica

“Scuole, in credito? Vedremo…”. A rischio mezzo miliardo di euro

La prima protesta arriva da Bologna, e ora al Senato interrogazione al governo sulla circolare che “suggerisce” alle scuole di cancellare dai bilanci i fondi già spesi e che il governo deve restituire

Salvo Intravaia

“Chi ha avuto, ha avuto…”, e il mezzo miliardo di euro che le scuole avanzano dal ministero rischiano di essere cancellati per sempre. “Radiati”, si dice in burocretese.

Nei giorni scorsi, a Bologna, i genitori hanno alzato la voce contro la nota numero 18780 del 22 dicembre scorso, che “suggerisce” alle scuole di radiare dai loro bilanci i cosiddetti “residui attivi”: i crediti che le scuole vantano nei confronti del ministero dell’Istruzione per pagamenti anticipati dalle segreterie scolastiche e mai restituiti. E si sono rivolti direttamente al premier Renzi con una lettera. I dirigenti scolastici sono più cauti, perché una loro protesta formale potrebbe essere interpretata come atto di insubordinazione.
La nota in questione, scrive la senatrice del M5S, Maria Mussini, in una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, “auspica che con progressiva e ragionata programmazione possano essere radiati i residui attivi ancora iscritti nei bilanci, stante l’attuale situazione finanziaria di bilancio dello Stato e in considerazione della vetustà temporale dei residui attivi, tramite delibere di consigli d’istituto”. In altre parole, le casse dello stato sono al verde e i crediti vantati dagli istituti sono troppo vecchi per essere ancora pretesi dalle scuole. E’ come se fossero scaduti. Ma le somme anticipate dai segretari attraverso modifiche di bilancio sono state prese in prestito da altri capitoli, in attesa di essere rimpinguati.

Secondo la Mussini le scuole hanno attinto ai “fondi dell’offerta formativa”, finanziata anche con i contributi volontari dei genitori. “Si tratta per lo più di fondi  –  scrive alla Giannini  –  relativi agli anni finanziari tra il 2006-2009 destinati al pagamento di supplenze e compensi accessori al personale docente e Ata”. Cifre che variano da 20mila a 100mila euro che, in tempi di magra come quelli che stanno vivendo le casse scolastiche, rappresentano una fortuna. Tanto per dare un ordine di grandezza, una scuola con mille alunni che versano 50 euro di contributo volontario riesce a raccogliere 50mila euro l’anno. E il credito nei confronti del ministero non di rado supera questa cifra.

Secondo una stima prudente il credito complessivo delle oltre 8mila scuola italiane nei confronti dello stato supera il mezzo miliardo di euro. Che adesso rischia di essere azzerato per sempre. Due anni fa, un gruppo di genitori liguri si sono rivolti ai giudici per ottenere quanto spettava alle scuole frequentate dai figli. E il Tar Liguria ha condannato il ministero dell’Istruzione e quello dell’Economia a effettuare l’erogazione delle somme stanziate in favore degli istituti scolastici di Imperia al fine di ripristinare il corretto espletamento del servizio scolastico pubblico.