Scuola, fino a uno su 5 in permesso per la 104. Il Ministero dà le cifre e indaga: “Sono troppi”

da la Repubblica

Scuola, fino a uno su 5 in permesso per la 104. Il Ministero dà le cifre e indaga: “Sono troppi”

Quasi centomila docenti usufruiscono della legge che tutela i portatori di handicap. Record in Sardegna: 18%, il doppio del Piemonte. Stessa cosa per il personale non docente, che in Umbria tocca il 26%

Salvo Intravaia

Sono quasi 100mila i docenti di ruolo italiani che fruiscono dei permessi previsti dalla legge 104: quella che tutela i portatori di handicap. Troppi, secondo il ministero dell’Istruzione. A renderlo noto poche ore fa il sottosegretario Davide Faraone che qualche settimana fa ha visitato la scuola Santi Bivona di Menfi  –  in provincia di Agrigento  –  dove il 41 per cento degli insegnanti è disabile, gravemente malato o accudisce un parente stretto infermo. Una situazione che lo stesso Faraone non ha esitato a definire scandalosa, lanciando un monitoraggio per colpire i “furbetti che danneggiano la scuola, l’educazione dei ragazzi e chi di quei permessi ha veramente bisogno”. Adesso i numeri di quel monitoraggio sono pubblici.

E non è la Sicilia la regione italiana dove si concentra la maggiore quota di fruitori di legge 104. In Sardegna, quasi un docente su cinque  –  il 18,27 per cento  –  si avvale dei permessi previsti dalla legge varata più di vent’anni fa per tutelare i lavoratori colpiti da malattie gravi o coloro che si trovano in difficoltà nell’accudire parenti affetti da gravi patologie. La norma del 1992 prevede tre giorni al mese di permesso retribuito e non soggetto a controlli. Ma anche aspettative retribuite all’80 per cento che rappresentano una vera e propria àncora di salvataggio per le famiglie che devono fare i conti con infermità serie.

I numeri, però, evidenziano anche una distribuzione di certificazioni considerata anomala. In Piemonte, i professori e i maestri che si avvalgono della legge sono meno di 9 su cento: meno della metà dei colleghi sardi. Ma è in generale tutto i settentrione d’Italia che sfrutta meno i permessi previsti dalla legge 104: nel 10,4 per cento dei casi. Nelle regioni centrali la percentuale di beneficiari sale al 14 per cento e al Sud si registra un vero record: quasi il 16 per cento del totale.

Le cose non cambiano passando al personale Ata: amministrativo, tecnico e ausiliario. Dove questa volta a detenere il record è la regione Umbria: con più di un bidello, tecnico di laboratorio e assistente amministrativo su quattro  –  il 26,27 per cento  –  in possesso di tutte le carte in regola per utilizzare gli istituti della 104. Ultimi sempre i bidelli e il personale di segreteria piemontesi, con l’11,87 per cento. Negli ultimi anni, dopo la denuncia di una serie di scandali al sole, le commissioni mediche preposte al rilascio delle certificazioni per utilizzare i permessi della legge 104 si sono irrigidite. E ottenere l’ok è diventato difficilissimo.

Tanto che, accanto alla ricerca dei furbetti della 104, si è sviluppato un enorme contenzioso da parte di coloro che ritengono di avere tutti i requisiti previsti dalla norma ma non riescono a ottenere le certificazioni per accedere ai benefici della legge che tutela i soggetti gravemente malati. Ma la concentrazione di fruitori di legge 104 tra i docenti nelle diverse realtà italiane viene considerata sospetta. E dopo la pubblicazione del monitoraggio, che è servito “a fornirci una fotografia della situazione”, scrive Faraone. “Adesso  –  conclude il sottosegretario  –  bisogna andare in profondità e intervenire laddove ci siano delle evidenti storture. La Buona Scuola comincia anche da qui”.