Giannini: «Tra i precari assumeremo anche gli idonei del concorso Profumo»

da Il Sole 24 Ore

Giannini: «Tra i precari assumeremo anche gli idonei del concorso Profumo»

di Marzio Bartoloni

Il decreto della scuola arriverà, a meno di sorprese, in consiglio dei ministri il prossimo 27 febbraio. E tra le annunciatissime assunzioni dei precari – circa 150mila – ci saranno anche gli idonei del concorso voluto nel 2012 dall’allora ministro Profumo. Ad assicurarlo è stato ieri l’attuale ministro, Stefania Giannini, durante il question time alla Camera. E sempre ieri è stato il premier Matteo Renzi ad annunciare che dopo la riforma della scuola il Governo interverrà sull’università.

Giannini: «Tra le assunzioni anche gli idonei del 2012»
«Gli idonei del concorso 2012 sono una parte del piano assunzionale straordinario che il Governo sta approntando e che confluirà nel provvedimento in approvazione a breve in consiglio dei ministri». Ad assicuralo è stato il ministro in persona, Stefania Giannini, ieri rispondendo, durante il question time, a un’interrogazione sulla situazione dei docenti e dei dirigenti scolastici ammessi con riserva nelle graduatorie di merito. «Ci sono poi – ha precisato il ministro in aula alla Camera – altri due gruppi: i riservisti per anno di laurea, cioè coloro che si sono laureati dopo il 2001-2002, che non erano ammessi alla preselettiva del concorso del 2012 ma che avendo fatto domanda e avendo ottenuto sospensiva del Tar sono stati riammessi dagli uffici scolastici regionali e hanno poi vinto il concorso sulla base del merito e del punteggio acquisito; coloro che sono stati ammessi con riserva avendo conseguito nella preselettiva un punteggio inferiore a quello previsto come soglia minima». «Per il primo gruppo – ha chiarito il ministro – il Consiglio di Stato ha dato ragione a questi ricorrenti e quindi il Miur non può che sciogliere la riserva per via amministrativa per tutti coloro che hanno e avranno buona ragione del loro diritto sulla base della sentenza del giudice amministrativo». «Per il secondo gruppo – ha concluso la Giannini – la riserva potrà essere sciolta per ogni singolo ricorrente via via che ci sarà una sentenza definitiva in merito». Un principio che vale anche per i dirigenti scolastici.

Il premier Renzi: «Ora tocca all’Università»
«Ci sono opportunità che si aprono in un anno che con il presidente della Crui abbiamo deciso sia un anno costituente per il nostro Paese rispetto all’università». L’anuncio questa volta è del premier Matteo Renzi che ieri, nel suo intervento all’apertura dell’anno accademico al Politecnico di Torino, ha assicurato che dopo la scuola «tocca all’università».
«Ci serve un passo in più affinchè le grandi università non siano stritolate dai confini amministrativi», ha chiarito Renzi convinto che «una grande università ha il compito di stare non sul mercato ma nello scenario internazionale». Per il premier «negare che vi siano diverse qualità nell’università è ridicolo. Ci sono università di serie A e B nei fatti e rifiutare la logica del merito e la valutazione dentro l’università e pensare che tutte possano essere uguali è antidemocratico, non solo antimeritocratico». «Ci sono università capaci di competere nel mondo – ha concluso – e altre validissime che hanno un’altra funzione. Non si può pensare che tutte e 90 le università italiane stiano insieme nella competizione globale». Parole queste che però secondo il coordinatore dell’Unione degli universitari, Gianluca Scuccimarra «esprimono un’idea di università diametralmente opposta a quella della nostra Costituzione. Le nostre università dovrebbero essere luoghi accessibili a tutti». Per Scuccimarra «antidemocratico e antimeritevole è pensare che possano esistere Università di serie A e Università di serie B per chi non può permettersi le prime, aumentando di fatto solo le disuguaglianze». Infine il rettore del Politecnico torinese, Marco Gilli, si è detto certo che «l’azione riformatrice avviata dal Governo saprà affrontare le principali criticità del nostro sistema universitario e soprattutto saprà creare le condizioni perché le Università possano avviare in tempi brevi un significativo ricambio generazionale».