Debole Romeo, fragile Giulietta

Debole Romeo, fragile Giulietta. Edipo la sua reponsabilità?

di Adriana Rumbolo

Oltre 30 anni di esperienza clinica hanno convinto  anche di questo:   in amore, quel che conta sono le primissime esperienze dell’infanzia .E se è vero che ogni rapporto affettivo è prima di tutto “politico” (cioè una relazione basata sul confronto/scontro di poteri ) allora il segreto di questi equilibri diplomatici va cercato molto addietro negli anni. Là dove sfumano le ombre  e i ricordi del legame con i genitori Michael Vincent Miller psicologo gestalt :”Tutti i rapporti amorosi” , spiega a questo proposito, ” contengono una buona dose di ansia .Può  essere più o meno accentuata, ma ha comunque  a che fare con due paure ancestrali e opposte: quella di essere abbandonati e quella di essere annullati, “inglobati”  dal legame stesso .In entrambi i casi, quest’ansia ci porta a ricreare all’infinito l’alternanza dei ruoli di dominatore e dominato, di forte e debole .Infatti spesso siamo attratti da relazioni palesemente sbilanciate .Anche in questo caso, per comprenderne le ragioni bisogna andare in retromarcia .Qualunque sia il rapporto avuto con il padre o con la madre, sarà  il modello relazionale che porteremo con noi nel mondo adulto .Se si è trattato di un rapporto punitivo o trascurato resteremo convinti che quello sia il vero amore e, magari inconsapevolmente, cercheremo di rivivere sempre quelle esperienze” Ci potrebbe essere un margine “per lavorare, con la psicoterapia o con un’analisi attenta dei nostri vissuti. il punto è individuare le componenti compulsive e trasformarle in libertà di scelta .La storia infantile non è vincolante in senso assoluto, ma esercita un’attrazione simile ai cosidetti stati trans-ipnotici .Se anche rimuoviamo un aspetto del rapporto con la nostra famiglia, di fronte a precisi stimoli tenderemo a reagire sempre nello stesso modo .Quindi ritrovando in qualcuno dei tratti che ci riportano alle esperienze affettive “E’ infatti per un bambino i concetti di amore e di dipendenza si equivalgono .Per lui è impossibile distinguere tra l’affetto della madre e il bisogno di accadimento da parte sua .Rispetto alle altre specie animali, l’essere umano ha un’emancipazione dai genitori molto ritardata .Da qui nasce l’equazione amore-subordinazione e la maturità consiste proprio nel risolverla Da un grave fatto di cronaca .In una grande città del nord-Italia un giovane. ha voluto punire la sua ragazza che non voleva più continuare , la loro relazione, trascinandola con sè nel vuoto dall’altezza di  sette piani  Prima di costringerla a seguirlo con la forza,  ha voluto mostrarle ciò che non avrebbe visto mai più per sempre  Perchè? voleva vedere nei suoi occhi  la paura, il terrore perchè  aveva ancora bisogno di gustare ,non importa ,anche se  per l’ultima volta nello sguardo  terrorizzato  della  ragazza il suo potere .Che Romeo debole che virilità traballanteNella ragazza aveva  inconsciamente percepito il suo capro espiatorio .Potrebe esserci un collegmmento con le macerie di un Edipo o di un’ Elettra? Il maschietto si “innamora”o dipende della mamma: in lei si è formato, ne conosce i suoni , gli odori,   la prima buona colazione e il calore dei suoi abbracci alimentando così  un rapporto affettivo che inizia forse prima  nascita  e poi continuerà confuso per troppi anni Durante questa relazione il  bambino vive, oltre naturali sentimenti d’amore, anche momenti di incomprensione e di aggressività nei confronti della mamma. Con la crescita, il piccolo sperimenterà come l’amore verso la mamma sopravviva ai suoi attacchi di rabbia e alla possibilità di liberarsi dal senso di colpa per aver provato sentimenti negativi verso di lei e una mamma che non ha mai goduto di stima non sarà in grado di neanche di opporre qualche santo “no”Verso i 3 anni il percorso affettivo del bambino è segnato dalla consapevolezza che il papà si intromette nel suo rapporto privilegiato con la mamma. Il papà diventa quindi il rivale verso il quale il bambino esprime sentimenti di ostilità e di odio, ma che suscita anche tutta la sua ammirazione . In questa ambivalenza di sentimenti si configura il conflitto edipico, quella relazione a 3 in cui l’amore esclusivo deve fare i conti con l’ odiata e amata figura del papà. In questo periodo il maschietto si mette a corteggiare la mamma, si intromette tra lei e papà ogni volta che si sente escluso, esprime in tutti i modi la sua gelosia mentre è felice quando riesce a occupare il posto del papà e a esprimere la fantasia di voler sposare, da grande, la mamma E’ importante  che in quegli anni i genitori siano molto uniti  fra loro  e fermi nella guida educativa del figlio .Ho rivisitato il complesso edipico perché lo trovo quanto mai attuale . Da quando  la famiglia che si è formata più per finalità pratiche ed economiche  trascurando  da subito nel bambino  il percorso affettivo- emotivo sensuale che influenzato dalle emozioni primarie durerà tutta la vita,   ora vive una profonda crisi .Al presente il padre con cui misurarsi ed elaborare la  relazione con il figlio , per lavoro  è spesso assente e quando rientra è stanco e nervoso .Anche la mamma per lavoro è fuori casa e la vecchia famiglia che era uno spaccato sociale con il neonato ,il bambino l’adulto ,l’anziano non cè quasi più .Invece inizia molto presto il distacco dalla mamma quando ancora necessiterebbe  la sua presenza per la modulazione delle emozioni primarie che non godono ancora del controllo nei loro confronti dei lobi frontali Credo che  nel primo percorso della vita sessuale del bambino molti nodi rimangano irrisolti coinvolgendo le emozioni primarie e i lobi frontali influenzando molto negativamente tutto il percorso  affettivo-emotivo sessuale- del soggetto spesso non aiutandolo a divenire indipendente da paure . aggressività e angosce da separazione  favorendo  ossessioni sessuali. come riscontriamo oggi nella criminalità dove spesso il  soggetto non riuscendo ad esprimere pienamenente la propria sessualità   incolpa e punisce   il parner anche con la morte sia per  frustrazione  sia perchè non deve rimanere traccia della sua debolezza   Non esiste la mamma dell’adulto,solo nei primi tre anni di vita è indispensabile la sua vicinanza al bambino  sempre in  buon accordo con il padre e poi è importantissima la frequenza con tanti coetanei dove fra i più fortunati può nascere un primo amore: la salvezza In questo clima il bambino  avrà più possibilità di elaborare ,le sue emozioni,  le sue esperienze  e vivere crescendo in piena soddisfazione la propria sessualità con amore e senza odio accettando la compagna senza il timore che lei voglia inglobarlo  o abbandonarlo I fantasmi non ci devono essere.